Storie di paese.

WBassano

 

 

IL GEOMETRA IL SOLDATO E IL VOLATILE.

Tre personaggi alla ricerca di un sogno.

 

 

In un mondo lontano, privo di segnali tv, coperture di segnale di telefonia mobile e internet banda larga, vivevano tre signori che un giorno decisero di cambiare il loro mondo. Costruirono un bel cartellone e iniziarono a scriverci sopra. E poi altri leggendo, provarono a scrivere. E tutti scrivevano. "Si cambiamo questo mondo. Questo mondo non ci piace".

 

Nel frattempo però il geometra si faceva i cazzi suoi, sperava di essere nominato tecnico dalla nuova università agraria della foresta di Sherwood (?). Il soldato, sognava di fare il webmaster, e, dal suo ufficio (pardon) dalla sua scrivania, faceva il censore della santa inquisizione. Il Volatile, invece, era convinto, ma proprio convinto di saper... VOLARE molto in alto, tanto convinto, che a BassanoLand, tutti lo omaggiavano, e lui, si gonfiava come un Pavone, anzi, come Falcone, anzi come un Piccione.....

 

I tre coraggiosi a forza di scrivere decisero di formare il gruppo dell'inquisizione. Cercarono, tra i tanti, attori degni del grande film. Si riunirono e decisero come sconfiggere la malvagità. Si organizzarono militarmente, reclutarono l'esercito e diedero gradi da generale a chi aveva dato dimostrazione capacità eccelse. I Generali li vedì sul mondo oppresso con ordigni bellici futuristici. Non fanno danni, registrano immagini che poi trasformano in parole, polemiche e soluzioni. Terribile questo esercito. Potere di fuoco micidiale. Chi potrà salvarsi da tanta forza????

 

AFFINATE LE ARMI, OTTENUTE LE PRIME VITTORIE, NELLA FORESTA DI SHERWOOD NELLA PIANA DI SPAGNA RECLUTATORO I BELVISI CHE VIDDERO IN LORO I PALATINI DELLA GIUSTEZZA. IL POPOLO SI AVVICINO' A LORO; IN CAMBIO DI UN PICCOLO LOBO FECERO IL PATTO DI SANGUE CON L'ETERNA FRATELLANZA ORGOGLIOSA. IN CAMBIO DIEDERO DEVOZIONE IMPEGNO E LA "CAMICIA" BIANCA SIMBOLO DI APPARTENEZA CHE PER GLI ISCRITTI DIVENNE DIVISA OBBLIGATORIA

 

 

Decalogo della "CAMICIA ORGOGLIOSA".

 

  1)Sappi che l'ORGOGLIOSO, e in specie l'ASSOCIATO, non deve credere alla tranquillità eterna.

  2) Se offendiamo lo facciamo perchè sempre meritato.

  3) Il paese si serve anche facendo le foto al secchione dell'immondizia.

  4)Un associato deve essere un fratello: primo, perchè vive con te; secondo perchè la pensa come te.

  5) La MAGLIETTA, la TESSARA, ecc. ti sono stati affidati non per sciuparli nell'ozio, ma per conservarli nella battaglia.

  6) Non dire mai "tanto paga l’associazione” perchè sei tu stesso che paghi e l'ASSOCIAZIONE è quello che tu hai voluto e per la quale indossi la maglietta.

  7) La disciplina è il sole dell'ORGOGLIOSO: senza di essa non si hanno ASSOCIATI, ma confusione e disfatta.

  8) Il PRESIDENTE ha sempre ragione.

  9) L'ASSOCIATO non ha attenuanti quando disobbedisce.

10) Una cosa deve esserti cara soprattutto: la vita del PRESIDENTE

 

Con l'esercito in pompa magna invasero il povero paese dimenticato da tutti e iniziarono il rastrellamento per effetuare la pulizia etica che incrostava il popolo. I centurioni preposti collocarono i propri soldati in ogni angolo remoto. La battaglia ebbe talmemte tanto clamore che gli annali la ricordano ogni estate. Il chiaro candore lasciato dai Pallatani ancora oggi si percepisce passeggiando sui luoghi della battaglia.

 

Una grandissima battaglia fu combattuta nel maggior crocevia del paese. Largo San Gratiliano. Gli orgogliosi, quel giorno scrissero una pagina di valenza epocale per la storia del paese. Quello storico giorno è raccontato da chi lo ha vissuto come giorno eccezionale. La crema dell’associazione si presentò in prima linea. Degli eroi allo stato puro. Eroine degne di storie d’altri tempi. Si presentarono in prima persona non curanti del pericolo che andavano incorrendo. Chi sono gli eroi? Ve lo siete mai chiesti? Ebbene sì; abbiamo avuto l’esempio di chi è veramente un eroe. Nostri compaesani che segnarono la storia del nostro, fino ad allora, insignificante paese. Organizzati in maniera minuziosa, operarono in pochi; valutazione decisa per avere il massimo dell’operatività e diligenza; tanto è vero che s’imposero di non indossare le famigerate camicie Orgogliose per non destare sospetti al nemico. Immaginate di cosa hanno rinunciato per il bene nostro e di tutta la comunità. Quatti quatti si presentarono impettiti sulla piazzetta di largo san Gratiliano e dopo aver aspettato il tempo necessario per “celare” la loro venuta impugnarono le armi e iniziarono il combattimento. Il nemico?? E no caro lettore il nemico è poco; il nemico è nulla, il nemico non è nemico. Il nemico non era presente ma fu sconfitto lo stesso. Fu sconfitto perché non brillava di luce conforme bensì di luce arancione. Senza esitazione issarono la scala, si equipaggiarono dell’arma contundente, con azione rapida e repentina schiodarono le postazioni fisse del nemico non nemico e issarono il tubo che brillava di luce vera. Finalmente quel giorno anche Bassano aveva il tubo che si meritava

 

Nel mezzo del cammin della loro storia, gli Associati si ritrovarono in una selva oscura che la diritta via era smarrita. Per raddrizzarla si fecero carico di reclutare il Generale dei Generali. Venuto dal mondo lontano, erede del Principato di Andorra gemellato con il Canton Grigioni svizzero pose la sua figura nel feudo Bassano infondendo al cospetto degli Orgogliosi il suo sapere. Il “muro degli scritti” ebbe linfa nuova per battagliare la tirannia dei regnanti del feudo Bassano; tiranni rei di sciatteria verso il popolo sovrano. Il Generale dei Generali spalleggiato dagli adepti decise di inebetire i frequentatori del “murales”. Cotanta cultura non ebbe effetto sperato. Il Generale dei Generali offuscato da tanto sapere, diletto dall’astrusa prosa, non capì che il popolo E’ il popolo. Gente umile inculturata disinteressata. La sua prosa non generò altro che un convivio dantesco riservato a lui stesso e chi asseriva di capirlo. Il popolo sollecitò il Generale dei Generali ad avere un linguaggio più comprensibile ma non si riuscì alla persuasione

 

La tavola “tonna” degli inquisitori decise di combattere il popolo Agrario. Nominarono Carletto magno Re del battaglione che battaglierà i tiranni universitari agricoli. La campagna d’indebolimento ebbe inizio con il monitoraggio dei territori da amministrare. Campagne incolte strade dissestate e un gran tesoro da spolpare. La storia narra che uscirono sul territorio a cercare nuovi compagni pronti ad associarsi, infiltrarsi dentro le maglie nemiche, in modo da poter avere tanti combattenti amici che potessero aiutarli a VINCERE la battaglia. Gioco sporco, gioco senza regole, senza principio e senza valori. Gioco vecchio, vecchio come la guerra. Da qui il nome di carletto magno. Un piccoletto che vuole pappare, come tutti. Ai posteri l’ardua sentenza. ...

 

Carletto magno Re, nonostante le numerose e profonde ferite(batoste) riportate nella dura battaglia di qualche anno arreto, che perse naturalmente, decise di prendere questa volta il comando del battaglione di impavidi orgogliosi, per tentare la conquista del ricco Feudo Agrarium de Bassanum. Promise lavoro al villico popolo tutto. Promise, al fido scudiero Franciscus Volatium Cortum, cura ad uditum del popolo frastornato, a Gratianus Capesante promise la nomina di scribano privato del Re, a Little DinDon promise, finalmente, il restauro delle mura castellane, del cimitero e dei ruderi della città. Allo Speziale Villarum promise l'incarico delicato di gendarme, ma, rifiutandosi per impegni già presi, dovette assumere lui stesso, ad interim, l'incarico. Promise, sempre se eletto, di ridare il bosco al popolo. Di togliere ai ricchi per dare ai poveri. Di togliere le tasse, rinunciando a qualsiasi compenso a lui dovuto. Fu a questo punto che un rappresentante del popolo chiese udienza a Re Carletto Magnum e gli disse: "Sire, il popolo è con te, ma se, quanno eletto, te scordi de tutto quello che hai promesso, so cazzi tui, il popolo aprirà un BLOG dove verrai messo alla gogna sulla pubblica piazza e poi impiccato"....continua'

 

La storia volle che Re Carletto dovette abdicare prima della grande Guerra agraria. Per colpa dei Generali della sua compagnia di lavoro non potè essere incoronato capo della battaglia. E gli cogito ORGOGLIOSI sum riorganizzarono l’esercito e per conquistare l’agrarium bassanum nominarono GRIFON D’ORO re del battaglione che battaglierà i tiranni universitari agricoli. Sicuramente sarà lui l’uomo nuovo l’uomo capEce l’uomo soldato che darà luce nuova al regno agrario Bassano. Finalmente dopo millenni di vuoto avremo anche noi il nostro grande eroe. L’Harry Potter Bassanese.

 

Il conflitto fu battagliato nel monte sanvincenzano. I generali con tutti i loro colonnelli invece di stare nelle retrovie COME LE REGOLE VOGLIONO¹ (ma le regole sono fatte per essere sregolate anche dai paLLadini della correttezza) si piazzarono innanzi al campo di battaglia. Storici narrano che la soldataglia provò ad accompagnare i combattenti dentro il seggio per consigliare come fendere il colpo mortale. E no! Così non si fa. Dopo due giorni di tanto presidio e mille croci scritte, venne il momento del verdetto. Quaglia vinse la battaglia. Moroni con i suoi ciceroni ritirarono i loro bastioni e svignarono tutti carponi. Manoni pur che l’agraria l’appassioni è finito a capitomboloni. Capece anche se dice che l’orgoglio è molteplice perché hanno raggiunto l’apice è nero come la pece come Campanella è il generale Vella che da tempo con la sua radionovella ci sconquassa le cervella…. ¹VERGOGNA