LA VELA

 

Di fronte alla porta di ingresso della mia abitazione, tra la mensola aerea e la parete frontale, e' sistemata una vela di canapa.

Il tessuto faceva parte di una lunga fascia tessile creata dalla nonna di mia madre. L'aveva realizzata con un telaio in legno molto antico, partendo dalla piantagione di canapa fino al filo tessile. Aveva cioe' seminato le piantine, le aveva recise, fatte macerare, filato la poltiglia, raggomitolato il filo e poi con il telaio ne aveva ultimato l'opera.

Come dire dal seme alla tela. Le nonne le avevano utilizzate in lenzuola, tovaglie e asciugamani.

Io ne' ho fatto una vela.

Una vela di stoffa, in alto, sulla testa, trasformata cosė in un diaframma aereo.

Lo scopo e' di trasportare i pensieri fino alla vela, di comprimerli e di bloccarli nell'ascesa al cielo.

Ma anche di avere, visivamente e intellettivamente, un ricordo delle radici storiche, di cio' che i miei antenati realizzavano in una parte delle proprie giornate lavorative.

E cosė, ritornando al passato, alle fasi della lavorazione della tela stessa, realizzata nelle sere invernali a lume di candela e con il bagliore del fuoco del camino, e' stata illuminata con una lampada che direttamente, anche se con luce artificiale, elettrica, la inonda di luce.

La vela di stoffa e' pero' nata anche come la vela di una barca, che fa muovere, immaginariamente, uno spazio immobile, le pareti della casa.

E' anche un foglio velato che, portato dal vento, si blocca nell'istante della sua rotazione.

Un elemento dinamico ma statico, che il vento trasporta ma che rimane fermo.

Una scultura leggera, sospesa tra la mensola e le pareti, una ragnatela che blocca i pensieri del corpo e dell'anima.

Questa e' la vela, il tessuto dell'ava che rivive con forme proprie, ed esalta l'angolo buio della stanza, e della propria vita.

 

maggio 1993

 

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