GUARDIANI DEL FARO

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Guardiani del faro: via al concorso
La Marina ha emesso un bando per 20 posti: centinaia le richieste di informazioni

di Corrado Martucci
 
È bastato che si diffondesse la voce di un possibile concorso pubblico per l’assegnazione di venti posti di «faristi» e sul Ministero della Marina militare è cominciata a cadere una pioggia di lettere, telefonate, e-mail di candidati. I «faristi», va detto subito, non sono tecnici dell’illuminazione, bensì i guardiani del faro: un mestiere in crisi, a causa della automazione degli impianti di avvisamento marittimo, ma che forse anche per questo esercita un notevole fascino. Forse perché è romantico (l’idea del faro è collegato alla malinconia, alla solitudine, al silenzio e quindi alla pace) forse perché è ritenuto non eccessivamente faticoso. Non certo perché remunerativo: lo stipendio del farista non è affatto allettante. Le richieste di informazioni sul concorso - ha rivelato il capitano di vascello Antonio Peca, «capo reparto fari» della Marina militare - sono arrivate da tutta Italia. Una delle e-mail più interessanti arrivate al Ministero è quella di un programmatore e insegnante di pianoforte della provincia di Bergamo il quale assicura che il lavoro non gli manca, che non è scontento della sua attuale condizione, a 39 anni di età eppure sarebbe pronto a lasciarsi alle spalle tutto quanto ha costruito finora per diventare guardiano di un faro, non importa dove, anche su un’isola disabitata. Si tratta del sogno della sua vita, che forse il Ministero della marina militare, reparto fari, potrà realizzare. Ma chi sa quante altre persone, oltre al maestro di Bergamo, hanno validi motivi per fuggire dalla gente, dai parenti, dalla rumorosa realtà di ogni giorno per rifugiarsi in un faro, a tu per tu col mare. La Marina militare controlla circa 1.500 fari, per la cui gestione sono impiegati una cinquantina di militari e 362 civili, di cui 161 con la qualifica di faristi. I «fari di altura principali», che sono i fari tradizionali fino a qualche decina di anni fa erano tutti abitati: ora lo sono soltanto alcuni, a causa della progressiva automatizzazione dei meccanismi, che non richiede più una presenza continua, ma soltanto una manutenzione periodica. Non è detto quindi che diventando «faristi» si realizzi il sogno romantico di vivere una vita tutto cielo e mare, all’interno del faro. Adesso ci si è accorti che una parte dei guardiani deve essere rimpiazzata: di qui il progetto del concorso pubblico.
 
Tratto da:

31.07.2002
 
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