All'interno della Cronaca  

Ore 7,30 di un sabato mattina.

Oggi è una giornata importante per Sandra ed i suoi vent'anni. Tra poco meno di un'ora salirà sull'autobus che la porterà all'appuntamento con alcuni suoi compagni d'università, in vista della giornata che si annuncia piena e carica d'emozione. Ai genitori ha detto che si recherà a casa della sua amica Angela... frequentano la stessa facoltà e lo stesso anno ed è cosa normale per lei recarsi a casa dell'amica per studiare, specialmente nell'imminenza di un esame. Non è sua abitudine nascondersi dietro ad una bugia, ma, questa volta, ha pensato che era l'unica soluzione. Guai se i genitori, così apprensivi, conoscessero il vero motivo per cui si appresta ad uscire da casa: ieri un ragazzo è rimasto ucciso durante gli scontri con la polizia, durante la seconda delle tre giornate di manifestazione e oggi è la giornata conclusiva … per nulla al mondo vuole mancare.

Non perde molto tempo davanti allo specchio… è impaziente di uscire. Lo zainetto è già pronto dalla sera. Un sorriso le increspa le labbra quando, per un attimo, pensa alla sorpresa della mamma se le venisse in mente di guardarne il contenuto. Non ci sono libri: oltre agli effetti personali, uno scialle bianco e nero in cotone grezzo con lunghe frange, un ampio fazzoletto, un paio di guanti da lavoro, occhiali, qualche panino e un…limone. E' la prima vera manifestazione cui prende parte...sì…in passato è già scesa nelle strade per ragioni legate alla scuola e, durante il liceo, ha anche preso parte all'occupazione del suo istituto, ma mai ha manifestato per problemi estranei al suo mondo. Si sente eccitata ed emozionata e già si vede alla testa del corteo a scandire slogan, anche se, ogni tanto, un vago sgomento la prende… ma forse è dovuto soltanto all'attesa.

L'autobus la sta portando a destinazione. Sul mezzo ci sono molti altri giovani come lei, ma l'atmosfera non è la solita; avverte in loro qualcosa di strano…probabilmente sono nel suo stesso stato d'animo. Scherzano, ma non c'è allegria nelle loro risate e le loro voci hanno toni alti, come volessero farsi coraggio. Si sente che quel giorno non è un giorno qualsiasi: non lo sanno ancora…ma oggi molti di loro conosceranno la bestialità e l'incoerenza dell'essere umano.

 

Sono le 9,15.

Scende ed è con sollievo che vede qualcuno dei suoi amici che già aspettano vicino al luogo dell'appuntamento. Tra loro c'è Angela e Edoardo. Si sono conosciuti al Liceo ed è stata subito amicizia, anche se, con Edoardo, l'amicizia si è poi trasformata in qualcosa di più tenero. Ciò che di lui lo aveva colpita, era il sorriso... un sorriso che le faceva dimenticare le preoccupazioni e trasformava la tristezza in allegria. Anche ora, guardandolo, sente che il vago timore che l'accompagna dal mattino si sta dissolvendo. Un fugace abbraccio, i soliti saluti e l'attesa per i ritardatari.

Il programma della giornata è piuttosto semplice: seguiranno la manifestazione che, partendo dal luogo del raduno, attraverserà il quartiere per poi dirigersi e concludersi all'inizio della zona vietata ai manifestanti. Qui si fermeranno e manifesteranno le loro idee pacificamente. La parola d'ordine è "Evitare incidenti " e non è assolutamente loro intenzione arrivare a questo. Sono ragazzi pacifici che semplicemente vogliono dire la loro parola in difesa di coloro che vivono in Paesi economicamente più deboli e mai si sognerebbero di usare forme violente per manifestare il loro dissenso.

Il loro gruppo, circa venti amici, è ora al completo. Lo spiazzo intorno al luogo del raduno si è affollato di giovani e meno giovani, tutti accorsi a manifestare per quello che ritengono giusto. Sono migliaia e Sandra è ora euforica; si rende conto di stare vivendo una giornata della quale serberà il ricordo: Improvvisamente, vede qualcosa che la mette in agitazione: su un lato della piazza ci sono giovani che indossano abiti neri… alcuni hanno anche un fazzoletto sul viso per nascondere i lineamenti. "Chi sono?" chiede a Edoardo. Anche lui, come altri del gruppo, ha notato i movimenti di questi giovani, ora più numerosi, che tendono a defilarsi all'interno del corteo che si sta formando. A guidarlo ci sono giovani con tute bianche che, con le mani alzate in segno di pace, iniziano a muoversi. Sandra e i suoi amici si trovano a poche decine di metri dalla testa del corteo quando si rendono conto di uno strano movimento alle loro spalle: una parte dei giovani vestiti di nero, tutti ora con il viso coperto e con oggetti contundenti in mano, si sta portando sui lati, come a voler sopravanzare i manifestanti.

Edoardo si rende conto che sta per succedere qualcosa e, chiamati gli amici a lui vicino, prende Sandra per mano e la conduce fuori dal corteo; con lei c'è anche Angela e qualcun altro. Il gruppo di facinorosi sembra quasi obbedire ad un ordine perché, improvvisamente, comincia l'opera di devastazione. Macchine date alle fiamme, saracinesche divelte e vetrine infrante, banche incendiate: è l'inizio di ciò che non doveva essere. La violenza sta prendendo il posto della contestazione pacifica. Iniziano gli scontri con la Polizia. Le sirene delle autoambulanze annunciano i primi feriti.

Sandra è ora impaurita. Tutte le belle idee sulla fratellanza, civiltà e amore stanno andando in frantumi;

vede ragazze come lei trascinate per i capelli; giovani sanguinanti che corrono in cerca di un riparo; signori anziani che cadono urtati da persone in fuga. Iniziano i lanci di lacrimogeni: è il caos.

Fortunatamente è riuscita a portarsi fuori dal corteo appena in tempo e si trova in una posizione abbastanza tranquilla, rispetto agli altri manifestanti. Il fumo acre del gas arriva anche a lei… apre lo zainetto e, imitando gli amici, si mette in bocca una fetta di limone e si copre il viso con il fazzoletto. Si accorge di avere le guance bagnate dalle lacrime, ma non capisce se questo è dovuto al lacrimogeno oppure alla gran rabbia che le sta attanagliando il cuore, nel vedere l'esplosione di una violenza che non risparmia nessuno.

Non aspettano di vedere la conclusione di questa manifestazione. Si ritrovano in una decina d'amici e decidono di portarsi in una zona più calma ed attendere che gli incidenti si plachino.

 

Sono passate le 12 e Sandra telefona ai genitori per dire che non è a casa di Angela, come aveva precedentemente detto, ma che, insieme, sono andate a studiare da un'amica, appena fuori città; almeno i rispettivi genitori saranno tranquilli, sapendole lontane dal centro.

Hanno abbandonato il corteo principale e si sono uniti ad alcune migliaia di persone che, pacificamente e per altre strade, si stanno dirigendo verso la zona vietata. Alle loro spalle le sirene delle ambulanze continuano a far sentire il loro urlo e colonne di fumo nero salgono al cielo. Gli esercizi che hanno l'accesso alle strade interessate dalla manifestazione hanno già le saracinesche abbassate e, forse dovuto alle notizie che iniziano a diffondersi, anche gli altri si stanno adeguando. Tra pochi minuti tutto il centro sarà chiuso e Sandra avanza lungo strade ora occupate solo dai manifestanti. Anche coloro che normalmente assistono al passaggio delle manifestazioni, si sono barricati dietro le serrande protettrici di un bar o sono tornati precipitosamente a casa.

Certo, non si aspettava nulla di simile e quanto ha visto la rende confusa. Gli avvenimenti si stanno succedendo troppo in fretta e lei non è preparata a questo. I suoi genitori le avevano raccontato di quando, anni prima, avevano partecipato a manifestazioni , ma non aveva prestato eccessiva attenzione agli incidenti che descrivevano nei loro racconti.. forse pensava ad esagerazioni, ma ora…. ora si rende conto di stare vivendo la stessa esperienza e ne ha paura.

Le ore stanno passando e Sandra si rende conto che, nonostante tutto, l'appetito non è sparito. Ciò che rimane del gruppo iniziale di amici, una decina, decide di fermarsi in una piazzetta laterale per dare fondo alle provviste, scarse in verità, portate da casa. Si approfitta della pausa per ascoltare le notizie trasmesse dalla radio e, naturalmente, per far funzionare a pieno ritmo i cellulari. Ciò che sentono, unito a quello che hanno vissuto, li rende silenziosi. Non si scherza più. Stanno succedendo cose gravi.

Edoardo chiama un suo amico ed è messo al corrente della necessità di una presenza costante di persone nella scuola che ospita l'organizzazione della manifestazione. Corrono voci strane ed è importante che l'edificio sia presidiato, anche durante la notte. Edoardo e alcuni giovani decidono di andare. Sandra e Angela si guardano… certo, hanno paura adesso, ma sanno che questa è l'occasione per prendere coscienza della vita, anche nei suoi aspetti più tristi e dolorosi. Decidono di unirsi al gruppo.

Nel tardo pomeriggio lasciano definitivamente i vari cortei che continuano a percorrere le vie cittadine e si avviano a piedi, la città è paralizzata, verso la scuola dove rimarranno a dormire. Sono alcuni chilometri, ma Sandra non sente la stanchezza. La sua attenzione è tutta rivolta nel constatare i danni causati in questa giornata, che doveva essere esente dalla violenza. Non conosce che cosa abbia dato il via a tutto questo… se quei giovani vestiti di nero, se una polizia che ha reagito in modo troppo violento, se l'improvvisa e incontrollata esplosione di rabbia dei manifestanti, se la voglia di fare danni propria di chi approfitta di questi momenti. Qualsiasi sia il vero motivo, Sandra condanna tutto quello che è successo. Crede nella democrazia e nell'uguaglianza tra i popoli, parole per lei non vuote e ora vuole dare il suo contributo fino in fondo. La paura ha lasciato il posto alla determinazione e, spinta da questi ideali, si appresta a vivere da protagonista la "sua" notte.

 

E' sera.

Telefona ai suoi spiegando che, dato il perdurare dei disordini in città, sia lei sia Angela, si fermeranno a dormire presso la loro amica. Angela ha fatto lo stesso con i suoi genitori. Con gli amici rimasti consuma una cena a base di panini e quindi, dopo aver commentato gli avvenimenti della giornata, si lascia vincere dalla stanchezza e si sdraia in un angolo della stanza.

Il riposo è di breve durata… all'interno della scuola sta succedendo qualcosa di grave: urla, pianti, rumore di oggetti in frantumi, sciabolate improvvise di luce che attraversano i corridoi, ombre che fuggono nella penombra. Non riesce a rendersi conto di nulla. Sente una mano che stringe la sua e la voce di Edoardo che la sprona ad alzarsi e fuggire. Cerca Angela… ma non è più vicina a lei. Chiede ad Edoardo ma non riceve risposta e inizia il suo incubo.

Inciampa in qualcosa o qualcuno steso a terra… cade… si rialza e comincia a correre verso l'uscita. Improvvisamente un colpo violento alla testa, le mani che si alzano a protezione del capo e che tornano bagnate del suo sangue. Si sente svenire ed il terrore la sta paralizzando. Edoardo si accorge di questo e, sorreggendola, cerca di portarla fuori dalla scuola. Subito fuori dell'edificio sono avvicinati da volontari della Croce Rossa. A Sandra sono apprestati i primi soccorsi…fortunatamente si tratta soltanto di un taglio, doloroso ma non grave; sono applicati due punti di sutura e, immediatamente dopo, possono allontanarsi. Ora la paura lascia il posto a una crisi nervosa e le lacrime scorrono inarrestabili lungo il suo viso. Cerca Angela, ma con lei è rimasto solo Edoardo… gli altri amici sono scomparsi nel trambusto di quanto successo. Si trovano in una zona relativamente tranquilla e dalla quale possono vedere lo svolgersi degli avvenimenti. Le ambulanze s'incrociano con i mezzi della polizia... vedono giovani spinti nei cellulari, sentono ragazze urlare e intorno il caos. Sandra inizia a rendersi conto di ciò che sta succedendo, ma le rimane difficile accettare che sia tutto vero…tra poco si sveglierà da quest'incubo, rivedrà la sua amica Angela e le racconterà del brutto sogno fatto.

Edoardo la scuote e la invita a farsi forza ed a seguirlo. Arrivano in una zona "pulita", dove gli scontri e i cortei non sono arrivati: sembra di essere in un'altra città. Trovano anche un bar aperto e, finalmente, possono riposare.

Sandra prova a formare il numero del cellulare di Angela e grande è la gioia nel sentire la sua voce; non è lontana dal punto in cui loro due si trovano e presto anche l'amica, insieme con altri due ragazzi superstiti del gruppo, arriva al bar. Fortunatamente a loro non è successo nulla perché sono riusciti ad allontanarsi dalla scuola in tempo; nessuno ha voglia di parlare… in tutti c'è una gran tristezza; non immaginavano che sarebbe finita in questo modo. Hanno sempre sentito parlare di diritto del cittadino a manifestare le proprie idee ed ora si ritrovano a doversi interrogare a quali diritti ci si riferiva. Sono delusi e offesi… qualcosa sì è rotto dentro di loro. Sono stati fortunati in questa circostanza, ma quanti altri hanno dovuto subire? Sandra ha sempre portato rispetto verso le istituzioni; le hanno insegnato che un Paese civile prospera in funzione del livello di democrazia che s'instaura tra i componenti della società in cui si vive; che i deboli devono essere protetti dagli abusi dei più forti; che i giovani sono il futuro del Paese. Ma se tutto ciò è vero, dove sono ora questi censori? Chiusi al sicuro, dietro ad una vetrata, a guardare e criticare l'operato di questa gioventù "violenta"? Oppure pronti, domani, a dare spiegazioni cervellotiche sui fatti accaduti e suggerire il loro rimedio?

 

Sono le 3 di una domenica mattina. Tra poco Sandra tornerà a casa, ferita nel corpo e nell'animo. In questo momento non si sente in grado di dare un giudizio su ciò che ha vissuto o di tracciare una linea di demarcazione tra il bene e il male, tra il buono ed il cattivo, tra il giusto e l'ingiusto. Le ci vorrà del tempo per darsi una risposta, ma ai genitori, che certamente la rimprovereranno per la sua imprudenza e le bugie dette, porrà una domanda: "E' veramente questo il mondo che noi giovani ci ritroveremo in eredità?".

 

                                                                                                                                                (Albino)