Le Poesie di:


Volume 1

Mi ricordo

Il tempo precipita

Voglia di riflettere

Perché è così difficile?
Sento di morire Vorrei cambiare Un poeta La nevrosi
E' proprio vero! C'é troppa violenza Non vi dovete stupire Rappresentare il tempo
Il dettaglio non conta! Esplorazione Tra poco fL'amore pretende un dono
Amo leggere Comunico Camminavo Da bambino
Tempi difficili Penso alle periferie Perché? Ora so
Inizia il dramma Fuori dalla finestra Mi piace improvvisare Talvolta
A cinquant'anni La depressione Rumori Che schifo
Sta per succedere Ho sentito dire

C'era una volta


Mi ricordo

Mi ricordo di quando gli occhiali
Erano un lontano ricordo e la vista
Già sfocata dalle pellicole della vita
Rendeva meno amaro il contorno e
L’incipiente cecità mi rendeva felice



Il tempo precipita

Semplicemente il tempo precipita
Da quella carrozzella in cui adagiato
Guardavo il girotondo di farfalle e
Un carillon anticipava il metronomo
Che a 250 all’ora come un cuore impazzito
Scoppiava semplicemente...


Voglia di riflettere

Ho ancora la voglia di riflettere in un
Angolino nascosto dallo sguardo di sconosciuti
Che non capiscono il cammino di chi vuole
Solo (a piedi nudi) calpestare l’erba e sentirne
Il profumo di un aratro che passa




Perché è così difficile?

Perché è così difficile
del tutt’uno afferrarne il senso
E gridare al mondo che esiste
(Esisto) ma il mondo non ascolta ?




Sento di morire

Sento di morire a poco a poco
Tanto ci mettiamo poi che ci si
Mette di mezzo questa maledetta
Tecnologia di cavi e tubicini non più
Rigettati da un corpo che assorbe un ‘immortalità
Non desiderata...




Vorrei cambiare

Vorrei cambiare luogo
Vorrei cambiare logo
Il marchio mi brucia
Vacche profanate e...
Un tir ci conduce sull’autostrada...




Un poeta

Un poeta scrive con la penna che
Trema per il dire sicuro di cose tra
La diffidenza differenza di spessori
E l’accetta li rende così uguali...





La nevrosi

La nevrosi mi affascina
Penso di essere sopra
Sopra a tutti passano i pensieri
Non incrocio menti
Forse sono a dormire!




E' proprio vero!

E’ proprio vero!
Invecchiando torniamo crisalidi
Un pò cretine e la saggezza
L’abbiamo lasciata alle spalle
Un bambino ci ricorda che dietro
L’angolo c’è uno scivolo e
L’altalena ci illude per un attimo...




C'é troppa violenza


C’è troppa violenza per le strade
C’è troppa guerra di parole e di fatti
C’è troppa cattiveria - in giro –
Figlia di un padre egoista e di
Una madre puttana che ha venduto
Il proprio latte a vitelli clonati...




Non vi dovete stupire

Non vi dovete stupire se affermo che
credete di vivere nel benessere di una truffa
Usuraia che vi chiederà tassi sempre più alti
E trascinerà i poveri resti nel limbo bivio
Bivacchi di barboni che vi nutriranno per
L’ultimo pasto




Rappresentare il tempo

Se dovessi rappresentare il tempo che vivo
Sarei imbarazzato nella scenografia di una
Parete bianca che avvolge quattro cocci
Di bottiglia lasciati lì per caso da uno sprovveduto
Il cui alito confonde l’ordinaria puzza




Il dettaglio non conta!

Il dettaglio non conta!
La misura...meglio se un’extra large!
Nasconde il particolare insignificante!
Una tasca bucata perde il resto!




Esplorazione

Esplorazione di magma di lettere
Apostrofi di uno spazio che aggancia
L’inizio di una processione di croci
Il paese osserva da punti di domande...




Tra poco

Tra poco
A momenti
Attimi atrofizzati
Fermi alla fermata
Alla solita coda
Aspettando il turno
Sa liamo impacciati
Il girone dei viaggiatori
Per scendere di nuovo
Stacchiamo un ticket
Una fetta di salame
Pronti a ricominciare...




L'amore pretende un dono

L’amore pretende un dono
Che non posso regalare
Perchè l’ho già prestato
Alla vita che non restituisce




Amo leggere

Amo leggere chi ha lasciato un segno
Tra i vagiti del tempo colgo lo spunto
Per urlare silente dall’oggi plumbeo
E non scrive cio che vede...




Comunico

Comunico senza tanti fronzoli
Scappiamo da questo scempio
Distruggiamo il non senso
Torniamo a essere normali
Nella pazza incredulità
Riprendiamoci gli oggetti smarriti




Camminavo

L’altro giorno camminavo e camminavo
Nel frattempo riflettevo e consideravo
Tra un passo e l’altro lo sguardo chino
Cercava una giustificazione del presente
Giaceva sul ciglio della strada aspettando
il rosso del semaforo
Occhio di un io-Dio ferito e morente




Da bambino

Da bambino non mi ricordo di
Giochi di balocchi con una Madre
Tante Madri attorno a me mi
Accompagnavano nel rituale di
Marciapiedi battuti da altri bambini
Per raggiungere la scuola più vicina
Dove Madri diverse ci educavano
Al disegno di un acquarello che
Non conoscevamo ma la tavolozza
Ci aiutava a edificare i colori di
Future vite dai contorni sfumati e irriverenti




Tempi difficili


Sento che sono tempi difficili
Duri da accettare per un tiepido
Piatto di minestra alla sera quando
Le brutture della vita rimbalzano dallo
Schermo su i nostri occhi (non più stupiti)
E la digestione tarda a venire come
L’amore che fugge e non vuole più
Incontrarci...




Penso alle periferie

Talvolta penso alle periferie
Favelas costellazioni di poveri
Che non hanno un sole che li
Possa riscaldare
Che non hanno una notte
Che li accompagni nel lungo sonno
Che non hanno nulla che
Li possa convincere a restare
Solo un pallone sgonfio
Regala un sorriso al piccolo
Ragazzino che gioca la sua partita...




Perché

Perchè devo leggere i grandi del passato?
Perchè devo scrivere di paradisi perduti?
Perchè non vivo il mio presente?
Perchè cammino cieco e la paura dei nostri giorni
Arretra la storia che insegna a essere giudicata dopo...?
E’ questo? Dobbiamo aspettare cinquant’anni per
Rappresentare questa merda di tempo che pretende
Da subito cantori coraggiosi e non carte truccate
Di un poker-strip e i vestitini non si
Scrostano dal corpo?




Ora so

Ora so
Il fiore non guarda la natura
Le stagioni gli hanno rovinato
La festa di quel dì quando gioioso
Scherzava con l’amico Sole che
Gli ha ora voltato le spalle per un’aria
Nuova, melodia dispersa di polveri
(quali?...non importa...), che salite
al suo cospetto reclamano l’oscuramento...




Inizia il dramma

La mattina inizia il dramma di un atto
così scontato e povera arte minimale
nei gesti di un fantoccio pedone che
si reca nei bordelli dove la recita di sè
plaude il significato privato dalla vita




Fuori dalla finestra

Quante volte guardo fuori dalla finestra
E la tristezza m’abbraccia quasi a
Volersi scusare per il dolore (non mio)
Che reca al postino e recapita lettere
A caso di non desiderate nuove...




Mi piace improvvisare

Mi piace improvvisare quel poco
Che rimane dell’esser libero...
La scelta di una briosche e un cappuccio
Quand’è caldo e con la schiuma!




Talvolta

Talvolta suono la chitarra
Talvolta il pianoforte
Talvolta il basso
Sempre le percussioni
Un’armonica a bocca
Quando penso a una pelle diversa
Sono bianco, pallido,
l’anima nera è sempre lì...
un colore nascosto
urla sommesse e strozzate
vogliono gridare ma non possono
l’involucro bianco reprime la libertà!




A cinquant'anni

A cinquant’anni ti rendono la vita complicata
Cominci a puzzare e il pesce lo pulisci male...
Non sai più in quale pescheria soggiornare!
Per un drink ti gu ar dano male perchè non sei più un bianchetto...
Ti tolgono gli spazi, le panchine sono già occupate dai vecchi,
Sul bus non c’è mai posto a sedere, l’ufficio diventa un bughigiattolo,
la donna ti lascia per uno più giovane e i figli ti chiedono i soldi!

Poveri stolti!

A cinquant’anni mi rendete la vita più semplice...
Libero...
Di essere solo
Di pensare
Di andare alla deriva con l’accompagnatore di turno...
Di dire di NO
Di crepare come voglio!




La depressione

La depressione non guarda in faccia
Nessuno (un intruso) all’improvviso
Diventi tale da molestare la mente
Ora sana che non ricorda il bene
Che le hai voluto...




Rumori

Rumori di urla ridda di ventriloqui
Tiro alla fune tra pace e guerra
In mezzo bambini come palle da tennis
Sballottati vincono e perdono
Il set si apre e appare il giullare
Trastulla con il gioco di tanti morti
Soldatini di plastica pronti a bruciare
Da fiammifero gettato lì...i n m ezzo...




Che schifo

Che schifo la mia strada apro il cancello
Erbacce mi guardano barbe incolte
Incrociano la polvere solleva lo sguardo
Tira a campare per adagiarsi su pelo
Un tempo lucido di quello incorniciato
Tra argentei riccioli ricco decoro su
- Mensola spolia -




Sta per succedere

Sta per succedere che apro il frigo
vuoto spessore di bianca plastica
riempio il mio teschio anche Lui
Vuoto e aspetta la prossima volta
Sta per succedere che scendo dal letto
Le pantofole in bagno sorreggono
L’anoressico smaltimento di rifiuti
La lampadina ha i fili scoperti
Sta per succedere che la notte
Anticipi i ritmi di un dopo come un altro
Mi sveglio quasi subito
Tempo buttato via...




Ho sentito dire

Ho sentito dire che il senso dell’onnipotenza
Vuole diventare Dio e far parte di una pagina
Sgualcita di un libro di storia scritto dal suo
Facchino di fiducia che come strillone venderà
Qualche copia legata da spago rugoso pri ma d el macero




C'era una volta

C’era una volta il poeta e scriveva
Del suo tempo intriso di emozioni
C’è oggi un poeta che scrive del
C’era una volta perchè il tempo
È sempre quello e le emozioni
Aspettano da qualche parte...



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