Le cascate del Boncîc
Prealpi Giulie



dislivello: 200 m
difficoltà: E
tempi: h 3.30 (tempi larghi per godersi l'ambiente)
punto di partenza: agriturismo Campo di Bonis (Taipana)

come arrivare:
da est: autostrada fino a Udine sud, prendere la circonvallazione ovest in direzione nord; seguire le indicazioni per Tarvisio fino ad imboccare la statale N° 13, direzione Nord; da qui seguire le indicazioni per Nimis.
Dal centro del paese si seguono le indicazioni per Torlano e Taipana uscendo verso nord, lungo la strada che si immette nella angusta valletta del torrente Cornappo. Si continua a fianco del corso d’acqua fino al bivio per Taipana dove si devia a destra. Dopo un paio di tornanti ed una marcata curva, la strada raggiunge le prime case di Taipana presso le quali si seguono a sinistra le indicazioni turistiche per il Campo di Bonis. Raggiunto il grande pianoro, lasciare l’automezzo nel parcheggio dell’azienda agrituristica (m 682).
da ovest:
come sopra.
 


L'ambiente:
Interessante percorso naturalistico in un ambiente da pochi conosciuto e raramente frequentato.
Scendendo abbastanza rapidamente nei terreni marnoso-arenacei del Cenozoico inferiore, si entra nella stretta forra che il rio Boncìc si è potuto erodere in tempi geologicamente brevi.
Questi terreni poco consistenti, ma stratificati, hanno permesso che si formasse un letto non molto pendente, ma dotato di molti salti che hanno dato appunto origine alle cascate. L'ambiente è alquanto selvaggio, anche se non opprimente, con i raggi del sole che penetrano nella stretta, sgusciando tra il fogliame del bosco.
In questa situazione geomorfologica, la vegetazione risente più tardi dell'influenza della primavera. Si è davvero lontani da ogni centro abitato, in piena solitudine, dove la foresta può accogliere il ritorno dei più grandi animali selvatici indigeni, un'isola di silenzi e di sensazioni primordiali. Splendido si presenta il sottobosco di aprile interamente ricoperto da estesi tappeti di crochi e anemone dei boschi.

Il percorso:
Dal parcheggio, seguendo le indicazioni, si prende a sinistra e poi a destra, oltrepassando le costruzioni adibite a stalle. Poco prima di giungere ad una casetta isolata si attraversa il recinto sulla sinistra mirando ad un segnavia più in basso dove la mulattiera riprende ben marcata. Ad un bivio tabellato ci si tiene sulla sinistra lasciando il ramo di destra per il ritorno e si prosegue lungo la mulattiera che dopo poco incontra una recinzione. La si supera con l’aiuto di una scala in legno entrando in una grande radura prativa con mangiatoia.
Qui i segnavia scarseggiano ed allora ci si tiene sulla sinistra, lungo la recinzione, fino ad incontrare nuovamente le segnalazioni che conducono all’interno di un bosco dove ha inizio la discesa. Inizialmente poco impegnativa la pendenza si fa man mano più decisa; scalini in legno consolidano già dall’inizio il tracciato cercando di rendere più agevole il percorso. Il sentiero giunge poi su uno sperone boscato a strapiombo sulla forra del rio Boncic, dove un cavo passamano assicura la calata verso il greto. Raggiunto il punto più basso dell’escursione (m 533), in corrispondenza di una prima cascatella, inizia l'interessante risalita lungo la sinistra orografica del rio. Destreggiandosi sui sassi lungo i bordi, si prende a costeggiare il greto lungo il quale fioriscono a primavera polmonaria, bucaneve, erba trinità e fior di stecco. Tutti i punti in cui il sentiero lo richiede sono stati ottimamente attrezzati, anche se occorre in ogni caso fare attenzione, data la natura scivolosa del substrato sul quale si cammina. Un successivo tratto impervio è stato dotato di una piccola passerella in legno che rende agevole il passaggio sui grossi massi ricoperti dal muschio. Si giunge così al punto in cui il rio compie una decisa ansa in corrispondenza di un'alta cascata. Per evitare il salto impraticabile, il sentiero sale ripido sulla destra facendo ancora uso di gradini in legno e giungendo alla sommità del salto dove un’altra cascata forma una grande pozza di acqua verde brillante. Ancora una ripida risalita assicurata dal cavo metallico e si raggiunge una specie di dorsale, dalla quale si ridiscende per pochi metri verso il greto. Il tratto conclusivo presenta un andamento più lineare e tranquillo e termina con un'ansa dopo la quale si trova l’ultima cascata. Questa dà origine ad una grande vasca che ospita ai suoi bordi la fioritura della petasite bianca e della vistosa calta palustre.
Abbandonato definitivamente il greto del rio, si risale lungo un solco che conduce alla distesa prativa con mangiatoia incontrata in precedenza. Tenendo la sinistra, si oltrepassa la recinzione tramite una scala in legno, quindi si riguadagna il bivio principale dal quale si rientra al parcheggio.

 

 
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