Le poesie
di

Urlato Dissonante

 

Vignetta di Emanuela Mamone

 


IL Bruco

C'era un bruco sulla mia scrivania
che non intendeva andarsene via
viscido verde lungo e sinuoso
sostava immobile nel suo riposo.
Tentai di staccarlo con tutte le dita
ma rimaneva incollato sul legno
usai persino una grossa matita
e resisteva con eroico contegno.
Provai a parlargli, a spiegargli che la'
avrebbe rischiato l'incolumita'
che forse era meglio per il suo bene
cercar postazioni un po piu' serene.
Lui muto, impassibile, d'orgoglio onusto
sembrava sfidarmi con sommo gusto;
mi stavo arrendendo, mi voltai ma ad un tratto
lo riosservai con sguardo distratto.
Fu solo allora, improvvisamente
che realizzai la svista indecente:
quell'affarucolo mica era un bruco
ma un gigantesco treno di muco.

 


 

 

Il torrone

C’era una volta un povero torrone
che conteneva nocciuole a profusione
Fin dall’istante del suo concepimento
solo un pensiero era stato il suo tormento:
procrastinare il giorno infausto in cui
avrebbero aguzzi denti fatto strame di lui
L’umane bocche incombean sul suo futuro
"Per quei molari sarò abbastanza duro?"
S’interrogava da mille angosce afflitto
tra ostia e ostia, e di pistacchi fitto.
Un pomeriggio di quelli sfortunati
fu preferito ai marron glassati
e il pasticcier che padre gli veniva
or lo vendeva, e ad un tempo lo tradiva
Così condotto fu in un’abitazione
(mi si perdoni cotal preterizione)
ch’è meglio tacer da chi era popolata
non rivelar di gente assatanata
che praticava il culto dei dolciumi
ingurgitandone a tonnellate, a fiumi
Potrete quindi senz’altro immaginare
come ogni dì dovesse lui rischiare
d’esser inciso da lama assai affilata
che lo smembrasse come volgar crostata
perché poi fosse concesso a dei mocciosi
che con le dita ingorde da golosi
dentro le fauci avrebbero sospinto
ogni pezzetto, e il suo domani estinto
Per scongiurare un simile destino
pregava Buddha e Manitù e Odino
né trascurava Allah e il Cristo in croce
ché lo salvassero da morte sì feroce
S’approssimò la data X della scadenza
però il suo posto rimaneva la credenza
perciò s’illuse che, poiché quasi avariato
dai suoi padroni fosse stato risparmiato
che le sue preci sincere ed accorate
dunque non fossero rimaste inascoltate
Ma un gran vocione un gran brutto venerdì
udì dal nulla, che con truce gravità
preconizzò: "Per te è finita già,
sarai mangiato". E ciò detto svanì
Lo prelevarono il mattino appresso
per divorarlo, e in quel momento stesso
gli apparve in alto, a mezz’aria galleggiante
un’entità con un’aura fiammeggiante
che confermò il terribile verdetto:
"Per la tua stirpe sei stato un disonore
fosti dotato di anima e concetto
ma fu eresia il tuo fatal errore:
che tu lo sappia, sciagurato tapinello
son io il tuo dio, il Grande Condorello".



 


Il Fiume

Vidi un fiume l’altro ieri
Sembrava scorresse senza misteri
ma mi turbava il suo movimento
sempre uguale, talvolta violento
quello scendere verso valle
quel portarsi sempre più in basso
il proliferare di schiuma e bolle
levigando questo o quell’altro sasso
Allora, pensoso, cominciai:
“Non lo so, ma che ci troverai
di bello e di divertente
nel seguire sempre la corrente
che ti trascina verso il mare
lungo un tragitto che non puoi  cambiare?”
Però poco dopo, finalmente
ritornai fuori di me
e mi domandai, comprensibilmente
“Ma che cazzo di discorso è?”

 


 

VOGLIO DIRE NON LO SO

 Io voglio dire che proprio non lo so
se un dì a dirimere i miei dubbi riuscirò
Domande arcane, questioni irresolute
le cui risposte sono ancora sconosciute
I miei quesiti, le mie tribolazioni
or vi racconto, per rompervi i coglioni
Son interrogativi che io dalla mia tasca
estraggo alla rinfusa: salterò di palo in frasca.

Mi appare oscura, per quel che vi riguarda
la differenza tra senape e mostarda 

Non c’è ragione, sostiene il mio palato
che dal cetriolo un cheeseburger sia inquinato

Pur non fumando leggo “Camel” e non m’aspetto
un dromedario disegnato sul pacchetto

Mi svelereste della birra, se potete
(quella brodaglia che tutti voi bevete
e della quale la gioventù va pazza)
 cosa apprezzate, a parte la schiumazza?

Non è a me chiaro (le mie idee saranno vecchie)
che cosa spinga a immolar le proprie orecchie
e a scialacquar non so più quanti deca
intere turbe di zombi in discoteca

C’è chi mi ha detto, l’ho scritto sul quaderno
che la sinistra in Italia è già al governo
obietterei che ciò ancora non si vede
però i compagni ripetono: “abbi fede”.

Poi non capisco, sarà un problema mio
come d’estate, vi giuro, solo io
non ho mai voglia di andarmi a sciacquettare
come un asparagio, a mollo dentro il mare

 Ogni giornata ne conta due dozzine
sono le ore, tormento senza fine
Qualcuno spieghi un altro dei miei guai:
quelle di sonno a me non bastan mai

Grande mistero, non mi darete torto
è che quei cibi che proprio non sopporto
son giusto quelli, e loro solamente
che dai tumori preservano la gente

Da queste strofe avrete certo inteso
quanti problemi rimangano in sospeso
Pur tuttavia escludere non posso
che alcuni assilli, fra quelli che ho citato
un giorno o l’altro mi scrollerò di dosso
e griderò “Eureka!” a perdifiato

Ma ignorerò per sempre, e chiudo la poesia
perché, porca puttana, mi iscrissi  a Ingegneria.

 

 


MASSIME

 

L'uomo in cenere ossida bacco tabacco e venere


Lasciamo la paura del rosso agli animali con le corna
 

Quando IO impugno una matita, essa mi denuncia per molestie sessuali.
Io sto al disegno come Berlusconi sta alla democrazia.