La semina all'aperto per le cv.
di canapa da resina può essere fatta direttamente nel terreno
o dapprima in vaso, seguita dal trapianto della giovane piantina
nel terreno.
È sicuramente da preferirsi la semina in vaso per una serie
di ragioni:
- Risparmio di semi. I semi di canapa hanno un'alta percentuale
di germinazione, ma all'aperto e in condizioni impossibili da
controllare continuamente hanno una mortalità molto alta
per cause diverse (siccità o piogge troppo violente, predatori,
variazioni di temperatura). La piantagione in vaso, con la sua
maggior facilità di controllo, assicura un alta percentuale
di natalità e di attecchimento delle piantine.
- Possibilità di selezione delle migliori piante per il
trapianto, eliminando quelle più deboli.
- Possibilità di anticipare la semina fino a 30-50 giorni,
quindi di avere le piante molto più grandi e robuste al
momento del trapianto e di evitare l'attacco di predatori come
le lumache, che possono distruggere completamente tutte le piantine
nelle primissime settimane di crescita.
- Miglior controllo delle piante nelle fasi più delicate
della crescita.
I vasi di plastica sono i più pratici, economici e permettono
un facile distacco del terriccio con le radici al momento del
trapianto. L'ideale è avere una singola piantina per ogni
vaso di 10-15 cm. di diametro.
Il vaso dovrà essere riempito con un terriccio di buona
qualità (a reazione preferibilmente neutra) e il seme dovrà
essere collocato circa 0,5 cm. sotto terra (sono da evitarsi i
metodi di germinazione fuori dal terreno, come mettere i semi
nel cotone umido, o simili, perché indeboliscono la piantina
e si rischierebbe di danneggiare quest'ultima al momento della
posa nel terreno).
Il terreno dovrà essere mantenuto umido (ma l'acqua non
deve mai ristagnare) e a una temperatura di almeno l5-18 gradi
centigradi. Una buona tecnica colturale è quella di riporre
i vasi in una serra o in un cassone riscaldato con letto caldo.
Dopo alcuni giorni (2-10 a seconda delle varietà, della
temperatura, della composizione del terreno e dell'età
del seme), le piantine cominceranno a uscire da1 terriccio, con
il guscio del seme ancora attaccato al fusto allo stato embrionale.
Con la caduta del guscio si apriranno i cotiledoni (foglie presenti
nel seme) e subito dopo apparirà la prima coppia di vere
foglie, un paio di foglioline opposte fra di loro, ognuna con
il suo proprio picciolo (gambo fogliare).
Le paia di foglie successive spunteranno in formazioni opposte,
e queste foglie saranno formate, nel secondo paio di 3 foglioline
ognuna, nel terzo 5, e così via fino a 11-13 foglioline.
[fig. 5 - 6 - 7]
Le giovani piante richiedono almeno
12-13 ore di luce al giorno, e durante i mesi dì crescita
risponderanno all'aumento delle ore di luce e della temperatura
dell'aria e del terreno con un aumento nel vigore della crescita.
I semi di canapa potranno essere dunque piantati subito dopo l'equinozio
di primavera (nel nostro emisfero), quando le ore di luce cominceranno
a essere maggiori di quelle di oscurità. Se ricavate da
talea (in Olanda sono in vendita talee radicate di numerose cv.),
si cercherà di avere la miglior formazione dell'apparato
radicale, mantenendo il terreno arieggiato e soffice.
Per le cv. da fibra e da seme, alla semina in pieno campo (più
o meno fitta, fino ad alcune centinaia di piante per metro quadrato,
per alcune cv. da fibra) è buona cosa far seguire una rullatura
del terreno, per evitare che i semi vengano mangiati dagli uccelli
o spazzati via dalla pioggia.
Per la coltivazione indoor, appena fuori dal terreno si daranno
alle piantine 18 ore di luce al giorno. La canapa richiede una
quantità d'illuminazione (lumen) molto alta, e solo lampade
al sodio o lampade a scarica (al sodio a ioduri metallici*) sono
in grado di fornire uno spettro di luce adatto alla crescita e
abbastanza lumen per una crescita rapida e vigorosa.
In Olanda sono in vendita, nei negozi specializzati, apparecchiature
d'illuminazione studiate appositamente per questo scopo. Le lampade
sono in genere di una potenza variabile fra i 400 e 11000 Watt,
ed emettono fra i 45000 ed i 140000 lumen (le piante riusciranno
a sfruttare al massimo l'80% dell'emissione totale)... Si stima
una richiesta di 40.000 lumen per metro quadrato, quindi una lampada
da 400 Watt potrà servire per un solo metro. Più
lumen saranno forniti per metro quadrato (fino a 50000), maggiore
sarà il raccolto finale.
La distanza dalle piante dovrà essere, a seconda della
potenza e del tipo delle lampade (quelle a ioduri metallici emettono
più calore, quindi dovranno essere un poco più distanti),
fra i 60 e i 90 cm. Le lampade a ioduri metallici emettono maggior
radiazioni nello spettro luminoso blu (utile allo sviluppo vegetativo);
quelle al sodio hanno una maggior emissione nel giallo e rosso
(fioritura). Una soluzione con buoni risultati sia nella crescita
che in fioritura si ha usando 3-4 lampade al sodio ogni lampada
a ioduri metallici.
Se intorno alle piantine c'è abbastanza spazio, all'intersezione
delle foglie con lo stelo cominceranno a crescere piccoli rami.
Ad ogni pianta per la produzione di resina si dovrebbe concedere
pieno spazio per sviluppare lunghi rami e un esteso apparato radicale
per la produzione di fiori (dove è concentrata la maggior
parte della resina).
Il tempo della semina (per una crescita successiva in esterni)
va dalla fine di marzo (dopo l'equinozio di primavera) ai primi
di giugno.
Le piante seminate prima saranno più grandi e probabilmente
più resistenti, ma il tempo di piantagione non influenza
quello di fioritura, almeno per la maggior parte delle varietà
non provenienti da zone equatoriali.
Non è vero che, se seminata presto (febbraio-marzo) la
pianta fiorirà prima. Al contrario, se troppo grande, la
pianta impiegherà più tempo a sviluppare e a maturare
le sue infiorescenze.
Il trapianto è un'operazione
molto delicata, e un buon sviluppo delle piante (e un buon raccolto
finale) dipenderanno molto dalla sua preparazione e dalle sue
modalità di esecuzione.
Si dovrà smuovere il terreno in profondità, scegliendo
un momento in cui il terreno stesso sia "in tempera"
(per arricchirlo di ossigeno e permettere una miglior traspirazione
e ritenzione di acqua), pochi giorni prima del trapianto ed eventualmente
arricchirlo di fertilizzante nello strato profondo.
È consigliabile che il trapianto avvenga di sera, o di
mattina presto, per causare meno shock alle piantine. L'ideale
sarebbe in un momento appena precedente una leggera pioggia e
all'inizio di un periodo di piogge.
Sarà spesso indispensabile provvedere all'irrigazione,
ma la pioggia rimarrà sempre la miglior fonte d'acqua e
di vita per le piante.
Si dovrà scavare una buca nel terreno lavorato, di grandezza
e profondità doppie di quelle del vaso, e mischiare alla
terra delle pareti e del fondo 1-2 litri di torba o terriccio.
Con il raggiungimento del 5°-7° paio di foglie, 3-6 settimane
dopo la semina, (fig. 8) le piantine saranno cresciute abbastanza
da poter essere trapiantate in piena terra e avranno sviluppato
abbastanza radici da riempire il vaso, in modo da poter estrarre
facilmente la piantina con il pane di terra attaccato.
È meglio, prima dell'estrazione, bagnare il terriccio nei
vasi, in modo che non si sgretoli. Si depositi delicatamente il
pane di terra con le radici nella buca, e lo si circondi di torba
fra le pareti e il terreno. (La torba trattiene l'umidità
più a lungo; è necessario che in questa fase alla
piantina non venga a mancare acqua, per permettere alle radici
di svilupparsi rapidamente).
Il margine superiore del pane di terra deve essere all'incirca
allo stesso livello del terreno. Una leggera rincalzatura intorno
al fusto e una generosa irrigazione completeranno l'operazione.
Nei giorni successivi al trapianto è necessario mantenere
umido il terreno per evitare il disseccamento (e la morte) delle
piante.
Una buona tecnica colturale è quella di pacciamare (coprire)
il terreno con foglie, rami e cascame in genere. Con la pacciamatura
il terreno rimane più fresco e più soffice, c'è
minor traspirazione d'acqua e ci sono minori probabilità
che la nostra minipiantagione venga danneggiata, risaltando meno.
In ogni minipiantagione (buchi di 1-1,50 m. in diametro) si potranno
trapiantare 4-5 piantine, per avere alla raccolta 1-3 piante femmine
(in media).
L'epoca ideale per il trapianto è dalla fine di aprile,
per tutto maggio, fino a giugno inoltrato. Sono da evitare i trapianti
con calori eccessivi, che potrebbero bruciare le giovani piantine
o farle andare direttamente in fioritura, senza fare la levata
e la fase di accrescimento vegetativo.
Le cv. da seme e da fibra, seminate in pieno campo, non devono
essere trapiantate.
Dal trapianto alla fioritura le
piante di canapa avranno bisogno di relativamente pochi lavori
complementari. D'altronde, un attenzione costante sarà
necessaria per il buon andamento del raccolto.
Come prima cosa non bisogna mai lasciare che le piante soffrano
per la siccità. D'estate, in pieno ciclo vegetativo, una
singola pianta di canapa può traspirare fino a 20 e più
litri di acqua al giorno.
Le radici della canapa arrivano molto in profondità per
la ricerca d'acqua, ma, soprattutto nelle prime fasi dello sviluppo,
la mancanza d'acqua nel terreno potrebbe causare gravi problemi
alle piante, fino alla loro morte.
In mancanza di pioggia (ogni cm. di pioggia equivale a 10 litri
per m2 , e in più tutto il terreno circostante viene a
essere irrigato), dal momento del trapianto in poi, sarà
necessario dare a ogni minipiantagione, a seconda del terreno
e delle condizioni climatiche, almeno 20-50 litri d'acqua ogni
2-3 giorni, fino a quando le piante avranno sviluppato un buon
apparato radicale (almeno 3 settimane).
Dopo questo periodo, sempre in mancanza di pioggia, si potrà
irrigare ogni settimana per il mese seguente e poi ogni 10-15
giorni fino alla fioritura. Più acqua è disponibile
nei mesi caldi, meglio è per le piante, ma a volte per
problemi di "sicurezza" (anche nei posti dove è
concesso coltivare canapa, questa potrebbe essere sempre una "tentazione"),
è preferibile non visitare le nostre minipiantagioni troppo
di frequente. Dopo ogni irrigazione si dovrà rompere la
crosta formatasi sullo strato superficiale del terreno e rincalzare
leggermente la terra intorno a ogni singola pianta.
Il versare molta acqua nel terreno scioglie i principi nutritivi
presenti e, in parte, li porta fuori della portata delle radici
delle nostre piante. Sarà necessario rimpiazzare questi
nutrimenti con altri fertilizzanti che possano essere prontamente
utilizzati. Una sana, costante e progressiva crescita è
indice di buona disponibilità di fertilizzanti. Carenze
nutrizionali potranno manifestarsi con clorosi fogliare, ritardi
nell'accrescimento, minor resistenza alle ma-lattie e alla competizione
con altre specie vegetali.
Si dovrà fare altresì attenzione alle erbacce (soprattutto
all'inizio), che potrebbero soffocare le giovani piantine, e all'accrescimento
della vegetazione circostante la minipiantagione, che potrebbe
ombreggiare eccessivamente le piante durante la loro crescita.
Verso la sesta settimana di vita, alle piante di canapa per la
produzione di resina può essere asportata la parte apicale
(la parte di stelo con le ultime 4 foglioline) per stimolare la
produzione di rami e modificare la forma della pianta. La prima
cimatura può essere seguita da una successiva, sulle branche
(rami) principali, 3-4 settimane dopo. E' importante, se si sceglie
di farlo, cimare soltanto nelle prime fasi dello sviluppo per
non ritardare la fioritura.
Nelle parti apicali delle piante esiste un tessuto chiamato "meristema",
che funziona come un orologio per la fioritura, e che, se asportato,
necessita di 8-10 giorni per riformarsi. Quindi asportandolo si
ritarda la fioritura della pianta per il tempo necessario alla
formazione di un nuovo tessuto.
Molti coltivatori preferiscono mantenere la pianta intatta e ritengono
che ogni intervento di potatura sulle piante produca una minor
resa finale e un ritardo nella fioritura (che in certi casi potrebbe
avere effetti disastrosi). Altri si accorgono che con la cimatura
si può ridurre l'altezza finale e modificare la forma delle
piante, rendendo queste ultime meno riconoscibili; e pensano che
la resa finale possa addirittura essere aumentata [fig.9].
A parte l'asportazione di parti della pianta eventualmente danneggiate
o malate e quella eventuale dei rami più bassi che non
si sono potuti sviluppare, ogni altro intervento di potatura è
da sconsigliare.
Esiste la credenza errata, da parte di molti coltivatori, che
l'asportazione di buona parte dell'apparato fogliare dia una resa
migliore in fiori. La foglia è il polmone della pianta
e la sua presenza è indispensabile. Togliendo le foglie
si avrebbe come risultato soltanto una fioritura precoce ed un
nanismo nei fiori. Le foglie, lasciate intatte, al momento della
maturazione ingialliranno e cadranno da sole; ed a questo punto
le sostanze nutritive in esse presenti (amidi, sali, ecc.) saranno
emigrate nelle infiorescenze, I fiori potranno svilupparsi e accrescere
di gran lunga la resa finale.
Nelle cv. da fibra in genere dopo la semina non si fa seguire
alcun lavoro complementare.
In quelle da seme (a semina più rada) si può eseguire
una sarchiatura e un rincalzo nei primi stadi dell'accrescimento
delle piante.
Per la coltivazione indoor l'irrigazione può essere completamente
automatizzata, tramite sistemi d'irrigazione esistenti in commercio
o facilmente realizzabili (è sempre meglio almeno vedere
come funziona un impianto del genere, dove già esi-stente,
prima di procedere alla sua messa in opera); oppure manuale. Importante
comunque è che il terriccio venga sempre mantenuto umido.
Nell'acqua usata per l'irrigazione verranno disciolti, in momenti
diver-si, i diversi fertilizzanti necessari alle mutate esigenze
delle piante nelle fasi dello sviluppo (vedi pag. 21-23). In locali
chiusi, è necessario un ricambio continuo d'aria: sia per
evitare la formazione di muffe e funghi, sia perché altrimenti
le piante ben presto consumerebbero tutta l'anidride carbonica
presente nell'aria del locale e si bloccherebbe il loro sviluppo.
Non è sufficiente un ventilatore che mantenga l'aria in
movimento, ma è necessario un estrattore, che sia in grado
di rinnovare l'aria del locale in cinque minuti (ad es., per un
locale di 30 metri cubi sarà necessario un estrattore che
abbia una capacità di almeno 350-500 m3/ora). La temperatura
dell'aria ideale per la crescita e la fioritura è compresa
fra i 25 e i 30 gradi centigradi. Sempre in caso di coltivazioni
indoor è necessaria, alla fine di ogni ciclo di coltivazione,
la pulizia e la sterilizzazione dell'ambiente di crescita e di
fioritura, dei vasi, degli irrigatori, e di tutto il materiale
e gli attrezzi usati per la coltivazione. Con una pulizia accurata
si eviteranno la maggior parte dei problemi connessi con la pre-senza
di parassiti come insetti, muffe o funghi.