Jof di Montasio,  (m 2753)

Alpi Giulie


 

via normale da sud per la scala Pipan

difficoltà: EE

dislivello: 900 metri

ore: 3/3.30.


Il Montasio - versante S

L'ambiente:

lo Jof di Montasio (Montasch in tedesco, Poliski Spik in sloveno) è la seconda cima delle Giulie, degno contraltare al Tricorno al di qua del confine, dall'aspetto vario a seconda dei versanti, ma comunque pittoresco ed imponente. Le sue possenti bancate rocciose si innalzano sul versante Sud dai pascoli dei Piani di Montasio, vero luogo d'origine dell'omonimo formaggio, mentre a Nord sovrasta l'abitato di Valbruna e la Val Saisera.

Particolarmente impressionante è la parete Ovest, che sale per più di 1.500 metri dal fondo della Clapadorie con una parete regolare e compatta, percorsa dalla via "di Dogna", uno degli itinerari più lunghi (il dislivello totale raggiunge i 1.900 metri) delle Alpi Orientali. Le difficoltà piuttosto basse (II) non devono trarre in inganno; per la lunghezza, che impone di procedere per lo più di conserva, e l'ambiente assai poco "addomesticato", richiede grande esperienza alpinistica e molta attenzione.

La cima è posta al culmine di tre creste: quella SSO, la più breve, che scende sulla Forca Disteis; la N, che si abbassa alla Forca del Montasio per proseguire fino alla Sella di Somdogna; la ESE, la principale, che costituisce il corpo della montagna e forma una poderosa bastionata percorsa da alcuni dei più bei percorsi attrezzati delle Giulie

Monte prediletto da J. Kugy, che vi aprì ben otto tra vie e varianti, e a cui dedicò il capitolo conclusivo di "Dalla vita di un alpinista", venne salito per la prima volta da H. Findenegg ed A. Brussofler il 18 agosto 1877 per la via da SO. Il panorama, di eccezionale vastità, si estende, in condizioni ottimali, fino ai Colli Euganei.


Jof di Montasio - l'imponente versante ovest

 

La via:

dal rifugio Di Brazzà (m 1660, h 0.15 dal parcheggio), si seguono tracce di sentiero tra i pascoli in direzione Nord Ovest, salendo obliquamente fino ad incontrare un sentiero ben evidente che rimonta  lungamente il fianco erboso del monte. Poco sotto la Forca Disteis (m 2180 ca. - merita una breve digressione per ammirare l'impressionante Clapadorie) il sentiero devia decisamente a destra e, attraversato un ghiaione, porta ad uno zoccolo roccioso (bivio, a sinistra si va per la via Findenegg), che si risale per roccette gradinate seguendo le tracce di passaggio. Alla sommità dello zoccolo il sentiero prende a salire su terreno prevalentemente detritico sotto una fascia di rocce dirupate, fino a giungere all'inizio di un ghiaione alquanto ripido che si rimonta faticosamente; ci si tiene a sinistra (la via originale prosegue verso destra per i ripidi verdi fino alla Forca Verde) portandosi verso la base di una lunga scala metallica (scala Pipan), alta circa 70 metri, dopo la quale altri 30 metri attrezzati con corde fisse portano in cresta. Dopo le aste di ferro infisse sulla spalla, si procede lungo la cresta sommitale con leggeri saliscendi. La cresta diventa più larga, il sentiero passa dai resti in cemento del bivacco Garrone (i fratelli Garrone rimasero quassù per lungo tempo a presidiare la cima durante la guerra 1915-18) ed infine, per detriti, sale alla vetta. (h 3/3.30)
In cima una piccola campana ricorda l'alpinista triestino R. Deffar.

 

Discesa:

per la via di salita (in caso di temporale scendere per la via normale). ore 2/2.30.

Guide:

ALPI GIULIE
G. Buscaini; Guida dei monti d'Italia CAI-TCI; 1974

60 CIME DELL'AMICIZIA
AA.VV.; edito da C.A.I. - O.A.V. - P.Z.S. 1996

ALPI GIULIE - cime, escursioni, vie ferrate
E. Husler; FK editrice - Bolzano; 1998

 

Cartografia:

Tabacco N° 019 Alpi Giulie Occidentali - Tarvisiano (1:25.000)

video

 

torna agli itinerari
home