Mario Barelli, “La mia mandrakata”
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File audio da "Febbre da cavallo"


Come si ricorderà, giovedì 31 ottobre 2002 usciva "Febbre da cavallo 2 la mandrakata" ed io non potevo perdermelo: avrei fatto qualunque cosa per essere lì; ci fosse stato il vento, la pioggia o persino la neve, io dovevo andare alla prima e, possibilmente, incontrare gli attori protagonisti: Montesano, Proietti, ma soprattutto lei! Una delle due bionde per le quali farei veramente pazzie: Nancy Brilli!
Antonio, però, poteva accompagnarmi allo spettacolo delle 20,50 e gli attori sarebbero arrivati soltanto a quello dopo: dovevo perciò sperare d'incrociarli mentre io uscivo e loro entravano altrimenti avrei dovuto attendere la fine dell'altro spettacolo! Per me non c'era alcun problema! Figuriamoci! Ma Antonio aveva un dopo cena di laurea! Non mi restava, quindi, che guardarmi il film e sperare in Dio. E così ho fatto.

Appena finita la proiezione mi sono fiondato sulla carrozzina e via a tutta birra verso l'ascensore per arrivare
il prima possibile nell'atrio, ma una
volta lì ho scoperto tristemente che i protagonisti erano appena saliti ed io, avendo un biglietto già strappato, non potevo seguirli se non facendo le scale, ma come si sa...
A quel punto Antonio ha avuto una delle sue idee: "Mario, lasciamo qui la sedia, ti porto su in spalla e quanto meno blocchiamo Proietti per un autografo ed una foto al volo."
"Anto', ma ce ne ritrovo venticinque di carrozzine! Me la fregano come se niente fosse!"
Non avevo finito di dire questa frase che trovai subito la soluzione.
"Chiedi a Stefano se me la può guardare lui!" E così abbiamo fatto, ma oltre alla firma di Proietti (fra le altre cose fatta sul biglietto del cinema e rapidissimamente) non siamo riusciti ad ottenere nulla perché c'era un mare di gente e la foto l'ha scattata uno dell'Adriano senza mettere il flash.

Un po' con le pive nel sacco per la mezza buca che avevamo rimediato, siamo riscesi e mentre parlavamo con Stefano del film - lui c'ha lavorato come comparsa - arriva un tizio che ci dice:
"Guardate che fra più o meno cinque minuti scende Montesano! Se volete aspettarlo..."
Ci sono voluti un po' più di cinque minuti, ma mentre eravamo lì torna il soggetto di cui sopra con in mano la locandina del film e dandola ad Antonio fa: "Tieni. Io comunque non t'ho dato niente eh!" Credo sia superfluo dire che la serata stava prendendo la giusta piega, ma mi mancava ancora Nancy e se fossi riuscito a ribeccare Proietti...
Si erano fatte così più o meno le 23,30 ed il cinema doveva cominciare a chiudere, ma non per questo mi sono dato per vinto: era infatti una calda serata e così ci siamo messi fuori a chiacchierare piacevolmente tutti e tre per un quarto d'ora o poco più: finché Antonio non è dovuto andare via lasciandomi solo con Stefano il quale mi ripeteva: "Mario, io sono distrutto; vediamo se escono all'intervallo, ma se non è così ti riaccompagno a casa. Anche se sinceramente mi dispiace per te." Quando ci siamo accorti che era incominciato il secondo tempo, ho dovuto tirare fuori tutto il meglio della mia arte per convincerlo a rimanere fino
alla fine del film perché dei due rimanenti non se ne era vista nemmeno l'ombra.

"Va be', ma lo faccio solo perché sei te e perché t'ho dato buca la sera del tuo compleanno."
La gioia che ho provato in quel momento è impossibile da descrivere con le parole e credo che nessun’eventuale fotografia - nonostante il sorriso che mi si era stampato in faccia - potesse essere d'aiuto in ciò; di lì a poco sarebbero usciti ed io avrei parlato con loro e sarei riuscito anche a scattare un altro paio di foto. Non so che cosa fosse, ma c'era qualcosa nell'aria quella
notte che mi faceva andare avanti: qualcosa di magico che mi faceva sentire che era il mio momento e che avrei realizzato uno dei miei piccoli sogni. Credo fosse circa mezzanotte e tre quarti quando Stefano mi ha detto: "Vieni, C'è Nancy."

Ci siamo così avvicinati per quanto c'è stato possibile (lei era in mezzo ad un mare di gente e di fotografi) e Stefano:
"Nancy, - lei si ferma e lo guarda - te la fai una foto con lui?"
"Certo! Come no!"
A queste parole non ho capito più niente: il cuore mi batteva a tremila come quando la Roma aveva vinto lo scudetto; era il momento che aspettavo da tanti anni che finalmente arrivava: era il mio momento e nessuno me lo avrebbe potuto portare via.

Mentre Stefano si preparava a scattare la foto siamo stati sommersi da una marea di gente e di flash che francamente mi aveva completamente disorientato; così Nancy, che forse si era già intenerita per la sedia a rotelle, mi dice: "Sta lì eh! E' lui che ci scatta la foto."
Ripensandoci adesso posso dire che forse aveva intuito che c'era anche un altro problema: non so se avesse incrociato i miei occhi, ma mentre mi parlava mi indicava con il braccio dove fosse Stefano. Dopo lo scatto le ho chiesto un’ultima cosa: "Scusami, mi firmi anche la locandina per favore?" e lei: "Si! Come ti chiami?" "Mario"
Così le ho stretto la mano e l'ho salutata.
"Ciao! E grazie mille!" E lei:
"Ciao, buona serata." Sono rimasto a guardarla finché non è sparita prendendo Via Cicerone ed a quel punto un urlo liberatorio di gioia non sono più riuscito a trattenerlo.
"Mario, mentre ti facevo la foto te ne avranno scattate altre duemila! Li vedevi i lampi dei flash? Io te lo dico, mi sono pure spaventato perché t'ho visto sommerso da tanta di quella gente che ho pensato: e adesso come faccio a riprenderlo in mezzo a tutta quella folla! E poi lui può spaventarsi se non mi vede arrivare subito!"

Queste sono state le parole di Stefano quando io ero riuscito un po' a "calmarmi"; si tenga comunque presente che lui è alto più o meno un metro ed ottanta e che ha fatto nuoto a livello agonistico. Se si era impaurito lui...!
Torniamo però al racconto di quella notte: Mancava ancora Proietti, ma si è fatto attendere solo per poco più di dieci minuti e questa volta eravamo lontani dalla folla quando il solito Stefano...:
"Gigi, c'è questo mio amico che vorrebbe farsi una foto con te." "Arivo! Chi scatta?" Ed io: "Sce penza lui! Dajie Mandra'!" Dopo il flash Stefano si avvicina a noi e fa: "Sc'ha ppure sfoderato er soriso maggico!"
Mentre mi firmava la locandina gli faccio "A Gi', cche Roma ieri sera contro 'r Real! Eh!"
"E no! C'hanno una marcia in più!" Ed io ancora: "Hai visto come corevano? Parevano cavalli!"
E ci siamo salutati così: ridendo tutti quanti.
Mentre tornavamo a casa Stefano mi dice: "Mario, non t'ho mai visto così!
Stasera sei veramente felice!"


Aveva perfettamente ragione: avevo realizzato un mio sogno, lui si era fatto perdonare la buca che mi aveva dato tre sere prima ed io avrei potuto sbattere la locandina (tutta autografata) in faccia a chiunque quel giorno mi avesse preso in giro sapendo cosa avrei fatto di lì a poche oree sostenendo che non ci sarei riuscito mai.

Una volta giunti a casa, ci siamo fatti una foto insieme: “Mario, dobbiamo fissarlo questo momento! Quando ti rivedo così allegro e così fatto d’adrenalina?”
Ci siamo poi salutati e quando mi sono messo a letto (fuori cominciava anche a diluviare) non riuscivo a prendere sonno: steso al buio e con gli occhi chiusi, ridevo da solo come un bambino la sera di Natale. Chissà? Forse avrei voluto che quella notte non fosse finita mai, forse avrei voluto stare ancora a parlare con Stefano, forse…

 Sono comunque crollato dopo un po’ di tempo - non saprei dire quanto - e la mattina dopo, la locandina del film era ancora lì: tutta autografata, vicino alla macchinetta fotografica come prova del fatto che non avevo sognato.

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