Zastava - Brescia per la solidarietà internazionale - Onlus    

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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VIAGGIO A KRAGUJEVAC 16 – 19 NOVEMBRE 2006
a cura di Riccardo Pilato


Giovedì 16 novembre 2006, ore 6 del mattino, zona questura di Brescia, ritrovo dei sei volontari dell’ Associazione Zastava Brescia partecipanti al viaggio in Serbia per la consegna delle quote di adozione a distanza relative al 2° semestre di quest’ anno.

Michela, Riccardo, AnnaMaria, Amneris, Dino e Fabio si accingono a compiere l’ ennesimo viaggio della solidarietà. Ormai da più di sette anni, migliaia di volontari provenienti dalle varie realtà d’ Italia compiono questo viaggio per portare, oltre al sostegno concreto delle adozioni a distanza e altri aiuti, il calore della solidarietà vera dei sentimenti di migliaia di lavoratori, pensionati, famiglie, sindacati, enti e associazioni varie, senza il quale chi come i lavoratori della Zastava, in pratica quasi tutta la popolazione della città di Kragujevac, è stato colpito da una tragedia così grande, difficilmente avrebbe potuto sopravvivere.

Stavolta il mezzo di trasporto è costituito da un capace pulmino messoci a disposizione dalla Associazione Pensionati e Volontari di Urago d’ Oglio, adottante anch’essa e della quale AnnaMaria e Dino fanno parte. Questo mezzo ci consente di trasportare la grande quantità di pacchi e pacchetti che tante famiglie di adottanti italiani ci hanno affidato per consegnarli ai loro ragazzi adottati.

Il viaggio si presenta comodo e tranquillo, alle frontiere tutto fila liscio, ad eccezione di quella serba dove ci viene intimato di fermarci in parte, per eseguire i controlli. Siamo ormai preparati a questo perchè accade in ogni viaggio, ma ogni volta c’è da parte nostra un po’ di apprensione. Poi le paroline magiche
“ humanitarna pomoc Zastava “( aiuti umanitari per Zastava ) aprono perfino le frontiere…quasi sempre.

Il clima meteo è ottimo, fa caldo, 21 gradi in novembre, e alle 18.30 arriviamo al solito distributore situato alle porte della città dove ci attendono Rajka, Goda ( che assiste Rajka al posto di Milja che è andata in pensione ), Delke e Rajko, rispettivamente presidente e vicepresidente del sindacato Samostalni, nostro referente fin dall’ inizio per il “ progetto adozioni a distanza “.
Dopo gli affettuosi saluti e presentazioni, andiamo in albergo, all’ Hotel Kragujevac, un vecchia struttura di stato privatizzata e in fase di ristrutturazione, in centro città. Dopo un’ oretta ci ritroviamo presso il ristorante dell’ albergo per la cena che si svolge in un’atmosfera rilassata ed amichevole, durante la quale Rajka ( che parla benissimo l’ italiano ) ci illustra il programma delle due giornate di permanenza in città, e ci rendiamo subito conto che è intensissimo e impegnativo sotto ogni aspetto.

Del resto la delegazione è composta da adottanti e rappresentanti di Associazioni per complessive 12 ragazze e ragazzi adottati e, come ormai è uso fare da molti anni, si va a far loro visita per un momento di conoscenza diretta e per uno scambio di sinceri sensi di affetto. Per cui Rajka ha predisposto la visita a casa di sei famiglie, presso due delle quali siamo invitati a pranzo in una, a cena in un’ altra.
Oltre ai contatti con le famiglie, è previsto per venerdì mattina un incontro con la Sig.a Slavica Savelijc, assessora ai Servizi Sociali del Comune di Kragujevac, e infine la consegna delle quote di adozione, nel corso di una assemblea pubblica, nella mattinata di sabato.

E così, il mattino del venerdì veniamo prelevati da Bojana e accompagnati al Comune, presso il quale lavora in qualità di interprete. Il percorso è breve e lo effettuiamo a piedi. Abbiamo così modo di vedere che la città si sta lentamente (molto lentamente!) riavviando ad una parvenza di normalità. Molti negozi, bar, ristoranti, ritrovi anche di un certo livello, stanno alzando le saracinesche che sono rimaste chiuse per tanti anni, segno inequivocabile che almeno una parte della gente ha la possibilità di accedervi, ma che, come avremo la possibilità di constatare, tanta parte della popolazione ha ben altri problemi che andare a gustare un gelato in questi luoghi.

Con l’ Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Kragujevac abbiamo avviato una collaborazione per effettuare una serie di progetti, da soli o con la partecipazione di altre associazioni Zastava italiane, tendenti a dotare la città di strutture socio-sanitarie delle quali risulta carente a causa della restrizione delle risorse economiche imposte dalla guerra che ha smembrato la Jugoslavia e dai successivi bombardamenti Nato che hanno messo in ginocchio quello che di questo stato era rimasto.

Stamane si parlerà dello stato dei lavori riguardanti il “Centro di Assistenza e Cura per ragazzi affetti da Autismo “, che abbiamo scelto di finanziare come Associazione Zastava Brescia. Inoltre avanzeremo proposte per realizzare un centro di aggregazione giovanile presso uno dei quartieri più disagiati della città. L’ assessora riferisce che il centro per autistici è quasi pronto e ci invita ad andare a visitarlo, mentre per ciò che riguarda il centro giovanile ci prospetta delle difficoltà a causa della mancanza di edifici di proprietà comunale ma avanza la proposta di allestirlo presso una scuola.

Alla fine dell’ incontro, accompagnati da Bojana, andiamo a visitare i locali del centro di cura dell’ autismo, che troviamo in fase di ultimazione. Ma già a prima vista non ci da l’ impressione di essere molto adatto alla sua destinazione d’ uso. Esso infatti si trova in una strada molto trafficata, i locali sono molto piccoli, non ha aree esterne di pertinenza. Esprimiamo i nostri dubbi e chiediamo che si cerchi un’ altra sistemazione e che quanto è stato fatto venga comunque adibito ad un uso sociale, cosa molto facile da realizzare in quanto nelle immediate vicinanze si trovano due scuole. Siamo in attesa di una risposta.
Dopo siamo andati a vedere il centro di aggregazione giovanile realizzato dalla Città di Torino che, pur nelle sue minuscole dimensioni ( tre piccoli locali ), appare ben strutturato e ben avviato.

A questo punto ci attende la parte emotivamente più impegnativa, la visita alle tre famiglie previste per oggi, che ci introdurrà alle condizioni di vita di tanta gente che sopravvive con tante difficoltà, ormai da molti anni. E così tutti noi possiamo constatare l’ intreccio di gravi problemi che assillano migliaia di famiglie, e non solo a Kragujevac, che riguardano la sopravvivenza economica quotidiana, la prospettiva lavorativa futura, la salute che da parecchi anni ha assunto la caratteristica di grande emergenza. Ci accolgono sempre con tanto calore e simpatia, e con grande ritrosia e dignità ci mettono a conoscenza dei loro gravi problemi che comunque sono spesso molto evidenti. Ci offrono i loro dolci, rigorosamente fatti in casa per l’ occasione, la loro “ slivovica “ anch’ essa fatta in casa, e tanto calore umano, nonostante la disperazione traspaia dai loro occhi.

Eppure…nonostante le avversità della vita, la stragrande maggioranza delle ragazze e ragazzi studia, ed anche con profitto. Hanno sicuramente compreso che l’ unica speranza che hanno di uscire dalla precarietà stia proprio nella cultura e nella professionalità.

Sabato mattina il grande incontro con la folla di 130 famiglie che vengono a ritirare la busta contenente i 155 euro del 2° semestre dell’ adozione.
È un momento di tensione ed emozione altissime. 300 o 400 persone, cittadini di una nazione che fino a pochi anni prima aveva un livello di sviluppo avanzato, scuole, ospedali, case per vacanze, tutto ciò che normalmente si ha nei paesi europei, stanno ordinatamente e pazientemente in fila in attesa di ricevere dalle mani di altri lavoratori un po’ meno sfortunati una busta contenente dei soldi che da noi, si e no, bastano per tirare avanti per qualche giorno. È una manifestazione che in ognuno di noi ha sempre scatenato dubbi, interrogativi, imbarazzo e la sensazione di trovarsi in un ruolo che non ci appartiene, quello di benefattori, piuttosto che di uomini e donne che credono che soltanto la solidarietà tra coloro che soffrono a causa delle ingiustizie e scelgono di lottare contro chi le genera, potrà dare speranze nel futuro all’ umanità.

A pranzo e poi nel pomeriggio completiamo gli incontri visitando altre tre famiglie, presso le quali approfondiamo la conoscenza di una realtà che dalle nostre parti, in Italia e non solo, la maggioranza della gente non sa neanche che esista, aiutata in questo dall’ assoluto silenzio dei mass-media.

A noi, come ogni volta alla fine di un viaggio, rimane la ricchezza di queste esperienze, ma anche l’ amarezza di non riuscire a fare di più.


Associazione Zastava Brescia per la solidarietà internazionale - ONLUS
c/o Camera del Lavoro Territoriale di Brescia Via Folonari, 20 - 25100 - BRESCIA