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I, VOIDHANGER MAGAZINE - INTERVISTA

U F O M A M M U T

MINACCIA DALLO SPAZIO
Intervista con la band
a cura di Voidhanger

Leggendo le risposte degli Ufomammut a questa intervista si resta decisamente spiazzati. Al gruppo piace non prendersi troppo sul serio, ma vi assicuriamo che la loro musica è davvero quanto di più temibile e terrificante sia possibile ascoltare in ambito doom di questi tempi. Il fatto è che Ufomammut è sempre stato molto più che la somma di quattro individui; un po’ come il Voivod immaginato dalla band franco-canandese che ne porta il nome: una creatura di fantasia che assurge a vita propria, e che nel caso degli Ufomammut parla la lingua dello space-doom più oscuro e visionario. La capacità di sintetizzare uno stile assolutamente originale e riconoscibile – basato sui suoni giganteschi di basso e chitarra e sull’uso del synth – ne ha fatto una band di culto sin dalla pubblicazione del debut “Godlike Snake” (Beard Of Stars Records, 2000) e li ha posti sullo stesso podio di Sleep ed Electric Wizard. Oggi la band di Tortona incide per l’americana The Music Cartel, che ha appena dato alle stampe il nuovo, bellissimo “Snailking”.

Partiamo dalla pubblicazione del debut “Godlike Snake”. Cosa vi aspettavate da quel disco, e com'è stato accolto?

Il principale obiettivo di ‘Godlike Snake’ era quello di vendere miliardi di copie per catapultarci sulle copertine di tutti i giornali del mondo a cavallo di enormi motociclette. Comunque alla fine siamo stati felici delle ottime recensioni e del fatto che il disco sia diventato una specie di ‘classico underground’. Un paio di storie che ci hanno colpito: ci ha scritto un tipo dagli Stati Uniti, entusiasta di Ufomammut, che ascoltava il disco attraversando in auto il deserto, parlandone come l'esperienza psichedelica definitiva. Una rivista spagnola, addirittura, definiva un gruppo indigeno come ‘gli Ufomammut dalla Spagna’! C'è stato addirittura chi ha chiesto autografi e le mutandine del batterista...

All'epoca eravate entusiasti di "Godlike Snake"; ma 4 anni sono tanti, e ci incuriosisce sapere se avete cambiato idea circa quella release...
Non siamo abituati ad ascoltare molto spesso ciò che abbiamo registrato. Certo, oggi, alcuni pezzi li scarteremmo, ed eviteremmo alcuni errori di missaggio; però crediamo che abbia poco senso dirlo. In fondo ‘Godlike Snake’ è stato concepito come una cosa sola, un unico flusso sonico, e siamo molto orgogliosi. Il nostro primo disco, fatto tutto da noi, registrazioni e copertina incluse, con amore e devozione! Un disco all'uncinetto, insomma. E' così anche per ‘Snailking’.

A proposito, perché c'è voluto tutto questo tempo per realizzare "Snailking"? Si è forse trattato di un problema di instabilità di line-up?

Molto ha influito la ricerca di un tastierista effettivo (ossia produttore di effetti speciali). Le Gof è finalmente l'uomo giusto per noi, aitante e premuroso. Il suo savoir faire ci ha definitivamente conquistati. Tornando ai 4 anni, potevano essere 3, dato che il disco era pronto dall'estate scorsa. Anche il parto è stato molto lento, per poterci avvicinare il più possibile all'idea di suono che avevamo in mente. Tutto doveva essere come lo sentivamo dentro le nostre teste e ciò è avvenuto grazie a Hendrix R., il nostro guru sonoro.

In che cosa ritenete che il nuovo album sia diverso o superiore rispetto al suo predecessore?
Crediamo sia più d'impatto, sia come composizione che come presenza sonora, meno ‘ridondante’. Essenziale, anche se moooolto psichedelico/psichico/psicotico. E piuttosto malvagio.
“Snailking” segna il vostro debutto sull'americana The Music Cartel, che negli USA pubblica le uscite marchiate Rise Above. Raccontateci com'è nata questa collaborazione...
“Eric Lemasters, il ‘capo’ alla Music Cartel è innanzitutto un nostro fan. Ci ha contattato facendoci il complimento migliore, ossia paragonandoci ai Pink Floyd. In seguito, quando ci ha proposto di firmare per la sua etichetta, non abbiamo resistito.

Non pensate che il fatto che "Snailking" sia stampato da un'etichetta americana - e dunque sia un disco di importazione - possa nuocervi in termini di visibilità e reperibilità proprio nel paese da cui provenite?
Mah… speriamo di no. Anche perché l'etichetta americana ci rende più affascinanti e appetibili presso il gentil sesso. Speriamo che la distribuzione venga effettuata con scrupolo (se ne occuperà Brainstorm Distribution/Vinyl Magic3, come per gli altri prodotti Music Cartel - nda). Ci piacerebbe occuparcene personalmente, aumentando però la durata del giorno a 48 ore.

Il nuovo album si presenta in maniera insolita, con una copertina in bianco e nero del tutto inaspettata, se paragonata a quella del disco precedente e ai lavori del Malleus Studio, noto nel mondo per i suoi colori rutilanti. C'è un motivo particolare dietro questa scelta artistica?
Potremmo dire che volevamo per Ufomammut qualcosa di diverso: una misteriosa immagine, abbozzata in bianco e nero, per dare l'idea di un qualcosa di non definibile e riproducibile, come se un esploratore cosmico si fosse trovato faccia a faccia con un'entità aliena e avesse avuto appena il tempo di fissarla su carta prima che scomparisse nuovamente... Forte, eh? In realtà avevamo finito i pennarelli.

A proposito del Malleus Studio, diteci come procede la vostra attività di grafici. In circolazione vediamo sempre più copertine realizzate da voi. C'è qualche cover a cui tenete in modo particolare? E a cosa state lavorando al momento?
Ultimamente la nostra attività si è allargata e il nome Malleus si sta diffondendo sempre più... Adesso siamo in tre, Lu si è unita all'equipaggio, e riusciamo ad occuparci di più cose. Inoltre stiamo coronando il nostro piccolo-grande sogno, cioè la realizzazione dei poster in serigrafia manuale, che presentiamo in occasione di concerti ed eventi che ci interessano. Abbiamo realizzato posters per i Monster Magnet, Melissa Auf der Maur, Sigur Ros, Turbonegro, Melvins, Spiritual Beggars, Oneida, Flaming Lips, Nina Nastasia...come facevano negli anni sessanta in occasione dei concerti dei Doors e dei Grateful Dead artisti come Griffin e Moscoso. In questo modo siamo venuti in contatto con Paul Grushkin, che includerà i lavori di Malleus in "The Art of Modern Rock", la bibbia della poster art mondiale. Siamo i soli in Italia, e tra i pochi in Europa a dedicarci a questa poco conosciuta forma d'arte. Sarà nostro compito farla conoscere anche qui. Inoltre stiamo lavorando a videoclip per band e stiamo per dar vita ad un progetto di vj-set da proporre nei locali come supporto per concerti ultralisergici (inizieremo proprio con Ufomammut!).

Lo stile grafico di Malleus è insieme fantasioso e grottesco, sicuramente d'estrazione fumettistica. Quali sono gli artisti/fumettisti che vi hanno ispirato di più?
Gli artisti che ci ispirano sono veramente tantissimi. Tutto ciò che ci circonda è in grado di dare visioni... parlando di fumetti, siamo diventati fanatici di Mike Mignola, un genio. Ma da sempre adoriamo Pazienza, Moebius, Griffin... E poi Giger, Klimt, Mucha, Okusai, Schiele, tanto per fare dei nomi. Ma tutta l'arte figurativa, il cinema, la scultura, il decoupage, il bricolage, gli album di figurine, la bicicletta saltafoss, i visagisti, le ere geologiche, gli spinterogeni, l'urinoterapia, l'antidoping e la ceretta. Tutto per noi è fonte di sollazzo personale.

Tornando a "Snailking", raccontateci di questa nuova esperienza in studio, e in particolare di come nasce un brano degli Ufomammut... 
I brani nascono improvvisando... smorziamo le luci, creiamo atmosfera, mettiamo un disco di Fausto Papetti e ci addormentiamo. Al risveglio qualcuno propone un qualche giro di basso o chitarra ma viene subito deriso dagli altri. In seguito ci si accorge che quel giro non era poi tanto male e si comincia a seguire la traccia... e così via fino alla stesura di un testo per il cantato, se necessario. Le sessioni di registrazione ci hanno permesso di rifinire, migliorare o scartare i pezzi meno convincenti all'ascolto.

E' stato difficile partorire il nuovo album? Avete sentito il peso della responsabilità di dare un degno seguito ad un debut tanto azzeccato e fortunato?
Più che difficile, lento. Sapevamo di avere i mezzi necessari per migliorarci e progredire e siamo contenti del risultato ottenuto. Insomma avevamo la responsabilità, ma non il peso. Il prossimo album sì che sarà uno schifo. Questo si salva... superpoteri significa grosse responsabilità. Altrimenti ti uccidono lo zio.

Col titolo "Godlike Snake" ci facevate immaginare le spire di un enorme serpente cosmico, e in "Snailking" tornate a parlare di spirali. Ci sembra di individuare un tema costante nella poetica degli Ufomammut, ossia quello dello "svolgersi", dello "snodarsi"; e dunque il tema del cambiamento, della mutazione, forse del viaggio. E' tutto frutto della nostra immaginazione?
E’ un effetto collaterale, crediamo. Ma è molto interessante. Sicuramente i temi che hai toccato appartengono all'idea che Ufomammut ha della musica. Forse in questo caso è più un percorso a ritroso, verso le origine del tempo, nelle ‘profondità’ viscerali, in senso sia terreno, carnale, che ultrafisico e mentale.

“Lacrimosa” faceva parte del vostro demo, sebbene in una versione diversa. La consideriamo una traccia più introspettiva delle altre, o comunque caratterizzata da una più spiccata sensibilità tale da farla sembrare una love-song. Diteci di più...
Si tratta di uno dei nostri pezzi migliori, per questo è stata ripresa e rimasticata. Potrebbe diventare un hit-single, se solo fosse cantata dai Pooh. Lo diciamo senza falsa modestia, ma con vera superbia.

Rispetto a "Godlike Snake", che a dispetto di un sound senza compromessi sfoggiava una linearità compositiva invidiabile e una chiara propensione verso la melodia, il nuovo "Snailking" sembra un album più introverso, più cupo, ripiegato su stesso e meno propenso alla melodia di immediata assimilazione. Vi riconoscete in questo cambiamento? E a cosa pensate che sia dovuto?

Secondo noi ‘Snailking’ estremizza gli aspetti già presenti in ‘Godlike Snake’. È sia più ‘melodico’ (‘Lacrimosa’ e il finale di ‘Demontain’) sia più cattivo e cupo, come in ‘Hopscotch’. Ciò è dovuto al fatto che siamo diventati più vecchi e acidi, ma anche rincoglioniti e malinconici.

Per “Odio” avete fatto ricorso ad un titolo in madrelingua. Un modo di attirare l'attenzione o dietro c'è anche l'esigenza di sottolineare le vostre origini?
In ‘Odio’ sottolineiamo veramente le nostre origini, dato che il pezzo era suonato dai Judy Corda, la nostra vecchia band. Titolo e cantato erano in Italiano. Abbiamo aggiunto e tolto, re-inventato il pezzo e alla fine suonava bene. E lo abbiamo tenuto. È un vecchiume come noi.

“Demontain” è la colossale traccia di chiusura, che si allunga per ben 22 minuti. Sembra che in essa vi siate mossi verso coordinate sonore più astratte, rinunciando alla forma-canzone e sperimentando nuove alternanze/combinazioni di luci e colori. E' in qualche modo la dimostrazione che il vostro è uno stile aperto...
Non vogliamo arenarci nella ripetizione, come è ovvio. L'esplorazione di nuovi territori sonici è vitale. Non si può fare altrimenti. Non capiamo come certi gruppi riescano a fare sempre le stesse cose negli anni.

Sleep, Electric Wizard e 35007 sono i primi nomi che ci vengono in mente per descrivere lo stile degli Ufomammut. Riconoscete le influenze di questi gruppi? E vi riconoscete nell'etichetta "space-doom", usata per descrivere il vostro stile?
Sleep e 35007 sono tra i nostri preferiti, sicuramente ci hanno influenzato, così come i God Machine, Snail,e i grandissimi, Beatles, Pink Floyd, liste lunghe e tediose...Per quanto riguarda la definizione "space doom"... ma sì, va bene, anche se noi in realtà facciamo ‘station wagon’. Gli Electric Wizard, invece, non ci piacciono assolutamente e il paragone ci provoca l'orticaria.

Come pensate che si evolverà il suono degli Ufomammut in futuro?
Noi vogliamo esagerare. Qualcosa di inaudito e terrificante. Cambiare per rimanere fedeli a ciò che siamo.

Cosa ascoltano gli Ufomammut negli ultimi tempi? E, oltre alla musica, da che cosa traete ispirazione per le vostre composizioni?
Gli ascolti sono sempre più diversificati, ma ben poco ci piace del nuovo panorama musicale... abbiamo apprezzato Jucifer, oppure Godspeed You Black Emperor, Brant Bjork e i Neurosis.

La vostra musica ha proprietà allucinogene. Avete sintetizzato la vostra droga personale, in barba alle leggi?

Tramite complicati procedimenti magici e tortuosi alambicchi, processi chimici e reazioni spontanee, bombardamenti radioattivi, oscilloscopi e trattati alchemici, abbiamo distillato un unguento contro le verruche. E di questo ci vantiamo con gli amici. Questo è ciò che conta nella vita.

www.ufomammut.com

www.malleusdelic.com

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