Giulio Magni nasce a Velletri l'1 novembre 1859.
La sua formazione artistico-architettonica è profondamente marcata
dall'influenza del padre Basilio (Velletri 1831 - Roma 1925), noto storico
dell'arte.
Tale influenza emerge sin dalla sua opera giovanile "Il Barocco
a Roma nell'architettura e nella scultura decorativa", in cui egli
fornisce ai suoi colleghi un vasto repertorio di consultazione, orientando
in parte le scelte stilistiche del periodo.
Nel 1890 fonda con Piacentini, Pistrucci, Basile, Koch, Sacconi, Ojetti
ed altri l'associazione artistica tra i cultori dell'architettura.
Già da questa prima esperienza collettiva si trova in lui l'esigenza
di creare dei rapporti di lavoro e di studio più dialettici e comunitari
di quanto all'epoca non fosse in uso nell'ambiente progettuale.
Il 1895 segna una svolta importante nella sua attività professionale:
in quell'anno si trasferisce in Romania, dove trova grandi spazi operativi,
inserendosi nella cerchia degli architetti più attivi del decennio
successivo.
I suoi interventi spaziano dalla partecipazione ai più importanti
concorsi nazionali (Mercato coperto, Stazione di Bucarest - II premio,
Palazzo del Parlamento - lI premio) alla realizzazione di edifici e opere
pubbliche alla scala urbana, villini ed altre tipologie residenziali
nel territorio circostante.
All'epoca la Romania, politicamente vicina alla Francia, ne subiva una
conseguente, pesante influenza culturale; anche a livello architettonico
la presenza di progettisti francesi quali Albert Galleron, Bernard Cassien,
Alexandre Ballu, Louis Blanc, Paul Gotterau, e romeni formatisi in Francia
quali Jon Mincu e Andronescu era considerevole.
Magni trovandosi ad operare in questo contesto, subì influssi che
si possono già individuare in alcune sue realizzazioni del periodo
rumeno: casa del Dottor Andronescu, casa della signora B.M. a Bucarest
dalla facciata Liberty floreale e dalla tipica copertura alla francese,
e l'Hala Traiani (il mercato) dove il ferro è impiegato come unico
materiale della struttura interna.
Questi elementi di rinnovamento non contribuiscono soltanto ad un generico
arricchimento del bagaglio eclettico del Magni, ma è la sua stessa
metodologia a farsi carico di nuove valenze architettoniche che immetterà
in seguito nella sua attità romana.
Nel 1904 ritorna definitivamente a Roma, come documentato da una lettera
presso l'Accademia di S. Luca (alla quale era già iscritto sin
dal 1900 come accademico corrispondente).
Nel 1905 partecipa al concorso per la costruzione del palazzo del Parlamento
a Roma. E' in questi primi anni che l'attività del Magni si carica
di un particolare vigore: alcune tra le sue maggiori realizzazioni datano
dal 1904 al 1915: Ministero della Marina (1911), concorso per la Galleria
Nazionale di Arte Moderna a Valle Giulia (1911), case popolari a Testaccio
(1903-14), Palazzo della Pace all'Aja, Tavola Valdese (1928); alcuni
villini di notevole interesse architettonico come villa Marignoli (1907),
il villino Almagià (1910), villa Pacelli in Via Aurelia, ed altri.
L'apparente isolamento in cui l'Architetto opera, nasconde un intenso
desiderio di impegno didattico e di innovazione come rileva Portoghesi:
". . . egli fu tra i primi a mettere in discussione le convenzioni
del linguaggio corrente acquisito negli anni tra la fine del potere temporale
e la crisi edilizia, tra i primi a dimostrare la precarietà di
un isolamento meditativo ma inutile" (P. Portoghesi, "L'ecclettismo
a Roma, 1870 - 1922", Roma, 1968).
In un dibattito tra i futuri docenti della costituenda facoltà
di architettura, Magni si esprime sul problema della didattica: "Si
scelga bene il professore di composizione ma gli si lasci dare la sua
impronta ai giovani, senza di che non si avrà mai la scuola; egli
deve essere un maestro non un bidello intellettuale... ".
Magni muore nel 1930, isolato negli ultimi anni del suo lavoro progettuale,
lontano dal dibattito che egli stesso ha contribuito a promuovere e quasi
ostile ai nuovi indirizzi architettonici che si vanno precisando in questi
anni.
La Biblioteca Comunale di Velletri conserva l'archivio della famiglia
Magni. Il catalogo è stato pubblicato nel 1983.