JAMES WEDDELL    

Su

Se in questa vita non siamo dei pellerossa, ma siamo nati qui vuol dire che il nostro scopo non è quello. Insegniamo, quindi, anche ad altri a rispettare la cultura dei nativi, di madre terra e padre cielo. Siamo come dei messaggeri, spiriti guerrieri tra altri spiriti e saremo comunque molto vicini a loro...

Gregg Braden

 

 

James Weddell è nato il 24 dicembre 1955. E’ un indiano Sioux del Sud Dakota e per la legge dello stato è un criminale. E’ stato condannato a ottanta anni di carcere per un delitto che non ha mai commesso.

 
La storia di James non è una storia isolata, uno strappo casuale nella linda maglia della Giustizia americana. Insieme a lui altri Nativi sono rinchiusi nelle carceri per reati inesistenti o con condanne sproporzionate a ciò che è stato da loro commesso. Esiste ancora in molti stati americani molto odio e molto razzismo nei loro confronti, e la legge in quegli stati è la legge dei "bianchi". La stessa legge che legalizza il razzismo nei confronti dei neri e di qualsiasi minoranza etnica. Leggendo il libro sulla vicenda di James Weddel, "Guerriero Dakota", ci si può vergognare di appartenere a questa razza bianca, vile e schifosa, e per contro invece ammirare il coraggio e la grande lealtà di un uomo che lotta contro un intero "sistema". Ma quella vergogna è attenuata da altri bianchi che da tutto il mondo lottano e denunciano quel sistema sporco e corrotto, donando a tutti noi una speranza, una nuova speranza che una volta per tutte, il Popolo dei Nativi d'America possa avere quella giustizia che rincorre e merita da molto, molto tempo...Tra questi bianchi, anche noi abbiamo deciso di fare la nostra parte. Abbiamo spedito una lettera di sostegno a James, e nel frattempo stiamo cercando di metterci in contatto con i vari comitati in suo favore. James è innocente, la sua unica "colpa", e lo è solo nei confronti dei suoi aguzzini, è quella di essere un "indiano". Giudicate voi, dopo aver letto la sua storia, chi è il vero colpevole...
I Fatti

La sera del 28 febbraio 1986 James Weddel, Micky Honomichl e suo fratello Larry, Jerry Costello, per difendere due amici nativi che stavano venendo pestati a sangue da un bianco di nome Randy Caldwell e dalla sua banda, intervengono e cercano di porre fine al pestaggio. I bianchi stavano massacrando Enos Weston, un giovane indiano. Randy Caldwell colpiva il ragazzo con un manganello della polizia. Intorno a lui c'erano circa 50 bianchi pronti ad intervenire. La polizia, durante il giorno, era stata avvertita che era in corso un pestaggio, ma Tom Hardley, il funzionario di polizia che raccolse l'informazione, decise di non intervenire e andare ad una cena di pensionati. Tom Hardley è cugino di primo grado dei Gregers, una famiglia di bianchi che da anni compie soprusi sui nativi; erano presenti numerosi Gregers anche quella sera. Loren Archambeau, il poliziotto del Bureau of Indian Affairs, non potè intervenire perchè la polizia indiana può intervenire solo su crimini commessi da indiani. Così James e gli altri tre, non potendo restare a guardare, si buttano e James tenta di togliere a Randy Caldwell il manganello. Ci riesce, poi vede Troy Greger correre verso il furgone, dove tiene un fucile, e si lancia all'inseguimento. Mentre corre si gira indietro e vede Randy che colpisce ancora Enos e intorno a loro altri con in mano dei bastoni. E' molto buio, c'è confusione, però James vede ad un tratto Randy cadere al suolo e un fuggi fuggi in tutte le direzioni. Una ragazza dei Gregers lo supera in corsa scappando, insieme a suo fratello. Randy Caldwell morì. Della sua morte fu giudicato colpevole James. La corte che emise il verdetto era composta solo da bianchi, nonostante la legge preveda che in questi casi vi siano tra gli altri anche una componente del 15% della stessa minoranza etnica. Non solo, ma cosa incredibile fu nominato in giuria anche un parente della vittima! La ragazza che scappando incrociò James testimoniò al processo invece di averlo visto stare sopra Randy e colpirlo ben quattro volte. A James fu assegnato, visto che non aveva abbastanza soldi per scegliersene uno proprio, un avvocato d'ufficio che aveva sempre difeso i Gregers, ed esso non chiamò a testimoniare le numerose persone presenti quella sera e che si erano offerte di testimoniare in suo favore, rifituando tutte le proteste di James. Dopo nove mesi riesce a fuggire dal carcere. Verrà nuovamente arrestato solo due anni dopo, dopo essere stato incluso nella lista dei "15 più ricercati d'America"! Insieme ai peggiori criminali! Per questa fuga la sentenza fu di altri 15 anni, in tutto 95 anni! James ha rischiato di essere assassinato in carcere, un piano per ucciderlo era già stato messo in atto con la complicità dei secondini, ma l'arrivo di Gloria Mattioni, una giornalista italiana, è provvidenziale. Gloria ottiene di parlare con lui, ascolta la sua storia, si mette in contatto con un avvocato ed insieme riescono ad ottenere la riaperura del caso ed un nuovo processo per il 30 novembre 1995. Gloria scrive la sua storia che verrà pubblicata e ristampata in ben tre edizioni! Comincia la mobilitazione internazionale, sono moltissime le lettere di protesta e di solidarietà a James. Il piano per ucciderlo, adesso, viene abbandonato. James ottiene, sotto la protesta e mobilitazione di comitati spontanei sorti numerosi in Europa, il trasferimento a Sioux Falls, un carcere molto più umano. Ma anche l'udienza di riapertura del suo caso viene manipolata, e il verdetto rimandato ancora.
Questa è solo la sintesi della storia di James, ma in realtà a quanto detto bisogna aggiungere molti altri particolari che ne aggravano l'ingiustizia subita. Tutti questi particolari potrete leggerli nel suo libro, "Guerriero Dakota", Ediz. L'Età dell'Acquario, ma quello che nessuno potrà mai leggere, se non al massimo intuire con le sue parole, è la sofferenza che il suo cuore ha conosciuto. James, "Occhio d'Aquila", è un Nativo fiero delle sue origini, leale verso il prossimo e con lo spirito libero come solo i Nativi possono esserlo. Queste sono le sue parole di ringraziamento per tutti gli amici che lo hanno sostenuto, leggetele e riflettete: può un uomo, dopotutto ciò che di sleale e vile ha dovuto sopportare, esprimere sentimenti così grandi e nobili senza essere un Grande Uomo?
James scrive:

... Oggi ho quattrocento corrispondenti, soprattutto in Europa. Esistono comitati di sostegno in mio nome in Italia, Germania, Olanda, Danimarca, Belgio, Inghilterra. A volte mi sembra persino impossibile che sia io il protagonista di questa storia. A volte temo sia un sogno da cui prima o poi mi dovrò svegliare. Voi continuate a ripetermi di stare tranquillo, che non è un sogno. Ma non riuscirete mai a convincermi che non c’è un tocco di magia. Basta pensare che una delle due donne che hanno dato il via a tutto questo, Antonella, non parla neppure l’inglese! Certe volte l’emozione è così forte che mi impedisce quasi di respirare. La prima volta che ho parlato al telefono con Sandra il mio cuore batteva all’impazzata. Quando ho chiamato Gloria per la prima volta è stato anche peggio. A un certo punto ha dovuto persino chiedermi se ero ancora lì. Ero lì, ma la mia voce se ne era andata. Ho quasi trentanove anni e sono un guerriero, ma ci sono cose che mi fanno ritornare più timido di un bambino. Voi avete fatto cose che mi hanno commosso in un modo che mai avevo sperimentato prima.Pensavo di essere ormai l’unico interessato ad aiutare anche quelli che non possono offrire nulla in cambio. Nella mia tribù non si usa più, anche se era il modo dei nostri capi. Voi mi avete restituito la fiducia nella razza umana. I miei amici appartengono a questa razza unica. Non mi importa di quale dei colori delle Quattro Direzioni sia la loro pelle. Il fatto che degli uomini e delle donne di un’altra razza e cultura abbiano scelto persino di digiunare insieme a me per dare forza alle mie preghiere, sapendo che nella nostra religione le preghiere ottengono ascolto solo se sono accompagnate da un sacrificio, mi ha reso orgoglioso. Ho pensato: "I miei amici sanno cos’è l’amore". Sentirsi amati e rispettati è importante. Forse è la cosa più importante di tutte. Se c’è l’amore, la comunicazione non si lascia intrappolare da nessun limite, varca oceani e mura carcerarie ..." James Weddel.

James R. Weddell è stato liberato! L'udienza si è tenuta in South Dakota il 18 dicembre 2003 alle ore 11.00.

Questo è accaduto perché precedentemente, il 29 settembre 2003, il giudice Piersol, da cui attendevamo una risposta sin dal 17 settembre 2001, giorno dell'udienza in Corte Suprema Federale, ha deliberato in nostro favore. La decisione ha autorizzato l'habeas corpus che avevamo presentato fin dal '95 (!), dopo aver trovato nuove prove per riaprire il caso (già chiuso anche in appello) che dimostravano l' innocenza di James. Il giudice Piersol ha riconosciuto che James non aveva ricevuto un
processo che garantisse i suoi diritti, sulla base di due dei cinque punti da noi sollevati: l' inefficienza del suo avvocato d'ufficio, che non chiamò un altro medico legale per contestare la versione del dr. Randall (cambiata all'ultimo minuto per poter accusare sia James che Micky Honomichl dello stesso reato); il fatto che il prosecutor, Conklin, avesse cacciato dalla giuria l'unica indiana presente, mentre la legge prevede un 15% di rappresentanza della stessa minoranza etnica dell'imputato.

Nella decisione del giudice Piersol del 29 settembre, viene ratificata allo Stato la scadenza di sessanta giorni per liberare James o ri-processarlo.

Come c'era da aspettarsi, lo Stato ha subito contestato la decisione e presentato una "motion to stay" per fermare subito la liberazione di James e per chiedere comunque più tempo, affermando l'intenzione di riprocessarlo. Ma quando lo Stato si è reso conto che tutti i testimoni che avevano testimoniato contro James sono ora in prigione o con problemi di droga, ha preferito definire la causa in via amichevole.

Gli è stata revocata la condanna per omicidio, in compenso James ha dovuto ammettere di aver colpito la vittima Randy Caldwell ed il suo compagno Troy Gregor.

Un accordo accettabile, perché James non ha mai negato di aver colpito durante la rissa le suddette persone; invece ha sempre negato di aver ucciso Randy Caldwell.

Se gli anni trascorsi in carcere sono serviti a scontare i due crimini ammessi, James deve ancora scontare 7 anni per la sua evasione del 1987.

Questi 7 anni sono stati sospesi con la libertà condizionale, di modo che James ha potuto essere regolarmente liberato il 18 dicembre 2003, giorno stesso dell'udienza.

http://web.tiscali.it/odcteatro/weddell.htm