E’ un disco maturo, questo fresco esordio da solista di Enzo Granella. Il musicista è personaggio di grande esperienza e non soltanto sotto il profilo musicale, vista la sua sensibilità artistica capace di farsi parte integrante, quando non addirittura promotrice, di progetti musicali anche diversi fra loro.

Già attivo agli inizi degli anni '90 a Taranto, sua città natale, quando diede vita ai Maranja Point (un album all’attivo), e successivamente in quel di Bari dove entra a far parte dei Radicanto, con i quali incide cinque dischi più una sigla televisiva (Aldilà). Prende parte inoltre a collaborazioni varie, il progetto di un gruppo di musica etnica (Nazzica e Scazzica) ed una sporadica attività teatrale.

Tutto ciò ha di fatto condotto ad una maturità d’intenti che evidentemente ha coltivato nell’autore l’esigenza di produrre un lavoro non mutuato da altre personalità, consentendogli perciò di esprimersi in un disco che lo rappresenti al cento per cento. Quello che ha ottenuto è Come le parole, album che si inserisce all’interno della canzone italiana d’autore ma con alcuni momenti di buon classico rock.

Buoni arrangiamenti e soprattutto un’attenzione ai testi, tutti in lingua italiana, rendono Come le parole un disco interessante, da ascoltare in pieno relax perché la musica è costituita per la maggior parte di ballate e le riflessioni di Granello sono interessanti. Pur essendo suonato sostanzialmente in trio e quartetto (ma Granello, oltre a cantare, suona chitarra e basso), e facendo uso di una ampia gamma di strumenti quali sax, flauto, tastiere, organetto e chalumeau, questo lavoro è anche concentrato sulle parole.

Parole cariche di malinconia, pronte a confrontarsi col mondo qui fuori; parole intense e pungenti nella loro schietta semplicità, sostenute da una struttura musicale mai invadente ma che anzi consente al significato dei testi di emergere con tutto il loro significato.

Dopo il breve intro l’inizio è affidato al rock urlato di La colpa che non sai, tirato e diretto ("pago il prezzo, continuo a pagare, pago il prezzo, ancora per quanto salirà?"), che lascia il posto all’inizio malinconico di Prendo il largo, una ballata che nell’inciso prende corpo grazie a ricami di elettrica e basso pulsante. Nella parte centrale vorrebbe un tono di voce più basso per rendere meglio le pulsioni dell’autore. Come le parole, la canzone che dà il titolo al disco, è suonata con il Diomira Invisibile Ensemble che, assieme a Granella, cura anche l’arrangiamento. Il brano si srotola denso e suggestivo: personalmente, penso che le parti strumentali avrebbero meritato maggiore spazio vista l’ottima cornice che hanno fornito al brano. Il quinto brano, Senz’aria, è un pop rock tanto immediato quanto amaro, singolo di un ipotetico Festivalbar di classe, che descrive per immagini la difficile condizione degli immigrati. Molto belle ed interessanti poi sono Tutti Uguali, nella quale si amalgamano bene il tono dolente del canto, echi di sud, un ritmo che affascina per dare vita ad una languida ballata che affronta la contraddizione insita della natura umana, e, soprattutto, Immorale, uno splendido testo in una splendida canzone, la migliore in assoluto, all’interno di un disco che presenta davvero pochi momenti di minore intensità.

Enzo Granella - voce, chitarre, basso
Daniele Abbinante – batteria (Diomira Invisibile Ensemble)
Alessandro Pipino - pianoforte, tastiere, organetto, clavietta
Raffaele Stellacci – piano elettrico, tastiere
Massimo La Zazzera - flauto, chalumeau
Vittorio Gallo – sax soprano (Diomira Invisibile Ensemble)
Adolfo La Volpe – chitarra elettrica in “Come le parole” (Diomira InvisibileEnsemble)
Pierpaolo Martino - basso in “Come le parole” (Diomira Invisibile Ensemble)

Testi e musica: Enzo Granella