TALEE

La produzione di talee è utile soprattutto nel caso di coltivazioni "indoor" non dovendo il coltivatore dipendere dalle condizioni climatiche e di luce/buio esterne.
La talea si ha tagliando una porzione di pianta madre e facendo sì che produca radici. Tutte le piantine (cloni) ricavate da una pianta madre avranno esattamente le stesse caratteristiche del genitore. Si potranno avere quindi tutte piante femmine, con le stesse qualità (ed esigenze) del genitore, conoscendo in anticipo quest'ultima.
Per la produzione di talee, la pianta madre dovrà essere in fase di accrescimento vegetativo, che si ottiene fornendo 18 ore di luce e 6 di oscurità alle piante.
Tagliare con un rasoio o con un coltello ben affilato la parte terminale (8-12cm.) di un ramo, staccare le foglie più basse e mettere le talee immediatamente in acqua tiepida (se dovesse entrare dell'aria nella parte diramo appena tagliata, la talea potrebbe morire).
Tagliato il numero di talee desiderato, si possono sistemare in un vaso con terreno di crescita. Per stimolare la rapida formazione di radici si possono usare prodotti a base di ormoni per talee erbacee. Subito dopo l'applicazione del prodotto, si dovrà sistemare la talea nel terreno di crescita.
Si può usare un terriccio leggero, torba, sabbia, perlite (pure o mischiate in varie percentuali), oppure lana di roccia o terreno artificiale, in vendita nei negozi di floricoltura. La lana di roccia e il terreno artificiale hanno caratteristiche ideali per le talee: sono sterili, a PH neutro, e trattengono molta aria (l'ossigeno è necessario per la formazione delle radici) [fig. 25], ma sono spesso trattati chimicamente e tossici per la nostra salute.

Fig.25
Effetto dell'ossigeno nella formazione delle radici: in un terreno non areato, le radici si sviluppano solo vicino alla superfice. Quando sono aerate, le radici si sviluppano e crescono piu' rapidamente lungo l'intera talea.


E necessario in ogni caso, che il terreno di crescita si possa mantenere ben aerato e abbia una reazione neutra.
È molto importante mantenere alta l'umidità dell'aria (almeno 80%), finché non si saranno formate le radici.
La temperatura dell'aria e del terreno non dovrà essere superiore a 20°-24°C, altrimenti le piantine si allungheranno eccessivamente senza avere la robustezza necessaria per reggersi e potranno morire.
Una rapida formazione delle radici è indispensabile per la sopravvivenza delle talee. Esistono in commercio "scatole di germinazione", che possono essere di valido aiuto per la formazione delle piantine.
Vediamo in sequenza le operazioni necessarie per preparare una talea :


1- porzione di pianta (fusto centrale o ramo) da cui ricavare la talea


2- rimozione del meristema centrale


3- taglio della talea (8-12 cm.; due coppie di foglie)


4- rimozione della prima foglia con l'inizio diramo nella parte inferiore della talea. Da qui si svilupperanno le prime radici.


5- rimozione della seconda foglia (con il ramo). A questo punto si può applicare un prodotto ormonale per talee erbacee, per favorire la formazione dell'apparato radicale, sulla parte di talea che sarà inserita nel terreno (non è comunque necessario - se usato seguire le istruzioni sulla confezione).


6- inserzione della talea nel terreno di crescita, in modo che la porzione da cui sono stata tolte le foglie (con i loro rami) rimanga almeno 5 cm. sotto il livello del terreno.


La formazione delle radici avverrà in 7-14 gg.
Non togliere le due foglie rimaste alla talea, in quanto sono necessarie per mantenerla in vita finché non attecchiranno le radici.
Un'altro metodo efficace per preparare talee (in questo caso si chiamano "margotte") è illustrato nel seguente schema [fig. 27] per non aprire le margotte così formate usare una siringa ipodermica per bagnare la torba (se necessario, oltre all'acqua potranno venire iniettate sostanze per la crescita delle radici e funghicidi).

Fig.27


Non bagnate eccessivamente, perché il rametto della pianta madre potrebbe marcire.
Se c'è la possibilità di controllo continuo, invece del foglio di plastica è meglio usare una tela o un tessuto di carta per la traspirazione.
Dopo 2-4 settimane si potranno cominciare a vedere le radici spuntare. A questo punto si può tagliare il rametto e trapiantarlo con la torba intatta (togliendo la plastica o la tela).
Dopo un paio di giorni all'ombra si potrà piazzare la nuova piantina alla luce.

 

PARASSITI E NEMICI DELLA CANAPA

Premesso che il nemico più pericoloso per la canapa è l'uomo, che con il proibizionismo contro questa pianta é quasi riuscito ad eliminarla dai mondo (ed è riuscito a perdere, forse per sempre, alcune delle varietà più preziose), e che quando non la considera con ostilità spesso la vede con cupidigia, vediamo quali possono essere le cause di attacchi esterni contro le nostre piante.
Anche se la canapa viene spesso (e a ragione) considerata un diserbante ed un insetticida naturale, in particolari condizioni (soprattutto con varietà non ancora adattatesi all'ambiente di crescita, come può essere il caso di sementi importate) si possono avere dei problemi causati da parassiti come insetti, muffe o funghi.
In caso di coltivazione all'aperto la difesa migliore da ogni tipo di parassita è la scelta di varietà ben adattate all'ambiente, che difficilmente avranno gravi problemi di infestazione. Importante sarà anche io stato di salute delle piante: una pianta vigorosa sarà molto più resistente ad attacchi esterni di una con una crescita stentata.
Una buona tecnica colturale contro gli insetti è quella di consociare alla canapa piante come l'aglio, che tengono lontano la maggior parte degli insetti nocivi.
In caso di attacchi di afidi, ragnetti o metcalfa, oltre alla rimozione manuale o con una spugna, si può usare un'insetticida naturale come il piretro, oppure preparare infusi e macerati diversi di tabacco, ortiche, spezie e aromi vari, tutti perfettamente organici, e poi spruzzarli sulle piante (solo se in fase vegetativa). Una spugna imbevuta di alcool potrà servire ad eliminare la maggior parte degli insetti, ma non dimenticate poi di lavare abbondantemente il fogliame delle piante così trattate.
Si possono anche utilizzare predatori naturali degli insetti nocivi, ma all'esterno questi ultimi dovranno essere rimpiazzati spesso. E' da evitare assolutamente l'utilizzo di insetticidi chimici, in quanto, oltre al danno ambientale, contengono sostanze che lasciano residui pericolosi per la salute dei futuri consumatori dei prodotti trattati chimicamente.
Un problema per alcune varietà può essere un attacco di botrite (muffa bianca). Tagliare immediatamente ed allontanare dalla piantagione tutte le parti di pianta colpite da questa muffa, disinfettare gli attrezzi di lavoro ed eseguire un trattamento a base di zolfo in polvere. Evitare di irrigare con acqua fredda, eliminare tutte le foglie morte o completamente ingiallite, favorire una migliore illuminazione ed un miglior ricambio d'aria, evitare stress idrici (terreno troppo secco o troppo bagnato), evitare carenze nutrizionali, ed introdurre nel terreno di crescita soltanto materiale organico completamente decomposto sono misure di prevenzione necessarie per evitare la formazione di muffe o funghi dannosi.
Attacchi anche gravi contro le piante nelle prime settimane di vita possono provenire dagli uccelli, dalle lumache e dalle chiocciole: in poche ore possono distruggere completamente tutte le piante presenti. Per evitare un simile danno è bene trapiantare le piantine solo dopo 3-4 settimane dalla nascita.
Nel caso di roditori (topi, conigli, minilepri), che possono attaccare le piante adulte, sarà utile un pezzo di rete metallica a maglie strette che possa circondare il tronco, alto almeno 25 cm. Per allontanare animali di taglia maggiore, la miglior prevenzione è quella di recintare la piantagione. Questo spesso non è possibile. Potrà essere d'aiuto il lasciare odori umani (orina, sudore) intorno alle piante per allontanare la selvaggina.
Per evitare gli attacchi più pericolosi, quelli da parte degli esseri umani, la miglior misura di prevenzione è il silenzio.
In caso di coltivazione indoor, la prima cosa per evitare infestazioni di qualunque genere è la pulizia estrema del locali, del terreno, dei vasi, degli attrezzi di lavoro e del coltivatore stesso. Sarà poi necessaria una buona e continua ventilazione dei locali. Il tasso di umidità non dovrà superare il 60%. Non introdurre animali di alcun genere nei locali di crescita.

 

CONCLUSIONE

Mia nonna mi insegnò ad avere amore per la terra, e mi diceva: " val più la pratica che la grammatica ".
Si possono leggere centinaia di libri, ma l'esperienza diretta è la cosa più importante. È utilissimo conoscere i principi teorici, ma l'applicazione pratica porta a una conoscenza profonda, che va oltre a ogni nozionismo.
Solo con l'esperienza, con il far nascere, veder crescere, accudire con impegno ed infine raccogliere al momento giusto le nostre piante di canapa, potremo entrare in contatto con un essere vivente (un vegetale) che, come tutti gli esseri viventi, ha le sue proprie esigenze, le sue preferenze e i suoi nemici. Solo dando amore a un altro essere potremo venire ricambiati.
La canapa da sempre è stata compagna dell'uomo, e da sempre l'uomo ha avuto da questa pianta grandi benefici.
È in atto un tentativo di eliminare la canapa dal mondo. Da 70 anni si sta combattendo una vera e propria guerra contro questa pianta, con offensive, fronti, prigionieri e vittime.
Ci si augura che prima o poi comunque la canapa sia nuovamente legale (come si può criminalizzare un vegetale?), e possa essere nuovamente utilizzata in tutte le sue possibilità.
Vista in prospettiva la sua criminalizzazione apparirà un residuo dei tempi "oscuri" dell'inquisizione medioevale (in effetti proprio da lì è partita la condanna di tutte le "sostanze" non approvate dal "potere").
Sta a noi, con il nostro impegno quotidiano di rivalutazione di questa sostanza, che "può ancora salvare il mondo", (J. Herer), far sì che il futuro possa essere, per tutti, più luminoso.