Traversata "Premužiceva staza"
(Sentiero Premužic)

Velebit settentrionale (Sjeverni Velebit)
Alpi Dinariche - Croazia


difficoltà: E (La gita non presenta difficoltà alpinistiche. E' richiesto solamente un buon allenamento per la seconda giornata a causa della lunghezza del percorso e del notevole dislivello da compiere in discesa.)

tempi: primo giorno: un paio d'ore
secondo giorno: 7/8 ore

punto di partenza: rifugio Zavižan (m 1.594)

come arrivare: Trieste - Muggia (valico di Rabuiese) - Rijeka (Fiume); si prosegue in direzione di Zadar (Zara) fino a Jablanac (strade a pedaggio)

 

L'ambiente:

II sistema montuoso del Velebit, facente parte delle Alpi Dinariche, si estende per circa 145 chilometri, con orientamento N-E, parallelamente alla costa. La penetrazione dal mare verso l'interno va da un minimo di 10 Km ad un massimo di 30. Inizia a Vratnik, nell'entroterra di Segna (Senj), e termina a Zrmanje, circa alla stessa latitudine di Zara. La catena abbraccia nel suo sviluppo tre regioni croate: a nord e nella parte interna la Lika, nella parte superiore confinante con il mare adriatico il Litorale Croato, e nella parte più meridionale la Dalmazia. I Velebit sono i monti più alti della Croazia. Visti dal mare appaiono come un'uniforme, brulla ed imponente catena rocciosa che cala a picco sulla costa. I suoi versanti interni contrastano, però, con questa visione: il paesaggio, qui, si addolcisce e si presenta rigoglioso di vegetazione e di boschi. L'ambiente è estremamente selvaggio, habitat naturale per i grandi predatori quali gli orsi, i lupi, le linci, ma anche per le specie erbivore tra le quali i caprioli, i cervi e, sui versanti rocciosi, i camosci.
Uno dei principali motivi che da sempre ha attirato in questi luoghi l'attenzione di studiosi e botanici è la ricchezza della flora ed il forte contrasto tra la vegetazione mediterranea e quella continentale, ambedue presenti, nonché i numerosi ed interessanti endemismi, tra cui la "degenia velebitica" e la "sibirea croatica", piante uniche al mondo.
Accentuati fenomeni carsici contraddistinguono queste montagne: guglie, pinnacoli, torri bizzarre, formazioni calcaree, effetto di una carsificazione molto avanzata, si alternano continuamente a pozzi verticali, doline e profondi inghiottitoi, dando vita ad un'orografia tormentata e complessa.
L'escursione si svolge nella parte superiore del Velebit (che va da Vratnik sopra Senj a Jablanac), in quel territorio ulteriormente suddiviso in tre aree geografiche diverse: lo Zavizan, il Rajinac ed i Rozanski Kukovi. E' quest'ultima la zona più caratteristica con la maggior concentrazione di fenomeni carsici e con oltre 50 cime che superano i 1.600 metri.
II sentiero "Premuzic" si svolge ad un'altitudine media di 1.500 - 1.600 metri. Si tratta di un'imponente opera edilizia, lunga 50 km, realizzata tra il 1930 ed il 1933 sotto la direzione dell'ingegner Ante Premuzic. La realizzazione del sentiero ha permesso agli escursionisti di conoscere ambienti naturali altamente remunerativi che in precedenza risultavano praticamente inaccessibili. Il tracciato si snoda, infatti, per lunghi tratti nella viva roccia e, grazie alle notevoli opere eseguite (muri di contenimento, livellamenti, ponti e scale) permette quasi sempre di camminare in piano pur sviluppandosi in una zona dalla morfologia molto tormentata, consentendo, quindi, di assaporare senza fatica la varietà degli ambienti attraversati (le splendide faggete, le lande e le zone calcaree) e di ammirare di tanto in tanto lo splendido panorama sulla sottostante costa frastagliata, sul mare azzurro e profondo e sulle isole di Veglia, Arbe e Pago.

 

Il percorso:

Primo giorno
La "Zavratnica", è una caratteristica valle marina che penetra nella terraferma insinuandosi a lungo tra le nude roccie calcaree della costa dalmata. Il sentiero turistico si sviluppa per 800 metri sul lato ovest della valle toccando alcuni belvedere ed una breve galleria artificiale. Giunti al rifugio Zavizan sarà d'obbligo intraprendere la breve salita al Vucjak, cima posta alle spalle del rifugio raggiungibile dallo stesso in pochi minuti, per avere subito un primo quadro d'assieme del particolare ambiente in cui si svolgerà la gita e per godere del panorama mozzafiato sulla sottostante costa dalmata e sulle isole di Veglia, Arbe, Primo, San Gregorio e Goli Otok (Isola Calva).
Ritornati al rifugio si scende alla sella erbosa posta tra il Vucjak ed il Zavisanska Kosa. Per raggiungere quest'ultima cima, si sale per breve tempo il suo erboso crinale orientale. La successiva discesa si svolge su terreno prettamente carsico, tra massi rocciosi e profonde fenditure, e richiede un minimo d'attenzione. Giunti su una solitaria sella erbosa, su prati in fiore si perde leggermente quota sino a toccare il fondo di una dolina. Si torna a salire con percorso vario ed articolato in una zona caratterizzata da notevoli affioramenti calcarei. Con un ultimo e breve passaggio su roccia, si giunge sulla vetta del Balinovac (splendido panorama).
Per ghiaione e rado bosco di abeti, si scende sino al sentiero che percorre ad anello il bordo superiore dell'orto botanico. Lo si segue sulla destra ed in breve s’imbocca, sempre a destra, il sentiero che sale ripidamente in una fitta faggeta e conduce sulla cima del Veliki Zavizan. Si perviene sulla panoramicissima vetta superando un ultimo tratto tra rocce e mughi.
Per rientrare al rifugio si scende lungo un sentiero diverso, ripido e roccioso all'inizio, più dolce in basso, dove attraversa una fascia boscosa. Termina su una strada forestale nei pressi dell'entrata principale dell'orto botanico, creato nel 1966 e che si estende su una superficie di 30 ettari. Si sale per tracce di sentiero sino a toccare nuovamente la sella tra il Vucjak ed il Zavizanska Kosa, e da qui, in breve, al rifugio.

 

Secondo giorno
Si scende lungo lo sterrato d'accesso al rifugio, passando accanto ad una cappella alpina, e si prosegue in piano lungo la strada sterrata che volge a destra sino ad arrivare nel punto in cui inizia il sentiero Premuzic (cartello indicatore). Si abbandona quindi la strada forestale piegando decisamente a destra attraverso un bel prato. Si prosegue comodamente in un bellissimo bosco di faggi. Via via che si avanza, si faranno sempre più frequenti gli affioramenti calcarei ed i fenomeni carsici: il sentiero continua, tracciato per lunghi tratti nella viva roccia. Ci si avvicina così velocemente alla zona carsica più caratteristica dell’itinerario, denominata "Rosanski Kukovi", un'area contraddistinta da un'impressionante quantità e concentrazione di fenomeni carsici; un paesaggio caratterizzato da profonde e strette doline imbutiformi, da voragini e pozzi verticali, da bianche ed imponenti masse rocciose dalle forme più strane che svettano e s'innalzano prepotentemente dall'intricata vegetazione sottostante. Prima di raggiungere il punto più alto della traversata, è consigliabile deviare dal percorso principale per salire in 15 minuti la panoramica cima della Gromovaca.
Ritornati sui nostri passi, si prosegue ancora in ambiente carsico sino a raggiungere il bivacco Rossi, posto ai piedi di strapiombanti pareti rocciose. Il bivacco è dedicato a Ljudevit Rossi, appassionato studioso autodidatta nato a Segna nel 1850 e considerato uno dei più grandi botanici croati.
Il sentiero continua attraversando fasce rocciose e, dopo una lunga e caratteristica scalinata da percorrere in discesa (deviazione per la cima della Crikvena - m 1.641), si fa più dolce e s'immerge in un fitto bosco di faggi. Prosegue a lungo a mezza costa e, dopo un lungo e splendido tratto in lieve salita in un'idilliaca faggeta, conduce in una zona più aperta, attraversando la landa carsica sita alle falde del Seravski Vrh (m 1.665). Proseguendo per prati e boschi, si giunge sul bordo superiore dell'altipiano in prossimità del monte Alancic (m 1.611). La successiva e un po' erta discesa nel fitto bosco, permette di giungere in breve al rifugio Alan.
Si prosegue in leggera discesa lungo una rotabile sterrata e, giunti sull'orlo del secondo ciglione carsico che sprofonda verso la costa, si scende più ripidamente per traccia segnalata sino ad arrivare su di un ampio terrazzo coltivato. Proseguendo in piano ci si avvicina al terzo ed ultimo bordo dell'altipiano: è questa una zona dalla morfologia accentuatamente carsica. Il sentiero passa tra guglie, pareti strapiombanti, antri e rocce dalle forme bizzarre. Attraverso un passaggio roccioso detto "la porta dei Turchi" si perde rapidamente quota, con il sentiero che si abbassa lambendo le pareti rocciose (accertata la presenza del camoscio pur a quote così basse).
Giunti alla strada sterrata che sale al rifugio Alan ed attraversatala, dopo un centinaio di metri, s’imbocca un sentiero segnalato che conduce a Jablanac e si dirige verso la strada di grande transito Reka (Fiume)-Zadar (Zara), dove si conclude l'escursione. 
 

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