PROVERBI E MODI DI DIRE

 

Abbiamo invitato i nostri compagni a proporci i proverbi e i modi di dire legati al cibo che conoscevano, servendosi anche del contributo dei genitori o dei nonni, soprattutto per quelli in dialetto. Leggendoli, li abbiamo trovati molto significativi e scoperto che ognuno nasconde una dose infinita di saggezza e verità. Non ci eravamo mai posti il problema e la cosa era sempre passata inosservata. La quantità di essi, inoltre, ci ha fatto riflettere sull’importanza culturale che riveste l’alimentazione in tutti i paesi del mondo, dal momento che i proverbi che abbiamo citato traggono spunto dall’alimentazione per mettere in evidenza comportamenti alimentari o valori di determinati cibi.

Abbiamo illustrato graficamente quelli che, a parer nostro, ci sembravano più significativi e maggiormente conosciuti.

 

Tutto fa brodo.

Se si litiga in cucina ogni pasto va in rovina.

Pesce di pantano cibo poco sano.

Troppe salse vivande false.

Pane di villano rustico ma sano.

La cuoca pigra e ottusa il forno sempre accusa.

Pane, noci e fichi secchi - se ne sgranano parecchi.

Papa e re a desinaren non si fan mai aspettare.

Grassa cucina, magro testamento.

Spreco in cucina povertà vicina.

Una cucina prodiga e grandiosa divora, casa, stalla ed ogni cosa.

Quattro sono i buoni bocconi: fichi, pesci, funghi e poponi.

Non rompere le uova nel paniere.

Una mela al giorno leva il medico di torno.

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Gallina vecchia fa buon brodo.

A San Martino, ogni mosto si fa vino.

Dire pane al pane e vino al vino.

Trovare pane per i propri denti.

Cercare il pelo nell’uovo.

L’albero si riconosce dai frutti.

Togliere le castagne dal fuoco con la zampa del gatto.

Se non è zuppa è pan bagnato.

Pane di grano saltami in mano.

Cavoli riscaldati son mezzo rovinati.

A gusti stanchi e guasti non v'è spezie che basti.

Il formaggio è cibo sano se ne mangi poco e piano.

Non canta in coro abate né badessa se la cucina è da miseria oppressa.

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Una ciliegia tira l’altra.

Tempo di carestia, pane di veccia.

L’occhio della triglia.

La fame fa uscire il lupo dal bosco.

Sacco vuoto non sta in piedi.

La fame è il miglior condimento.

Il riso nasce nell’acqua e muore nel vino.

Salvare capra e cavoli.

Chi mangia solo si strozza.

La donna è come la castagna, bella di fuori e dentro la magagna.

Pestare l’acqua nel mortaio.

Chi vuole far l’altrui mestiere, fa la zuppa nel paniere

Usare il bastone e la carota.

Nella botte piccola c'è il vino buono.

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Col tempo e con la paglia, maturano le nespole.

Non gettare troppa carne al fuoco.

La farina del diavolo va tutta in crusca.

Il pane altrui sa di sale.

O bere o affogare.

Fare il pesce in barile.

Ogni botte dà il vino che ha.

Chi la vuol cotta, chi la vuol cruda.

Restare a bocca asciutta.

Minestra riscaldata.

L’appetito vien mangiando.

Ingoiare il rospo.

Spuntare come funghi.

Piangere sul latte versato.

Meglio del vino caldo che l'acqua fresca.

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La pancia piena non pensa per quella vuota.

Un contorno adatto farà onore al piatto.

Gnocchi, rape, fave e ceci due ti saziano per dieci.

A cucina sana e svelta non occorre tanta scelta.

Fegatelli e pappardelle vuotan presto le scarselle.

Se la cena non basta alle attese, il formaggio ne paga le spese.

Caciotta di marina e carne montanina.

Se vuoi cibarie spicce, uova sode e salsicce.

Grasso e magro non del tutto, ecco il pregio del prosciutto.

Tra l'orzo e tra l'avena non cambia assai la cena.

Il dolce con l’amaro mescolato rende, talvolta, un cibo ancor più grato.

Se manca il pane e il sale ogni cibo poco vale

Confidenza d'osti è raro che non costi.

Tra il gatto e la frittura metti una serratura.

La verdura è una pietanza che vuol olio in abbondanza.

Uova, pesche e meloni delizia dei ghiottoni.

Chi dorme non piglia pesci.

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Quando ha fame il cuoco c'è da scialar poco.

La massaia canterina fa più allegra la cucina.

La patata dà più forza quando è cotta con la scorza.

Cruda, arrosto oppur lessata benedetta la patata.

Quando il vin non è più mosto, la castagna è buona arrosto.

Nell'olio, nel vino e nell'acqua di mare il pesce gustoso vuol sempre nuotare

Cibo troppo raffinato rovina il palato.

Pane di grano saltami in mano.

Chi adopera l’aglio non fa mai sbaglio.

Pane e formaggio cibo da saggio.

Grappini e caffè fermati a tre.

Ridi, ridi che la mamma ha fatto gli gnocchi.

A tavola non s’invecchia mai.

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O mangi la minestra o salti giù dalla finestra.

Non vi è cibo di re più gustoso del pane.

L’arancia al mattino è d’oro, a mezzogiorno d’argento, alla sera di piombo.

Chi non mangia in compagnia o è un ladro o è una spia.

Piangi, piangi che la mamma ha comprato gli aranci.

Tanto va la gatta al lardo, che ci lascia lo zampino.

Pancia mia fatti capanna.

Gallina vecchia ingrassa la cucina.

Mangia a gusto tuo, vesti a gusto altrui.

Chi tarda ai pranzi, mangia gli avanzi.

Come un cavolo a merenda.

Come il cacio sui maccheroni.

Mangia pane a tradimento.

In un sol tegame non c'è posto per cucinare insieme lesso e arrosto.

Chi ha il pepe, condisce le rape chi non l'ha, le mangia sciape.

Per i buoni bocconi si fanno le questioni.

A molti abbrevia i giorni la cucina ad altri il troppo amor per la' cantina.

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In cucina non mettere chi lecca e in cantina chi ha la gola secca.

L'arte di usar bene il fuoco è tra i segreti del cuoco.

Ad un’aquila in cucina preferite una gallina.

Quando il cuoco di testa ce ne ha poca, lascia il suo gatto a custodire l'oca.

La pignatta dev'esser garantita per farti la minestra saporita.

Senza fuoco e senza ventola non ti bolle alcuna pentola.

Chi impasta senza fretta la farina fa la pasta più gustosa e fina.

Se la carne è cotta in fretta buona parte se ne getta.

Chi troppa carne vi mette rovina le buone polpette.

Un bravo cuoco esperto tiene tutto al coperto.

Al mangiare: «Gaudeamus» al pagare: «Suspiramus».

Olio, aceto, pepe e sale fanno buono uno stivale.

La pentola è la pace della casa.

Meno pregiato è il pesce meglio il brodo riesce.

Nessun sapore vale quando c'è troppo sale.

 

PROVERBI E MODI DI DIRE IN DIALETTO PIEMONTESE

 

U ris u ness in l’ acqua e il mor in du vin.

Il riso nasce nell’acqua e muore nel vino.

 

Ris e fasò l’è mangia de fiò.

Il riso ed i fagioli li mangiano i figli.

 

Carn crùa e pes cheuit.

La carne, cruda; il pesce cotto.

 

A i cavrot ni a l’agnel a s’ dovra nen ‘l cutel.

Capretto e agnello si mangiano senza coltello.

 

Cùse e mlùn ogni cosa a sua stagiùn.

Zucche e meloni alle loro stagioni.

 

Che Santa Lusia a i cunserva la vista, chè a smia che l’aptit a i manca nen.

Santa Lucia gli conservi l’organo visivo che dell’appetito non pare mica privo.

 

Carità: dè da mangè a i mort, sepelì i malavi e visitè i patanù.

Carità: dar da mangiare ai morti, seppellire i malati e visitare gl’ ignudi.

 

Cherpa pansa pitost che a roba avansa.

Scoppi il ventre ma che non si avanzi niente.

 

I coi rescaudà a sùn mai bùn.

I cavoli riscaldati non hanno più sapore.

 

Per cunose ùn a bsogna mangeje pì d’ na volta ansema.

Per conoscere qualcuno bisogna starci a tavola più di una volta.

 

IN...TEDESCO

 

Ein fauler Appfel, stekt hundert.

Una mela marcia, fa marcire altre 100 belle.

 

Mehl und salz, Gott erhalt’s.

Farina e sale, che Dio li conservi.

 

Bier und Wein, daß laß sein.

Non bere mai birra e poi vino.

IN...SVEDESE

 

Det smakar ändå fågel, sa käringen, köka stören dar kråkan satt.

Sa lo stesso di uccello, diceva la vecchia, quando faceva bollire il ramo dove era seduto il corvaccio.

 

Alt har het slut men korven har two.

Tutto ha una fine, ma il wurster ne ha due.

 

Stora ord och stora bitar flask sötter si ej, halsen.

Grandi parole e grossi pezzi di pancetta non si fermano mai in gola.

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