Carissima Signora. Giacché mi trovo
in viaggio volevo fare una visita a Voi e a tutti li
Signori Ragazzi della Vostra conversazione, ma la neve mi
ha rotto le tappe e non mi posso trattenere. Ho pensato
dunque di fermarmi un momento per fare la piscia nel
vostro portone, e poi tirare avanti il mio viaggio. Bensì
vi mando certe bagattelle per cotesti figliuoli, acciocché
siano buoni, ma ditegli che se sentirò cattive relazioni
di loro, quest'altro anno gli porterò un po' di merda.
Veramente io voleva destinare a ognuno il suo regalo, per
esempio a chi un corno, a chi un altro, ma ho temuto di
dimostrare parzialità, e che quello il quale avesse li
corni curti invidiasse li corni lunghi. Ho pensato dunque
di rimettere le cose alla ventura, e farete così. Dentro
l'anessa cartina trovarete tanti biglietti con altrettanti
numeri. Mettete tutti questi biglietti dentro un orinale,
e mischiateli ben bene con le vostre mani. Poi ognuno
pigli il suo biglietto, e veda il suo numero. Poi con l'anessa
chiave aprite il baulle. Prima di tutto ci trovarete certa
cosetta da godere in comune e credo che cotesti Signori la
gradiranno perché sono un branco di ghiotti. Poi ci
trovarete tutti li corni segnati col rispettivo numero.
Ognuno pigli il suo, e vada in pace. Chi non è contento
del corno che gli tocca, faccia a baratto con li corni
delli compagni. Se avanza qualche corno lo riprenderò al
mio ritorno. Un altr'anno poi si vedrà di far meglio.
Voi poi Signora carissima avvertite in tutto quest'anno di
trattare bene cotesti Signori, non solo col caffé che già
si intende, ma ancora con pasticci, crostate, cialde,
cialdoni, ed altri regali, e non siate stitica, e non vi
fate pregare, perché chi vuole la conversazione deve
allargare la mano, e se darete un pasticcio per sera
sarete meglio lodata, e la vostra conversazione si
chiamerà la conversazione del pasticcio. Frattanto state
allegri, e andate tutti dove io vi mando, e restateci
finché non torno, ghiotti, indiscreti, somari, scrocconi
dal primo fino all'ultimo.
La Befana
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