Intervistiamo
"Lilla Mariotti"
Molte
cose nascono da un sogno. I sogni, in fondo, sono soltanto i
desideri che ognuno di noi ha nella testa. E nel cuore. Di
chi ne fa la propria ragione di vita diremmo caparbio o
fortunato. O forse tutte e due.
Ma Lilla, alias Annamaria Mariotti, i sogni li i ha saputi
concretizzare in situazioni che le hanno permesso di vivere
bene, facendone una persona felice e solare.
Il suo unico sogno, la sua più grande passione è sempre
stata il mare. Da questo forziere antico e sconosciuto,
attinge a piene mani le fantasie che alimentano i suoi sogni
e soprattutto, i suoi racconti. La incontriamo nella sua
casa natale a Camogli, seduta davanti ad una finestra
aperta.
Una brezza salina pervade la stanza; inatteso benvenuto del
mare.
“Scrivevo racconti e leggende di mare fin da ragazzina –
ci dice con lo sguardo che spazia fra la tastiera del pc e
l’orizzonte –.Tenevo dei diari; ricordo con tenerezza
quando al ginnasio i miei temi di fantasia venivano letti a
voce alta davanti a tutta la classe, o quando scrivevo su
fogli volanti dei racconti fantastici e poi li nascondevo
nel mio comodino. Ad oggi, credo che il segreto per poter
scrivere sia avere una vera passione. Conosco tante persone
che hanno tentato di scrivere racconti sul mare, ma per
farlo davvero bisogna capire il mare, i suoi segreti,
pensare a lui come ad grembo che accoglie le vite più
impensate, i segreti che qualche volta proviamo a
svelare”.
Fin da piccola Lilla, ha imparato a rispettare il mare, a
conoscerlo ma soprattutto a non temerlo: “Spesso da
bambina andavo sulla spiaggia da sola o seguivo papà in
barca a pescare e a raccogliere i frutti di mare sugli
scogli. Lo seguivo in barca a vela ad ascoltare il rumore
del vento che gioca fra le vele, il sapore del mare che
inebria i sensi e riappacifica il cuore con il mondo”.
Non ha mai pensato di abbandonare la civiltà per un isola
sperduta; solo mare, palme e sole?
“Naturalmente.Sono stata su isole dalla spiaggia bianca,
con tante palme e un mare turchese dove ho provato
l’esperienza esaltante delle immersioni in un mare
cristallino. E’ stato come una nuova purificazione; il mio
corpo, la mia anima erano acqua pura si fondevano, si
ricongiungevano all’elemento natale. Ma il desiderio di
conoscenza mi spinge verso nuovi mari, verso terre lambite
dagli oceani alla scoperta dei fari e dei loro guardiani,
ultimi eremiti e spesso protagonisti dei miei racconti”.
Infatti nelle sue leggende si racconta spesso di fari,
faristi e fantasmi …
“Si , la prima volta che ho visto un faro me ne sono
innamorata. Era il faro di Capo Sandalo, a Carloforte.
Allora, ricordo di non essere riuscita ad entrare perché
era vietato. Ma dopo molti anni e tanta pazienza sono
riuscita ad entrare con il farista e a visitare il faro. Così
ho scritto la sua storia in inglese per una rivista
americana, Lighthouse Digest, e in poco tempo me l’ hanno
pubblicata. Comunque, il faro dei miei sogni, il “mio”
faro lo rivedrò tra qualche giorno. Si trova sugli Outer
Banks del North Carolina, in Usa, ed è il faro di Cape
Lookout. E’ un faro antico, alto più di 100 piedi, si
erge maestoso su di una spiaggia bianca ed è decorato a
rombi bianchi e neri. Ai suoi piedi l’oceano Atlantico e
il suo carattere imprevedibile, una spiaggia che ospita le
conchiglie più diverse e la vecchia casa del guardiano, ora
adibita a museo”.
Ma i suoi interessi spaziano a centoottanta gradi
nell’infinito universo marino. Da anni infatti conduce uno
studio sulla Tonnara di Camogli, l’ultima ancora attiva in
Liguria e su tutti gli altri tipi di pesca praticati in
passato nel Golfo: “Sto collaborando nello studio sulle
tonnare, con il Prof. John M. Dean del Baruch Institutefor
Marine Biology dell’Università del Sud Carolina che da
molti anni studia i percorsi dei tonni, soprattutto nel mar
Mediterraneo”.
Tornando alla sua passione per i racconti fantastici cosa
consiglierebbe ad un giovane che vuole dar voce alle sue
fantasie, alle passioni vere e sempre più rare?
“Innanzitutto direi che scrivere non è solo sedersi al pc
e far lavorare la fantasia. C’è, per iniziare, un lavoro
di ricerca; ore passate in biblioteca a sfogliare libri e
documenti, a cercare di convincere privati ad aprire bauli e
cassetti per tirare fuori vecchie foto ingiallite. Poi c’è
il rapporto che instauri con le persone che non sempre sono
disposte a comunicare . Pensi, per riuscire ad avere
informazioni dai pescatori sulla Tonnara , mi ci sono voluti
due anni. Insomma non ti improvvisi scrittrice, è il
connubio fatica e passione la chiave di una buona
riuscita”.
Ma improvvisamente lo sguardo e i pensieri si allontanano
dalla nostra insaziabile curiosità. Poi ritorna decisa come
chi finalmente ha trovato le parole : “ Certo, ad un
giovane scrittore l’incontro con un faro può bastare per
uno spunto inesauribile di storie, da inventare e scoprire.
Le dico questo perché tra pochi giorni ritrovero’ il mio
faro, proprio come un caro e vecchio amico, sempre pronto ad
accogliermi. Mi siederò ai suoi piedi e ascolterò le
leggende che solo al mare ha confidato”.
A cura di. Maritè Birolini