IL MOBBING

 

Il mobbing è una situazione d'aggressione, di esclusione, di emarginazione di un lavoratore.

 

In italiano si ricorre di solito ad espressioni più articolate, come "molestie sul luogo di lavoro" o "terrore psicologico in ufficio". Il più diffuso tra i vari tipi di mobbing è quello verticale; il quale avviene quando l'azienda mette in atto una strategia, diretta o indiretta, per rendere impossibile la vita a un dipendente sgradito, in modo da costringerlo a licenziarsi.Il mobbing coinvolge sia giovani sia anziani.I giovani neoassunti accettano più facilmente i piccoli soprusi quotidiani e quindi raramente denunciano le situazioni di violenza psicologica; un lavoratore anziano costa di più all'azienda, e diventa quindi oggetto più frequente di "mobbing verticale" finalizzato ad ottenere dimissioni per assumere al suo posto un giovane con meno pretese.La prima reazione che di solito scatta nella mente di chi subisce il terrorismo psicologico è   l'autocolpevolizzazione. La vittima di solito pensa d'essere l'unica persona al mondo a subire questo tipo d'aggressione, e non s'immagina assolutamente quanto il fenomeno è diffuso. Successivamente c'è chi è più vulnerabile e va in tilt e c'è chi invece possiede gli anticorpi fisici e psicologici per tentare una resistenza, ma in realtà corre seri pericoli, perché sopporta la persecuzione più a lungo. Nelle relazioni sociali vive una condizione d'isolamento che spesso causa gravi difficoltà anche nei rapporti con la famiglia, con il partner, con gli amici. Per ciò che concerne la salute psichica le conseguenze sono soprattutto lo stress, l'ansia, la depressione, il crollo dell'autostima e la rabbia, che talvolta può sconfinare nel tentativo di suicidio o in aggressività verso le persone. Il grave disagio psichico conduce spesso ad altri disturbi: del sonno, palpitazioni, alimentari o legati all'abuso d'alcohol o droghe. Nell'ambiente di lavoro si scatenano spesso fenomeni di reazione collettiva da branco. Gli individui psicologicamente conformisti, proni nei confronti delle gerarchie o delle personalità, che tendono ad adeguarsi al gruppo o all'autorità, aggrediscono un singolo, scaricando le proprie frustrazioni sulla vittima. La tendenza a rendere il mercato del lavoro sempre più duttile, la globalizzazione della concorrenza, la precarizzazione crescente, la mondializzazione dei servizi, la volontà, a volte esasperata, di ridurre i costi aziendali ha contribuito a far esplodere la questione.

La flessibilità porta alla desindacalizzazione, terreno fertile per casi di violenza sul lavoro. La molestia è sempre più spesso espressa sotto forme di surmenage lavorativo. Il mobbing è una perversione patologica della competitività e manda il sistema produttivo in cortocircuito : chi è colpito dal mobbing lavora poco e male, si assenta spesso per malattia, diventa un peso per tutta l'azienda. Esso spegne ogni forma di collaborazione tra dipendenti, eliminando lo spirito di gruppo . La mancanza di gratificazioni sono condizioni in cui il lavoratore produce peggio e di meno.

 

COME COMPORTARSI?

 

La prima regola è valutare caso per caso. Non è necessario diventare degli yesmen o dimettersi impulsivamente correndo il rischio di pentirsi. La scelta migliore è quella di restare rispondendo agli attacchi. Utilissimo è crearsi una base di elementi che potrebbero diventare poi prove giuridiche. Importante è prendere nota di tutti gli attacchi (verbali o no), con date, luoghi e persone coinvolte ; rispondere sempre in modo calmo, chiaro e deciso, mostrando che si è determinati a non accettare soprusi; parlarne con colleghi non partecipi all'aggressione; prendere nota di chi ha subito in passato lo stesso comportamento. Una volta pronti e in ogni modo tranquilli, andare a colloquio con i responsabili della società in presenza di un collega. Può essere utile richiamarsi al diritto del lavoratore di prestare la sua opera in condizioni di salute psicofisica, ed eventualmente proporre soluzioni pratiche.

 

IL SINDACATO COSA PUO' FARE?

 

L'azione più decisa al momento è quella svolta dall'Unione sindacale italiana, con sede a Milano in Via Torricelli 19.Tel 02/8376499 oppure 02/89408838.

L'unica struttura pubblica che si occupa di mobbing in Italia, è il CDL (centro per la prevenzione, la diagnosi, la cura e ,la riabilitazione del disadattamento lavorativo) che si trova presso la Clinica del lavoro di Milano in Via San Barnaba 8 , tel. 02/5799264

e-mail    omscans@mailserver.unimi.it

C'è inoltre una struttura privata contro il mobbing e lo stress psico sociale con sede in Via Tolmino 14 a Bologna tel. 051/6148919 

e-mail    HaraldEge@iol.it

Non è una società a scopo di lucro, associarsi costa 50.000£ e include il primo colloquio per attivare una serie di sedute per la riabilitazione psicofisica.

 

Legalmente vi sono due strade percorribili :

-la prima consiste nell'avvalersi dell'articolo 660 del CPP * (codice penale)

-la seconda, più concreta e percorribile, fa riferimento all'art. 2087 del

 CPC (codice civile), che tutela le condizioni di lavoro attribuendo all'imprenditore qualsivoglia responsabilità dei danni causati dall'ambiente in cui si opera nell'esercizio delle proprie funzioni.

* relativo alle molestie o disturbo genericamente.

Riguardo al decreto legislativo 626 , che stabilisce i criteri di vivibilità e sicurezza fisica e psichica dell'ambiente di lavoro, nelle maggiori imprese prevede l'introduzione della figura del medico competente responsabile per legge della salute, anche psichica, dei dipendenti.

In caso di surmenage lavorativo, è applicabile una sentenza della Corte di Cassazione (3970/99), con la quale è stabilito il principio che un lungo turno di lavoro possa essere causa di incidenti successivi al lavoro.

 

LETTURE

Curiosissima e divertente è la parodia di un personaggio dei fumetti di nome "Dilbert" di Scott Adams edita in Italia da Comix e da Garzanti.

 

SITI UTILI

www.freeweb.org/associazioni/mobby2000

www.leymann.se

oppure attraverso motori di ricerca con i seguenti termini "violence+work" oltre che "mobbing", "bullying", "harcèlement".