Pensieri filosofici

 

 

Nella vita si legge, si studia, si osservano gli eventi; in poche parole ci si forma.

Poi, sulla base di quanto appreso, uno processa i suoi pensieri e i suoi modi di vedere e non si può impedire che il nostro cervello elabori suoi convincimenti che, nonostante i nostri sforzi, continuano ad imporsi alla nostra attenzione, anche se molte volte difformi da un più ampio sentire.

Riandando ai primi rudimenti di filosofia appresi sui banchi di scuola, mi sono tornate alla mente alcune considerazioni già fatte negli anni.

Io sono convinto che la filosofia, contrariamente a quanto insegnatomi, non sia proprio nata con Talete, bensì molto ma molto prima.

Sono convinto che il pensiero filosofico dell'uomo nasca



TEOLOGICO E METAFISICO

 

e che quindi anche la filosofia nasca con questo "imprinting" che si è sempre trascinato più o meno palesemente e si sta trascinando tuttora.

Questo "imprinting" è scomparso dalle trattazioni di filosofia più o meno recenti ma, secondo me, non è scomparso dal profondo degli animi; come il seme, non lo si riconosce più nella pianta adulta ma quella non esisterebbe senza quello.

E' opinione comune, ma anche degli studiosi, che la filosofia in genere, nasce da un'esigenza dell'individuo, oserei dire quasi inconscia, di trovare, se non la felicità, almeno una via per alleviare i tormenti dell'esistenza.

Da un'esigenza di spiegare e spiegarsi gli eventi della vita che nel loro svolgersi, nella maggior parte dei casi, risultano inspiegabili.

Se si vedono cosi le cose si può affermare che la filosofia è nata molto prima di Talete di Mileto; si può dire che sia nata con la nascita delle religioni che rappresentavano una via primigenia, irrazionale, ma efficace per darsi una ragione, ma soprattutto per trovare nel soprannaturale una giustificazione ai misteri della vita stessa.

Io affermerei, invece, che con Talete ed i pensatori del suo periodo sia nata la consapevolezza di dover affrontare i problemi esistenziali con nuovi criteri, nuove categorie di pensiero che verranno poi definiti filosofici. 

Infatti credo che il percorso che ha compiuto il pensiero dell'uomo si possa suddividere in 5 grandi periodi e precisamente:

A) periodo dello stupore.

B) periodo della religione.

C) periodo della filosofia.

D) periodo della scienza.

E) periodo moderno o dell'automazione ( e forse disumanizzazione).



Periodo dello stupore



Quando l'uomo uscì dallo stato "animalesco" e cominciò ad osservare il mondo che lo circondava, vide alcuni fenomeni fantastici.

Vide i lampi in cielo, e si spaventò. 

Vide le ondate del mare che distruggevano le coste, e si stupì'.

Udì il tuono, e ne fu terrorizzato.

Vide che gli alberi, periodicamente, gli davano dei frutti che lui, senza fatica, poteva mangiare, e felicemente si meravigliò.

Vide il fulmine che uccideva e distruggeva le cose e ne rimase pietrificato. 

Di fronte a questi fenomeni che lui non capiva, rimase senz'altro esterrefatto, si stupì e cominciò a farsi delle domande; ma per un certo periodo di tempo non trovò risposte.

Periodo della religione



Con il progredire del tempo, il suo cervello cominciò ad elaborare pensieri meno rozzi e ad esplicitare alcune domande alle quali, tuttavia, non sapeva dare risposte esaurienti.

Fu quindi giocoforza che le risposte se le cercasse in qualche cosa di soprannaturale, in una forza potente, invisibile, ma che da qualche punto del cielo, guardava giù, vedeva, puniva o premiava a seconda dei suoi capricci o dei meriti del mondo esistente.

In poche parole, si inventò le divinità, si inventò le Religioni.

Prese corpo il primo embrione di filosofia, nasceva la METAFISICA.

Si impose comportamenti conseguenti, si impose rituali atti a blandire le divinità, codificò il tutto e mise dei guardiani (sacerdoti) che vigilassero affinché tutti, e per il bene di tutti, quelle regole osservassero.

Pur nella loro rozzezza, una esigenza era fondamentale per quegli uomini: salvaguardare la vita e nelle migliori condizioni possibili.

Bisognava capire come si sviluppavano gli eventi per poterli prevenire ed, eventualmente, dominarli (embrione di "BIOS"?)

Era un inizio molto rozzo di pensiero filosofico.

Non si dimentichi inoltre che in questo periodo ebbe un peso fondamentale la paura della morte che originò tutti i rituali connessi, il che conferma che l'uomo primitivo credeva ciecamente in un mondo ultra terreno ( quindi metafisico ? ).

Eraclito (Fr. N 27 )dice: "dopo la morte attendono gli uomini cose che essi non sperano e neppure immaginano"; se questa non è metafisica teologica, cos'è? 

In questo periodo, che direi "arcaico", presero corpo, sopra tutte le altre, le teorie ORFICHE, con tutti i rituali più o meno misterici; pratiche che oggi sarebbero definite "esoteriche" ma, che come è noto, segnarono il pensiero e il comportamento dell'uomo, oserei dire fino al Cristianesimo; infatti i Misteri Orfici, sembra che fossero incentrati sulla morte dell'uomo antecedente l'iniziazione, per crearne uno nuovo con l'iniziazione stessa.

Cos'è quindi la morte di CRISTO e la sua Resurrezione se non la morte dell'uomo com'era stato fino ad allora e la conseguente nascita di un Nuovo Uomo ? 

Questo aspetto teologico-metafisico si radicò nell'animo degli uomini in modo talmente forte da diventare un tabù, assolutamente indiscutibile in tutte le culture fino ai giorni odierni.

Chi trasgrediva questo tabù veniva processato come empio e condannato, e, se colpa grave era, punito anche con la morte. 

Si vedano in proposito, ancora tutt'oggi, i vari fondamentalismi, e il fiorire delle varie sette esoteriche, anche nelle società opulente, e, soprattutto, materialiste (come reazione al materialismo stesso, vero o presunto, che sia ?). 



Periodo della Filosofia. 



I secoli passarono e il cervello dell'uomo andava vieppiù affinandosi, le sue conoscenze erano, nel frattempo, molto aumentate, le domande si fecero più definite e le risposte più articolate, l'uomo cominciò ad organizzare i suoi pensieri.

Il pensiero cominciava ad abbandonare "l'esoterico" per ancorarsi maggiormente alla realtà.

Iniziava quindi il pensiero filosofico come lo conosciamo attualmente e che, con tutte le elaborazioni successive, avrebbe formato l'ossatura della convivenza umana fino ai tempi di Galileo, quando, cioè, fu data la spallata definitiva a parte dei dettami Aristotelici.

L'aspetto teologico metafisico ha mantenuto comunque la sua solida presenza.

Si può dire che l'aspetto metafisico-teologico è stato il cardine di quasi tutto il pensiero filosofico fino a Galileo.

A grandi linee credo che si possa dire che, con Galileo e poi con Newton, sia iniziato il terzo periodo della Filosofia quello che definirei:



Periodo della Scienza



L'invenzione della stampa fece uscire la cultura, fino ad allora monopolio delle classi colte e dei monasteri, dai luoghi chiusi e la portò verso un più vasto pubblico non necessariamente ricco o potente.

Il pensiero divenne sempre più analitico originando tutta quella messe di movimenti filosofici che più o meno conosciamo, su su fino all'illuminismo, positivismo ed altri movimenti più o meno recenti.

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per inciso

secondo me l'illuminismo non è un prodotto Francese, ma uno dei prodotti, certo il più importante e famoso, di quel vasto movimento di illuminazione delle menti, di crescita intellettuale e culturale, che aveva coinvolto tutti i popoli Europei dopo l'invenzione della stampa e le scoperte di Galileo e Newton.

Altri movimenti si svilupparono parallelamente al Francese, ugualmente importanti, senza assumerne gli aspetti virulenti e, senz'altro, salubri, del Francese.

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Questa cultura filosofica, accompagnata oppure in antitesi con la scienza, ha dominato il pensiero ed i comportamenti conseguenti degli uomini fino quasi alla seconda guerra mondiale.

Con questo evento altamente drammatico, ma soprattutto a causa delle fondamentali scoperte indotte dalle esigenze belliche, il pensiero dell'uomo ha totalmente e radicalmente cambiato indirizzo.

E' iniziato il quinto periodo. 



Periodo moderno o dell'automazione ( e disumanizzazione?)



La scienza ha preso il totale sopravvento; si è perso di vista l'Uomo a favore della macchina.

La scienza si è fatta superba.

Marcia come un rullo compressore; non ascolta e nemmeno, volendolo, può ascoltare nessuno, perché una scoperta di oggi apre automaticamente le porte a più scoperte di domani. 

Inoltre la scienza, oggi, corre ad una velocità sfrenata e il pensiero filosofico, che ha bisogno di tempi lunghi per essere elaborato, ha il "fiatone", non riesce a tenere il passo, quindi viene ( mi sembra) guardato e considerato con sufficienza, viene snobbato; non si ha tempo di prenderlo in considerazione.

Sembra che la Scienza dica al pensiero Etico, alla Filosofia: " Ti capisco, ma non ho tempo di ascoltarti". 

Non disturbate la scienza che ha ben altre importanti cose da pensare!

Sono pessimista? 

Me lo auguro; ma purtroppo questo è il mio orizzonte.

A meno che l'Uomo, come sempre nella sua Storia, non riesca a trovare un nuovo punto di equilibrio; ma come, non sono assolutamente in grado di dirlo.

A meno che l'Uomo, alla fine, ubriaco, stanco, frastornato, non finisca con il cercare un porto, secondo Lui, di salvezza che forse non potrà essere altro che il soprannaturale, cioè l'opzione teologica-metafisica. 

Il pensiero riscoprirà le sue origini?

Questi sono i miei pensieri ricorrenti che dicevo all'inizio e che non riesco a contrastare.

Se ci sono, dove stanno gli errori di ragionamento?

Luigi Sarchi

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