Francesco Zardo – Commenti

31.1.2002

 

Pizza revolution  

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Pizza: l'avventura continua!
La cara Martina fornisce un'ulteriore testimonianza all'avvolgente dibattito sulla pizza al taglio che ormai sta catturando l'attenzione di media e pubblico, e mi scrive:

Sai qual è il problema Zaza?
Che non hanno ancora inventato un coltello-bilancia. Quando la signora della pizzeria sarà dotata di questo prezioso strumento che non solo taglia, ma europesa anche, a quel punto potrai dire: «scusi, ma lei ha eurotagliato male. sposti la lama un po' più a sinistra, thanks...», e sarai nella piena ragione.
Comunque hai ragione, sarebbe bello un mondo che ragiona per difetto. Io magari sarei anche un po' più alta: vabbe', è nata solo uno e sessanta, ma facciamo uno e settantacinque e non se ne parla più.


Cara Mart, le risponderò, il problema è che il tizio a cui avevano rifilato 4.800 di pizza, anziché le 4.000 che aveva chiesto, si caca in mano. Pensa che verso la fine del Diciottesimo secolo, in Francia, c'era un pizzettaro che, ispirato al motto corporativo Melius abundare quam deficiere, insisteva nel rifilare tre franchi e mezzo di pizza a chi glie ne chiedeva due, e via dicendo. Ciro Capuozzo esercitava vicino alla Bastille, luogo passato alla storia perché un giorno talmente il pizzettaro rompeva i coglioni con 'sto modo de taja' la pizza che la folla indomita si ribellò: era il 14 luglio 1789, i cittadini francesi oppressi e affamati prendevano la Bastiglia per rinchiudervi il pizzettaro avido. Pochi giorni dopo il Direttorio, vale a dire il comitato direttivo incaricato di riformare lo Stato francese secondo democratici criteri di libertà, fraternità e uguaglianza , scrisse la nuova Costituzione: da allora in Francia niente più pizza. Vi si mangiano le crepes, a prezzo fisso, non importa quanta pastella venga impiegata per farle.

Ma forse ti interesserà conoscere il destino del pizzettaro... È un episodio poco noto fra i tanti della Rivoluzione francese. Qualche giorno dopo Capuozzo ricevette una visita in cella: «Sono il barbiere», si presentò il nuovo arrivato: «Venga con me». Rocco fu condotto in un cortile al centro del quale campeggiava un provocatorio e innovativo strumento di taglio, brevettato pochi anni prima da un ingegnoso medico, Joseph-Ignace Guillotin (1738-1814). Per tagliare meglio, gli spiegò il barbiere, era opportuno che ficcasse la testa in un pratico foro: il tutto sarebbe stato molto rapido. «Non tagli troppo, appena una spuntatina alle basette...» fece in tempo a chiedere Ciro. «Melius abundare», mormorò il barbiere, e...

Come vedi la storia degli strumenti di taglio è antica e appassionante, come dovrebbero sapere anche i pizzettari di via Morgagni.