3.
Le operazioni di rettifica
Le operazioni relative alla rettifica del capitale e del reddito dell’impresa riguardano direttamente il problema della trasforma-zione dei costi di acquisizione in costi di utilizzazione.
I fattori produttivi sono divisi in due grandi categorie sotto il profilo del costo:
a) Fattori produttivi a costo anticipato
b) Fattori produttivi a costo posticipato
Nel caso dei fattori produttivi a costo anticipato il costo di acquisi-zione si scinde in due componenti: il costo di utilizzazione (relativo alla quantità immessa nel processo produttivo) ed il costo sospeso (relativo al costo rinviato ad altro processo produttivo).
I principali casi di Fattori produttivi a costo posticipato sono costituiti dalle «materie prime» o «merci» e dai «beni strumentali».
I Fattori produttivi a costo posticipato si identificano con i Servizi di Lavoro e con i Servizi generali.
Solitamente i Fattori produttivi a costo posticipato non danno luogo alla divisione fra costo di utilizzazione e costo sospeso in quanto sono integralmente utilizzati all’atto del pagamento. In alcune ben definite circostanze (quando in pratica vi è un pagamento «anticipato» o una riscossione «anticipata») però anche questo Fattori produttivi pongono il problema economico (ed amministrativo) di essere considerati in relazione alla loro utilizzazione.
1) Le rettifiche relative alle «scorte»
a) Livello economico-aziendale
Nelle aziende produttrici di beni o nelle aziende «mercantili» uno dei principali fattori della produzione è costituito dalle scorte.
Nelle aziende produttrici di beni vi sono le scorte possono essere di
tre tipi:
a) di materie prime
b) di semilavorati
c) di prodotti finiti
Nelle aziende mercantili le scorte riguardano solo le merci destinate al commercio tipico dell’impresa.
Come è noto le Scorte costituiscono un Fattore produttivo a costo anticipato, e quindi ad utilizzazione graduale.
Durante la normale gestione aziendale l’amministrazione effettua gli acquisti (più o meno opportuni) con i quali alimenta il «magaz-zino».
Sempre durante la normale gestione aziendale vi è una utilizza-zione per fini produttivi delle scorte: nelle imprese industriali sono trasformate da «materie prime» in «prodotti finiti», nelle imprese mercantili sono cedute sul mercato con il conseguimento del correlativo ricavo.
E’ chiaro che all’atto della chiusura di un qualunque esercizio il magazzino, normalmente, presenta una «giacenza» che rappresenta un «costo sospeso» in quanto non ha ancora trovato impiego nel processo di produzione.
In presenza di una giacenza di magazzino l’amministrazione del-l’impresa deve (o dovrebbe) procedere immediatamente alla verifica di due condizioni di primaria importanza per l’economicità di gestione:
1) se siffatta «giacenza» corrisponde a quella programmata;
2) se siffatta «giacenza» può essere effettivamente utilizzata
nei processi di produzione a venire
La prima condizione individua uno degli elementi di rischio più importanti delle gestioni aziendali: il rischio dell’invenduto.
La seconda condizione individua un rischio altrettanto importan-te: il rischio di utilizzazione.
Il rischio dell’invenduto è tipico delle aziende che operano su un mercato dotato di più o meno concorrenza ed assume particolare importanza per le imprese di carattere industriale che a fini produttivi devono approntare complessi e costosi metodi di produzione la cui economicità dipende in via esclusiva dalla vendita dei prodotti ottenuti.
Il flusso di produzione deve essere regolato in modo da conciliare almeno tre elementi:
a) un adeguato grado di utilizzazione della capacità
produttiva;
b) un adeguato volume di scorte (fisicamente intese)
per sopperire il normale divenire della produzione
e della domanda;
b) un flusso di domanda che consenta di smaltire nei tempi
più opportuni la quantità prodotta.
L’andamento delle giacenze di magazzino rappresenta, per queste gestioni industriali, un indice fondamentale della economicità, così come lo rappresenta per le gestioni commerciali.
All’atto della redazione del bilancio annuale la valutazione delle scorte assume una grande importanza e condiziona fortemente le «politiche di bilancio» messe in atto dagli amministratori in quanto costringe i medesimi alla compilazione di un «inventario fisico» praticamente sconosciuto per altri fattori produttivi.
Gli studi aziendalistici hanno messo a punto diversi metodi per la valutazione delle scorte e il legislatore fiscale, per ovvi motivi pratici, ha «codificato» uno di tali metodi a seconda del tipo di impresa preso in esame.
Dal punto di vista strettamente economico-aziendale la questione importante non riguarda tanto i «metodi computistici» utilizzati quanto la valutazione della «congruità» economica delle scorte.
In altri termini intanto che l’inventario fisico delle giacenze è in corso è necessario valutare se quello che si sta inventariando è o no idoneo ad essere utilizzato nei processi produttivi futuri e quindi se si spera o meno di recuperare il costo con un ricavo di vendita e magari di indicare anche il «grado di recupero» del costo.
Affinché la scissione del costo di acquisizione delle scorte in «costo di utilizzazione» e «costo sospeso» abbia una rilevanza in termini economici occorre verificare che all’interno del «costo sospeso» gli elementi che lo compongono siano economicamente validi.
Esempio:
Una impresa mercantile acquista durante l’esercizio le seguenti quantità di merci:
Tipo merce |
Quantità |
Prezzi |
Costi di Acquisizione |
A |
1.000 |
15.000 |
15.000.000 |
B |
3.000 |
25.000 |
75.000.000 |
C |
5.000 |
10.000 |
50.000.000 |
D |
1.300 |
20.000 |
26.000.000 |
E |
10.000 |
5.000 |
50.000.000 |
F |
40.000 |
1.000 |
40.000.000 |
Totali |
|
|
256.000.000 |
A fine esercizio le giacenze risultano le seguenti:
Tipo merce |
Quantità |
Grado di Utilizzaz. |
Prezzi |
Costi di Acquisizione |
A |
100 |
90% |
15.000 |
1.500.000 |
B |
700 |
76% |
25.000 |
17.500.000 |
C |
500 |
90% |
10.000 |
12.500.000 |
D |
50 |
96% |
20.000 |
1.000.000 |
E |
2.000 |
80% |
5.000 |
15.000.000 |
F |
10.000 |
75% |
1.000 |
40.000.000 |
Totali |
|
|
|
87.500.000 |
Il valore «contabile» delle scorte è pari a £. 87.500.000, il loro valore economico è lasciato alla valutazione degli amministratori circa la effettiva possibilità di utilizzazione economica delle quantità giacenti.
b) Livello della dinamica aziendale
All’atto dell’acquisto delle scorte la dinamica dei valori è così rappresentata, supponendo che il pagamento avvenga a dilazione:
Variazione economica
+ Costi di acquisizione £. 256.000.000
Variazione finanziaria
+ Debiti verso Fornitori £. 256.000.000
Nel momento della redazione del bilancio alla fine del periodo amministrativo i movimenti di valore saranno:
Variazione economica
+ Costi di utilizzazione £. 168.500.000
Variazione economica
+ Costo sospeso £. 87.500.000
Variazione rettificativa
- Costo di acquisizione £. 256.000.000
c) Livello della rappresentazione contabile
c.1) Momento dell’acquisizione
|
Patrimonio |
Aziendale |
|
Investimenti |
|
Finanziamenti |
|
|
|
Debiti verso Fornitori |
256.000.000 |
|
Reddito |
Aziendale |
|
Costi |
|
Ricavi |
|
Costi di Merci |
256.000.000 |
|
|
Totali |
256.000.000 |
Totali |
256.000.000 |
c.2) Momento della utilizzazione
|
Patrimonio |
Aziendale |
|
Investimenti |
|
Finanziamenti |
|
Scorte |
87.500.000 |
Debiti verso Fornitori |
256.000.000 |
|
Reddito |
Aziendale |
|
Costi |
|
Ricavi |
|
Costi di Utilizzazione |
168.500.000 |
|
|
Totali |
256.000.000 |
Totali |
256.000.000 |
2) Le rettifiche relative ai «fattori strutturali»
a) Livello economico-aziendale
I fattori strutturali hanno la caratteristica di partecipare a più processi produttivi e di estendere la loro utilità economica per più esercizi amministrativi.
Sono fattori strutturali gli impianti, i macchinari, i beni mobili e tutto ciò che è suscettibile di durevole utilizzazione.
La valutazione del concorso dei fattori strutturali al processo di produzione corrente costituisce uno dei problemi più difficili ed induce spesso ad adottare metodi assai semplificatori che però hanno pochi riscontri con l’effettiva utilizzazione dei beni in oggetto.
Il processo valutativo del concorso dei fattori strutturali al processo di produzione corrente è denominato «ammortamento», richiamando con tale termine l’idea di una graduale imputazione ai costi di produzione corrente dei costi di acquisizione sostenuti.
Nella sua essenziale schematicità il concetto di ammortamento può essere così espresso:
Costo di acquisizione..................... £. 400.000.000
Tempo di utilizzazione previsto: 5 anni
Valore di presumibile realizzo: ..... £. 10.000.000
Quota di ammortamento:
400.000.000 - 10.000.000
--------------------------------------- = 78.000.000
5
Da questo semplice ed essenziale esempio numerico si può già avvertire la complessità che si cela dietro il processo di valutazione delle quote di ammortamento in quanto per determinare la medesima occorre predefinire sia la durata del fattore che il suo valore di presumibile realizzo.
La durata del fattore pluriennale è elemento di somma incertezza e di grande importanza per l’economia dell’impresa e può essere valutata seguendo due schemi concettuali che non si sovrappongono ma si integrano fra di loro. Tali schemi concettuali possono essere così espressi:
a) Potenzialità fisica
b) Vita utile per la combinazione produttiva
La potenzialità fisica dell’impianto esprime l’aspetto «tecnico» dell’utilizzazione del fattore, la vita utile esprime invece l’aspetto «economico» dell’utilizzazione.
L’utilizzazione «tecnica» del fattore produttivo implica ovviamente una usura e quindi perdita di efficienza tecnica più o meno accentuata con la conseguente necessità di mantenere il funzionamento entro i limiti necessari allo sfruttamento economico.
L’utilizzazione «economica» del fattore produttivo riguarda un fenomeno molto più complesso noto come obsolescenza che attiene in modo specifico al decadimento economico-tecnico.
La valutazione del concorso dei fattori strutturali alla formazione della produzione corrente risente quindi di un aspetto «tecnico» e di un aspetto «economico».
L’aspetto tecnico attiene essenzialmente al «grado di utilizzazione», l’aspetto economico attiene invece alla obsolescenza.
Se si considera l’esempio numerico sopra espresso e si dà una valutazione delle ore che l’impianto sarà operativo nel quinquennio è possibile già passare da quote di ammortamento «aritmetiche» a quote di ammortamento «tecniche».
Consideriamo la seguente tabella:
Anni |
Ore di utilizzazione |
1 |
1.500 |
2 |
2.300 |
3 |
2.500 |
4 |
2.400 |
5 |
1.050 |
Totale |
9.750 |
Le ore previste per l’utilizzazione dell’impianto sono valutate in 9.750 per cui il suo «costo orario» può essere così fissato:
390.000.000
-------------------- = 40.000
9.750
da cui seguono le quote di ammortamento annue:
Anni |
Costo orario |
Ore annue |
Ammortamento |
1 |
40.000 |
1.500 |
60.000.000 |
2 |
40.000 |
2.300 |
92.000.000 |
3 |
40.000 |
2.500 |
100.000.000 |
4 |
40.000 |
2.400 |
96.000.000 |
5 |
40.000 |
1.050 |
42.000.000 |
|
|
9.750 |
390.000.000 |
Il passaggio alla valutazione della obsolescenza è estremamente più complesso e di difficile traduzione in termini numerici.
L’obsolescenza riguarda infatti non solo l’impianto in quanto tale ma anche i prodotti che è in grado di fabbricare e l’intera struttura aziendale.
Un modo approssimativo per la valutazione della obsolescenza è fornito dall’analisi storica del processo di ammortamento, quindi dalla valutazione del ritmo con cui gli ammortamenti sono fatti.
Si supponga che una impresa ad una certa data abbia accumulato investimenti in attrezzature industriali per £. 1.000.000.000 e che dalla propria contabilità risulti un fondo di ammortamento complessivo pari a £. 600.000.000.
Con un semplice rapporto numerico ci si rende subito conto che il processo di ammortamento, cioè di recupero dei costi storici sostenuti, è pari al 60%.
Un tale grado di ammortamento è tuttavia solo il primo passo verso una conoscenza più approfondita della capacità dell’impresa di recuperare i costi sostenuti.
Supponiamo infatti che l’accumulazione dei costi storici sia avve-nuta secondo lo schema seguente:
Anni |
Costi di acquisizione |
Progressivo |
1990 |
400.000.000 |
400.000.000 |
1991 |
200.000.000 |
600.000.000 |
1992 |
100.000.000 |
700.000.000 |
1993 |
100.000.000 |
800.000.000 |
1994 |
100.000.000 |
900.000.000 |
1995 |
100.000.000 |
1.000.000.000 |
Così stando le cose è chiaro che il fondo di ammortamento copre i costi di acquisizione relativi all’anno 1.991: il tasso di anzianità degli impianti è quindi pari a quattro anni.
Se l’investimento di £. 400.000.000 fosse avvenuto per ipotesi nel corso del 1.993 (e nel corso del 1.990 fosse stato pari a £. 100.000.000) il fondo di ammortamento arriverebbe a coprire i costi di acquisto relativi all’anno 1992 per intero (£. 400.000.000) e per una percentuale del 50% relativi all’anno 1.993.
Nei due casi quindi la situazione economica sarebbe molto diversa ed attraverso la valutazione del ritmo degli ammortamenti è possibile dar conto (seppure in prima approssimazione) del grado di obsolescenza degli impianti e quindi dell’impresa.
b) Livello della dinamica aziendale
La dinamica aziendale relativa alle quote di ammortamento può essere così sintetizzata:
Variazione economica
+ Ammortamento impianti £. 60.000.000
Variazione rettificativa
+ Fondo ammortamento impianti £. 60.000.000
c) Livello della rappresentazione contabile
|
Patrimonio |
Aziendale |
|
Investimenti |
|
Finanziamenti |
|
Impianti -Fondo Ammortamento |
400.000.000 60.000.000 |
Debiti verso Fornitori Impianti |
400.000.000 |
|
Reddito |
Aziendale |
|
Costi |
|
Ricavi |
|
Ammortamento Impianti |
60.000.000 |
|
|
Totali |
400.000.000 |
Totali |
400.000.000 |
3) Le rettifiche ai Servizi Generali
a) Livello economico-aziendale
Può accadere talvolta nella gestione che alcuni costi siano pagati in anticipo rispetto alla utilizzazione del servizio ovvero alcuni ricavi siano riscossi in anticipo rispetto alla erogazione del servizio o alla vendita del prodotto.
In questi casi può accadere che alla data di chiusura dell’esercizio vi siano delle operazioni «in corso», cioè che quote di costi o di ricavi già pagati o già riscossi siano di competenza dell’esercizio futuro.
Per procedere al corretto calcolo del capitale e del reddito occorre «rinviare» all’esercizio successivo la parte di costo o di ricavo che gli compete.
Il classico esempio in proposito è il pagamento anticipato di men-silità d’affitto (o la loro riscossione anticipata).
All’atto del pagamento (o della riscossione) vi è una uscita (o entrata) monetaria pari all’intero importo, tuttavia solo una parte è di competenza dell’esercizio in corso.
Per esempio se nel mese di ottobre è pagato un canone d’affitto di £. 10.000.000 riferito ai mesi di dicembre, gennaio, febbraio e marzo è chiaro che il costo di competenza dell’esercizio corrente è pari ad un quarto del totale pagato (quindi £. 2.500.000): la parte residua costituisce un costo anticipato o, come si dice in linguaggio contabile, un «risconto attivo».
Un caso particolare di questa classe di valori è offerta dal contratto di leasing.
All’atto della stipulazione del contratto la società che cede in leasing il bene oltre a fissare la durata ed il canone da corrispondere mensilmente provvede anche alla riscossione del cosiddetto «maxicanone» che configura un vero e proprio caso di costo anticipato.
Supponiamo che il contratto sia così articolato:
Canone mensile £. 1.000.000
Durata del leasing 30 mesi
Maxicanone £. 15.000.000
A fronte di un canone mensile di £. 1.000.000, l’azienda dovrà sopportare mensilmente un costo di canone pari a £. 1.500.000, dove la differenza è data dalla ripartizione del maxicanone iniziale per il numero dei mesi del contratto.
b) Livello della dinamica aziendale
La dinamica relativa ai costi anticipati può essere così espressa, supponendo che nel primo esercizio i mesi due utilizzazione siano dieci:
Variazione economica
+ Costi di utilizzazione £. 5.000.000
Variazione patrimoniale
+ Costi sospesi £. 10.000.000
Variazione rettificativa
- Costi di acquisizione £. 15.000.000
c) Livello della rappresentazione contabile
|
Patrimonio |
Aziendale |
|
Investimenti |
|
Finanziamenti |
|
Costi anticipati |
10.000.000 |
Debiti verso Fornitori Impianti |
25.000.000 |
|
Reddito |
Aziendale |
|
Costi |
|
Ricavi |
|
Canoni di Leasing |
15.000.000 |
|
|
Totali |
25.000.000 |
Totali |
25.000.000 |