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La ballade des gens nées quelque part                  LA BALLATA DI QUELLI NATI DA UNA QUALCHE PARTE 


-------------------------------------                  È pur vero che son piacevoli questi villaggetti                  
                                                       questi borghi, le frazioni, questi siti, le città,               
 TESTO AL MOMENTO NON DISPONIBILE                      con le fortificazioni, le chiese, le spiagge                     
                                                       non hanno che un difetto: essere abitati,                        
-------------------------------------                  ed essere abitati da gente che sogguarda                         
                                                       gli altri con disprezzo, dall’alto dei bastioni,                 
                                                       la razza degli sciovinisti, i portatori di coccarde,             
                                                       gli imbecilli felici d’esser nati da una qualche parte.          
                                                                 
                                                       Maledetti tutti i figli di una madre-patria                      
                                                       che si impalassero una volta per tutte sul loro campanile        
                                                       quando vi mostrano le loro torri e i musei e i municipii,        
                                                       e vi riempiono del loro paese natale fino a farvi vomitare.      
                                                       Che vengano da Roma, Parigi o Sète,                              
                                                       o da casa del diavolo, o da Zanzibar,                            
                                                       anche fosse Montcuc, son capaci di vantarsi, perdinci,           
                                                       gli imbecilli felici d’esser nati da una qualche parte.          
                                                                 
                                                       La sabbia nella quale, finissima, i loro struzzi                 
                                                       sprofondano la testa, non ce n’è di più raffinata...             
                                                       Quanto all’aria con cui gonfiano le loro palle                   
                                                       le bolle di sapone, è un soffio divino.                          
                                                       E così, poco a poco, giungono a montarsi                         
                                                       la testa fino a ritenere che lo sterco dei loro cavalli          
                                                       (anche di legno) renda invidioso il mondo,                       
                                                       gli imbecilli felici d’esser nati da una qualche parte.          
                                                                 
                                                       Non è un “luogo comune” quello della loro nascita,               
                                                       compatiscono davvero quei poveri disgraziati,                    
                                                       gli incapaci che non ebbero la presenza di spirito               
                                                       di vedere il giorno nel loro stesso luogo.                       
                                                       E quando la squilla li chiama, rompendo la tranquillità precaria,
                                                       contro qualche straniero, certamente barbaro                     
                                                       escono dal loro fosso per morire alla guerra                     
                                                       gli imbecilli felici d’esser nati da una qualche parte.          
                                                                 
                                                       Dio mio, che bella sarebbe la terra umana                        
                                                       se non si incontrasse questa razza demente                       
                                                       questa razza importuna, e che abbonda ovunque                    
                                                       la razza territoriale, la gente d’origine controllata.           
                                                       Sarebbe bella la vita, in ogni caso                              
                                                       se non avessi cavato fuori dal nulla questi cazzoni,             
                                                       prova definitiva della tua inesistenza:                          
                                                       gli imbecilli felici d’esser nati da una qualche parte.          



Georges Brassens                                       Traduzione tratta dal sito:                   
                                                       http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/index.htm
                                                                                               


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