Storia della Biblioteca di Velletri

Breve storia della Biblioteca Comunale di Velletri

Notizie certe sull'esistenza ed il funzionamento della biblioteca comunale di Velletri sono rintracciabili in un breve (documento papale) di Clemente XII del 1734 [cfr. pergamena 276] in cui si minaccia di scomunica chiunque sottragga libri alla biblioteca, posta "per utilità pubblica nel Palazzo [comunale] di detta città".
Un importante lascito, di Cesare Antonio Velli, arricchisce nel 1780 quel primo nucleo dei fondi librari, cui si aggiunge, nel 1785, una cospicua donazione di Stefano Borgia, allora Segretario di Propaganda Fide.
Intorno a quegli stessi anni il Borgia (Cardinale dal 1789) andava raccogliendo nel palazzo di famiglia nell'attuale Via Borgia (distrutto nel bombardamento del 1944) le famose raccolte di antichità greco - romane, dipinti medioevali, curiosità orientali che fecero del Museo borgiano di Velletri una tappa ineludibile del Gran Tour settecentesco.
Un notevole fondo borgia composto di manoscritti e stampati riguardanti questa famiglia patrizia veliterna, ed in particolare legato al museo (inventari manoscritti delle collezioni, raccolte compilative di articoli pubblicati su riviste erudite, etc.) costituisce oggi una importantissima fonte primaria per lo studio della famosa collazione borgiana, il "più ricco Museo del settecento europeo".
Diversi sono, tra i manoscritti antichi, i documenti riguardanti le famiglie patrizie veliterne, i cui stemmi sono custoditi nel bel Libro della Nobiltà Veliterna. Rilevante l'archivio Giorgi, il cui inventario è stato recentemente pubblicato.
La storia della biblioteca segna un'altra tappa nel 1810 quando le requisizioni francesi vorrebbero riunire le collezioni librarie deiconventi della città in un'unica istituzione (progetto poi sventato dalla restaurazione del governo pontificio); intanto, anche grazie all'esperienza del governo francese, matura l'idea di una biblioteca punto nevralgico per la formazione di una coscienza politica e civile della borghesia cittadina.
Figure centrali nella prima metà dell'ottocento sono Luigi e Clemente Cardininali, archeologi dilettanti, che animano il dibattito culturale cittadino nelle sedute della Accademia volsca, il cui Atti sono pubblicati nel 1839; appartenuti ai due fratelli ed entrati nelle civiche raccolte con le loro intere biblioteche private sono un notevole numero di volumi miscellanei di argomento antiquariale, acquistati nel 1845.
Il più corposo incremento dei fondi librari è del 1873, con la legge sull'incameramento dei beni delle soppresse corporazioni religiose: i 10.000 volumi gia' inventariati all'epoca del secondo governo grancese (1809-1814) entrano nelle collezioni civiche, ancora collocate (lo saranno fino al 1944) al pianterreno del Palazzo Comunale.
Interrotto dagli eventi bellici, il funzionamento della Biblioteca riprende nel 1949, con i fondi sistemati nel Palazzo Cinelli in via del Comune, dove si trova tuttora.
Guidata nella prima parte del secolo dal lungo magistero di Augusto Tersenghi. la Biblioteca si presenta al pubblico negli anni '60 con 50.000 volumi, 86 incunaboli (libri stampati nel XV secolo, quando l'arte della stampa muoveva i primi passi), 500 manoscritti e 100 pergamene, la piu' antica del 1089. Guidata oggi, dopo il decennale incarico dl Valentino Romani, da Filippo Alivernini, la biblioteca ha in cantiere progetti ambiziosi, quali il collegamento a SBN (Sistema Bibliotecario Nazionale), l'inventariazione delle miscellanee storiche, il catalogo informatizzato con la possibilitą di accesso on-line, lo scorporo del Fondo Antico dal Fondo Moderno, per il quale sono in allestimento, nella centralissima piazza Cairoli, locali piu confortevoli e meglio rispondenti alle esigenze di una utenza soprattutto giovanile, in una visione aggiornata della Biblioteca come centro di servizi multimediali, in cui il testo da offrire in consultazione non sia pił soltanto la pagina scritta ma l'insieme dei linguaggi comunicativi oggi vigenti (sala ascolto-sala video-internet-point-postazione informatica aperta al pubblico).

Archivio Storico

E' lo scrigno della memoria istituzionale della cittą, con la sua preziosa documentazione concernente le vicende alterne dell'amministrazione della cosa pubblica dal libero Comune medioevale (Statuti, Libri dei Priori, Deliberazioni Consiliari, etc. ) alla proclamazione della Repubblica Italiana (1946), attraverso le varie fasi dei pił significativi mutamenti storico-istituzionali (Sottoprefettura Napoleonica, 1809-1814; Legazione Apostolica, 1832-1870).
Interessato da un progetto regionale di riordinamento, non è ancora consultabile nella sua integrita'.
Sono state consegnate le schede relative ai periodi Antico Regime (dal Medioevo al 1797). Repubblica Giacobina (1798-99), Governo Pontificio (1800-1809), Governo Francese (1809-1814), Restaurazione Governo Pontificio (1814-1870, con la parentesi di Repubblica Romana 1849).
In corso di catalogazione il periodo post-unitario (dal 1870).