IL FARO DEL
FANTASMA BURLONE
di
Annamaria “Lilla” Mariotti
Le storie di
fantasmi sono come i pettegolezzi, qualcuno le ha sentite da qualcuno,
che le ha sentite da qualcun altro, che le ha lette non sa più dove,
forse su qualche vecchio libro, tanto che le sue origini si perdono nel
tempo.
I fari non fanno eccezione, come i vecchi castelli anche loro hanno le
loro brave storie di spettri, vecchi guardiani che non se ne vogliono
andare, persone annegate nelle vicinanze che trovano nel faro un rifugio
per la loro povera anima vagante.
Questa è una
storia di questo tipo, arrivata per caso tramite il racconto di una
persona che ne conosceva un’altra che l’aveva sentita raccontare di
qualcuno, ecc …..
Il nome del
faro non ha importanza, è un vecchio faro in rovina dal nome
impronunciabile che si trova su un’isolotto in un punto in cui un grande
lago americano forma uno stretto molto pericoloso per la navigazione.
In America i laghi sono molto grandi e i fari non si trovano solo in
mare. La storia è semplice : dal 1885 al 1894 era guardiano di quel
faro un certo John Trenton che amava due cose nella vita, fare scherzi e
bere del buon wiskey. Una sera del 1894 chiuse a chiave il suo
assistente nella stanza della lanterna e si allontanò ridendo per il suo
scherzo. L’uomo lo chiamò a lungo, ma il buon John Trenton, che
sicuramente si era fatto una bella bevuta, si diresse lungo il molo che
costeggiava il faro, non ne vide la fine e cadde in mare dove annegò.
E qui sarebbe finita, ma il fatto è che proprio da quel periodo in poi
cominciarono a verificarsi strani fatti, porte che si aprivano e si
chiudevano, passi per le scale, insomma tutto il repertorio solito delle
manifestazioni di spettri, tanto è vero che quando, agli inizi del ‘900,
un nuovo faro fu costruito nelle vicinanze e il vecchio fu abbandonato
perché obsoleto, si disse in giro che il vero motivo era che nessuno
voleva più lavorare lì per via del fantasma del vecchio guardiano che
aveva preso possesso del posto.
In tempi
recenti due buontemponi del posto, Jimmy e Tom, trovandosi a cena
insieme ad altri due amici, si trovarono a parlare proprio della storia
del faro e Jimmy chiese a Tom se un giorno lo avrebbe accompagnato in
barca fin là, perché voleva dare un’occhiata. Una parola tira l’altra,
un bicchiere tira l’altro e alla fine della cena i due amici avevano
deciso di passare una notte al vecchio faro per fare una caccia ai
fantasmi e, peggio ancora, si resero conto che non potevano tirarsi
indietro perché gli altri due componenti della compagnia erano stati
testimoni di quella decisione.
Arrivato il
giorno della spedizione i quattro si trovarono verso sera sulla
spiaggia davanti al cottage che Tom usava come base per andare a
pescare. Avevano deciso di non portare nessun tipo di luce, né pile,
né candele, solo un telo impermeabile nel caso piovesse e i sacchi a
pelo, non perché avessero intenzione di dormire, ma solo per ripararsi
dal freddo. Dovevano però trovare qualcosa che potesse convincere John
Trenton a farsi vivo (si fa per dire) così, conoscendo la sua
predilezione, decisero di portare una buona bottiglia di wiskey e tre
bicchieri, insieme a dei cubetti di ghiaccio nel caso il fantasma lo
preferisse insieme al suo wiskey. Misero il tutto in una borsa termica,
caricarono la barca e Jimmy e Tom partirono per la loro avventura.
I due amici
ormeggiarono la barca sotto la scogliera e si arrampicarono per
raggiungere la base del faro. La situazione era peggiore di quanto
pensassero : la casa del guardiano era bruciata e piena di detriti e la
scala a chiocciola che portava alla stanza della lanterna non esisteva
più. Ebbero la tentazione di arrampicarsi fino in cima alla torre
usando una corda, ma date le circostanze pensarono che era meglio non
rischiare. Così si organizzarono per la notte e in mezzo ai rottami
trovarono dei pezzi di legno dai quali ricavarono un rozzo tavolino, si
sedettero e mangiarono del merluzzo affumicato che si erano portati da
casa. Intanto si faceva scuro e fino a quel momento Jimmy e Tom non
avevano visto né sentito niente che anche lontanamente somigliasse ad un
fantasma così si prepararono da bere, misero i tre bicchieri
sull’improvvisato tavolino versando ghiaccio e wiskey in tutti e tre,
poi alzarono i loro dicendo : “allo spettro di JohnTrenton” e
li vuotarono. Quello di John non era stato toccato e come ulteriore
misura precauzionale chiusero bene la bottiglia e controllarono il
livello del liquore rimasto. Oramai era buio pesto, così i due
coraggiosi cacciatori di spettri misero i loro sacchi a pelo contro una
parete rimasta in piedi, e si sedettero, posizionandosi in modo da poter
vedere qualsiasi movimento potesse venire da quelle che una volta erano
state la porta e le finestre, e si prepararono ad una paziente
attesa. L’atmosfera non era delle migliori, la luna che appariva e
spariva tra le nuvole creava strane ombre in movimento, persino un
uccello notturno di passaggio faceva danzare le ombre sulla parete
semidistrutta e i due amici cominciarono a sentire uno strano non so
che, erano in due, ma erano davvero soli ? Sul tavolino si trovavano
sempre i due bicchieri vuoti e quello pieno, sembrava che il loro
tentativo di attirare John Trenton fosse fallito. Intanto si sentì un
tuono in lontananza che faceva presagire un temporale, così i due
uomini sistemarono il telo impermeabile in modo da proteggersi dalla
pioggia se fosse arrivata e tanto per farsi coraggio, cominciarono a
chiacchierare di come fossero terribili le tempeste che si scatenavano
sul quel lago. Puntualmente arrivò la pioggia e arrivò a scrosci,
insieme ad un vento gelido che fischiava tra le rovine, così Jimmy e Tom
si infilarono nei sacchi a pelo, sotto la protezione del telo e alla
fine, nonostante tutto, si addormentarono.
Quando si
svegliarono il mattino seguente splendeva il sole. Guardarono subito
verso la tavola, due bicchieri erano vuoti, il terzo era sempre pieno,
ed il livello del liquore nella bottiglia non era cambiato. Dopotutto
John Treton non si era fatto vivo. I due amici raccolsero le loro cose
e tornarono sulla terraferma, non sapendo se sentirsi sollevati o
dispiaciuti.
Una
settimana più tardi Jimmy ricevette una telefonata da Tom che gli
chiedeva di raggiungerlo al cottage sulla spiaggia. Appena arrivò lo
accolse un tanfo di pesce andato a male. Al loro ritorno dal faro i due
cacciatori di fantasmi avevano lasciato la borsa termica nel portico
posteriore della casa e la bottiglia mezza vuota di wishey sulla tavola
della cucina, poi ognuno era tornato a casa sua. Ora Tom gli fece
vedere che dentro alla borsa termica si trovava un pesce dello stesso
tipo di quello che avevano mangiato la sera al faro, orami decomposto
dopo una settimana di esposizione al sole, e che la bottiglia sul tavolo
era esattamente come l’avevano lasciata, ma conteneva acqua e non wiskey
! Qualche loro amico aveva voluto giocare un tiro mancino ? Non era
possibile, il cottage era chiuso. Quando erano partiti dal faro non si
erano preoccupati di aprire la borsa termica, né di annusare il wiskey,
non c’era motivo di farlo, era possibile che lo spettro di John Trenton
si fosse presentato mentre dormivano, in quella terribile notte
tempestosa, avesse vuotato la bottiglia di wiskey, riempiendola con
l’acqua del lago, e per prenderli in giro avessi infilato un merluzzo
nella borsa termica ? Non è possibile che Jimmy e Tom siano stati le
ultime vittime di quel guardiano burlone ? I due amici non avranno mai
una riposta ad una simile domanda, ma è molto probabile che si
guarderanno bene, in futuro, dal passare una notte in un faro
abbandonato.
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