FRANCESCO LORENZO PULLE'

Biografia

 

" UN  UOMO  D'ALTRI TEMPI "
... quando egli morirà portatelo con voi e riducetelo in miriadi di stelle ed egli farà si’ bella la faccia del cielo che il mondo intero s’innamorerà della notte e più non s’accorgerà del lucente sole (Shakespeare)

 

 

 

 

 

 La bandiera del piccolo ducato di Modena è costituita dal grande stemma Austro-Estense circondato da un serto di alloro ed uno di quercia e sormontato dalla corona Ducale, i bordi di colore azzurro. Lo stemma è composto nel seguente modo: 1° partito Ungheria Antica e Moderna, 2° Boemia 3° Milano e Venezia, 4° Galizia e Lodomiria.

Francesco Lorenzo Pullè, conte di San Florian, nacque a Modena il 19 marzo 1850 da nobile ed antica famiglia, le cui origini risalgono alle Fiandre Belghe. In questi luoghi, fin dal 1200, il casato dei Pullè possedeva signorie, feudo e diritto di alta e bassa giustizia. Ancora oggi, in Belgio nei pressi di Anversa, esiste la cittadina che porta il nome della famiglia .

Il padre Carlo era ufficiale delle Guardie del Duca di Modena, Francesco IV, ma di forti simpatie risorgimentali. La madre, Virginia Ricci chiamata "la rosa del Frignano", sia per la sua bellezza, sia per la sua bontà, portò in dote un podere a San Venanzio di Maranello. Carlo Pullè, maggiore dell'esercito in ritiro, nel tempo libero dalle cure per la moglie e i sette figli si dedicava a studi di strategia militare scrivendo vari trattati sull'argomento - Felice e Frangiotto Pullè (a cura di), Cenni storici della famiglia Pullè, Tipografia Moderna, Riccione, 1937,

In questo clima patriottico e di impegno politico e militare, crebbe il giovane F. L. P, che appena quindicenne fuggì di casa per raggiungere Garibaldi, combattente allora nel Trentino (III guerra di indipendenza 1866). Alla fine degli anni '60, lo troviamo studente a Firenze, dove pubblicò a 19 anni il suo primo libro: Osservazioni sull'opera del signor De Cherier - l'histoir di Charles VIII. In questa città si laureò in lettere nel 1872 a 22 anni.

Quale vincitore di un premio per studi all'estero, si recò a Berlino, dal 1873 al 1875, dove si specializzò in "sanscrito e lingue morte"e pubblicò, appena ventitreenne, un saggio intitolato “Piccola crestomazia di sanscrito”. Tornato in patria, pubblicò nel 1882 "La Grammatica Sanscrita", la prima in Italia; un testo fondamentale per questa disciplina che insegnò, prima come professore straordinario, poi ordinario (con R.D. 1.7.1886) presso la Cattedra di Sanscrito e Storia Comparata delle Lingue Classiche all'Università di Padova. Passò poi all'Università Normale di Pisa dove fondò nel 1890 l'Istituto di Glottologia, considerato il più antico del mondo.

Nel 1899 fu chiamato all'Università di Bologna, dove tenne la cattedra di Filologia Indo-Europea sino al suo 75° anno di età. Come condizione alla accettazione della nomina, pose l'apertura del - Gabinetto di Glottologia -, di cui intendeva servirsi per lo studio dei dialetti italici, una delle branche della sua attività di studioso. Insegnò Inoltre, come incaricato, Lingue Italiche Antiche e Dialettologia dell'Italia Moderna.

Nel 1910 divenne Preside della Facoltà di Lettere, incarico che coprirà per alcuni anni. Nel cinquantenario del Risorgimento (1911) tenne il discorso di inaugurazione dell'anno accademico dal titolo “Le origini dell'Italia contemporanea”. In tale occasione ebbe modo di trattare argomenti relativi alla fisiognomica e all'antropologia, interessi, strettamente collegati agli studi delle lingue antiche, che lo accompagneranno per tutta la vita. F. L. P non fu soltanto un letterato ma emerse anche come uomo politico e diverse volte gli furono offerte candidature alla Camera sia come rappresentante di Laveno sul Lago Maggiore, dove possedeva terreni e proprietà, che come rappresentante (non elettivo) del Collegio di Sassuolo di Modena. Fu ripetutamente eletto consigliere comunale a Bologna nelle liste socialiste.

Dall'anno 1902 al 1912 fece parte anche del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. La sua carriera politica culminò nel 1913 quando fu nominato Senatore del Regno. Il 24 maggio 1915, all'età di 65 anni, si arruolò volontario come soldato semplice nel 35° Reggimento Fanteria per poi passare al 15° reggimento bersaglieri nell'estate del 1916 col grado di capitano. Il 1° gennaio 1917 fu decorato con Medaglia d'Argento per i fatti dell'ottobre del '16 a quota 208 di Monfalcone. A questa si aggiunse la Croce di Guerra, due brevetti per ferite e tre promozioni per merito di guerra. Il suo brillante stato di servizio lo porterà in tre anni ad acquisire il grado di tenente colonnello nel 6° Bersaglieri di Bologna (vedi il capitolo).

Dopo essere andato in pensione dall'Università nel 1925, F. L. P continuò a studiare e a scrivere e nel 1927 pubblicò tre corposi volumi "Italia genti e favelle" F.lli Bocca editori in Torino che è un ambizioso disegno antropologico linguistico e storico dell'Italia dal paleolitico fino alla prima guerra mondiale. I volumi contengono una miniera di notizie e anche curiosità che riflettono l'eclettismo dell'autore. C'è persino, infatti, lo studio sui morti, sui feriti e sulle medaglie al valore conseguite dai militari delle varie regioni italiane nella guerra 1915-18, per cercare di determinare il valore delle singole popolazioni (lo studio prendeva atto della pubblicazione statistica di quegli anni nominata "Albo d'oro" regionale dei caduti e delle ricompense della Grande Guerra).

F. L. P morì nel 1934 ad Erbusco, nella villa della seconda moglie Marchesa Zeni. Precedentemente fu sposato con la nobildonna Antonina Carcano, dalla quale ebbe due figli: Giorgio Gino, professore di geografia presso l'Università di Padova, e Stephania, valente pittrice della quale possiamo ammirare un quadro raffigurante il padre, per lungo tempo collocato all'Ingresso del Rettorato della nostra Università di Bologna.

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