OBSCURE METAL UNDERGROUND & VULTURE CULTURE
I, VOIDHANGER MAGAZINE - INTERVISTA

 


Nere Ceneri del Destino
Intervista con Gunnar Hansen
a cura di Voidhanger
Fotografia di Mia Harlyng (meaculpa.cjb.net)

Esiste un black metal più underground di ciò che notoriamente definiamo underground black metal? La domanda può sembrare oziosa o peggio ancora stupida, ma è solo un espediente per sottolineare che tra le decine di band dedite alla causa della Fiamma Nera i norvegesi Faustcoven (in realtà la one-man-band di Gunnar Hansen) sono tra i più defilati. Innanzitutto perché incidono per la minuscola Barbarian Wrath, label tedesca che solo di rado assurge agli onori della cronaca e che si fregia di un roster di gruppi solitamente ancorati ai vecchi stilemi black anni '80. E poi perché i Faustcoven propongono un'ardita commistione di old-school black (Venom, Hellhammer/Celtic Frost, primi Sodom) e doom ottantiano (Pentagram, Saint Vitus, The Obsessed, Candlemass) che più retrò non si potrebbe e che solo pochi cultori apprezzeranno nella sua pienezza, conquistati dal fascino di suoni metal antichi e oscuri come pochi.

Gunnar, dicci quando e perché hai deciso di dar vita ai Faustcoven. Hai avuto precedenti esperienze in altre band?

Mi sono sentito frustrato ascoltando le molte black metal band norvegesi che suonavano moderne ed in un certo qual modo sterili, e volevo vedere se riuscivo a catturare alcune delle atmosfere tipiche del black metal vecchia maniera. Volevo andare ben oltre lo stile norvegese dei '90, e catturare in musica atmosfere doom e horror senza dimenticare la pesantezza del miglior metal. Dimostrando così come fosse possibile suonare musica oscura e malvagia e che al contempo fosse pesante e rockeggiante. Quella era l'idea di base.
Ho avuto precedenti esperienze in un paio di band. Soprattutto in un gruppo chiamato Obumbrata, che suonava metal dalle influenze death, thrash, doom e black. Avevamo pubblicato un demo, e ne avevamo registrato un altro che sarebbe stato pubblicato non appena avessimo finito di lavorare alle vocals, se non ci fossimo sciolti soprattutto per ragioni di tempo.

Faustcoven è fondamentalmente una one-man band. Una tua scelta personale o un'esigenza?
E' una scelta pratica e personale. Avendo suonato in altri gruppi, so quanto sia difficile trovare persone con idee simili, e trovare il tempo per provare insieme. Perciò si è trattato sia dell'esigenza di preservare la purezza dell'idea dietro questo progetto, sia della comodità di lavorare in base ai miei tempi e a casa mia.

Suoni una miscela di black metal vecchio stile e di doom anni '80. Come e quando ti sei innamorato di queste musiche e dei gruppi che oggi ti ispirano?
Amo la musica heavy sin da quando ero un ragazzo; sin da quando - all'inizio degli anni '80 - ascoltavo "Burn In Hell" dei Twisted Sister nella mia stanza. Durante i primi anni '90 il mio interesse si è spostato verso generi più estremi come il death, il black, e il death-doom. Poi ho cominciato a stancarmi di molti dei nuovi gruppi estremi, e ho cominciato a guardare indietro verso Black Sabbath, Candlemass, Venom e band simili. Ho formato i Faustcoven sulla scia di questo rinnovato interesse verso le vecchie forme di heavy metal, e adesso mi sto divertendo a riscoprire tutte le band dimenticate degli anni '70 e '80, quando non avevo modo di conoscere e ascoltare le realtà underground per il semplice fatto che non esisteva alcuna scena metal nel posto in cui vivevo. Gruppi come Cloven Hoof e Manilla Road... E ovviamente le classiche band doom e black come Pentagram, Mercyful Fate e molte altre.

Nelle loro forme primigenie e originarie, sia il black che il doom non hanno mai ottenuto grande successo, restando un fenomeno underground per pochi cultori. In molti li considerano due generi incapaci di evolversi. Cosa ne pensi?
Non sono d'accordo. Il problema non sta nell'evoluzione, ma nel revisionismo. C'è gente che pensa che il black metal abbia avuto inizio nei primi anni '90 o che l'heavy metal siano gruppi come Limp Bizkit e Korn. Nel momento in cui i sostenitori del metal old-school rifiutano di accettare tutto questo, ciò viene visto come un segno di arretratezza o di incapacità a cambiare. Dalla musica dei padri fondatori di entrambi questi generi è germogliata una gran moltitudine di suoni. Basti pensare a Mercyful Fate ed Hellhammer. Ma come in tutti i generi c'è sempre un limite stilistico oltrepassato il quale quel genere diventa qualcosa d'altro. Molti tra i fan più giovani e fra gli ascoltatori "open minded" non sembrano in grado di capire la differenza tra evolvere un genere e annacquarlo. Ci sono ancora un sacco di melodie malavage e deprimenti che devono ancora essere suonate, ma se cominci a introdurre suoni industriali nella tua musica, allora finirai per essere più simile ad un gruppo industriale, piuttosto che ad un gruppo black. Lo stesso si può dire per il doom metal, credo.

Potremmo dire che il black e il doom metal old-style che suoni siano gli unici generi che il music business non è mai riuscito a corrompere? E perché? Cosa garantisce loro tale longevità e verginità?
Domanda interessante. Non ho mai riflettuto su questo, ma in qualche modo potrebbe essere vero. Sia il death che il thrash metal sono diventati sterili e sono stati commercializzati dopo i gloriosi inizi, mentre questo non è mai successo al doom. Forse quando il doom diventa commerciale, cessa di essere doom. Per sua natura non può divenire un genere di successo perché la massa chiede felicità; nel peggiore dei casi potrebbero piacergli melodie agrodolci e melanconiche... ma la disperazione totale e l'orrore? Penso di no. E a parte le differenze del caso, lo stesso si può dire del black metal quando è fatto nel modo GIUSTO. Ciò che mi preoccupa è che dopo 15 anni alla larga da interessi corporativi, il black metal ha gradualmente iniziato a degenerare in qualcosa di distante da quelli che erano i suoi fondamenti. E' diventato più gradevole all'ascolto, per il pubblico. In sé non vedo nulla di male in una folla di 20.000 teenager che gridano "Hail Satan", ma i gruppi hanno consentito tutto ciò lo hanno fatto dando alla gente un po' di ritornelli accattivanti e un look gotico di gran moda. Per questo ho smesso di interessarmene.

Ti ispiri a gruppi come Candlemass e Saint Vitus, tra gli altri. Quelle band, insieme ai Trouble a molti altri gruppi doom dell'epoca, non nascondono le loro credenze cristiane: i Vitus ringraziavano Dio in ogni loro disco, mentre i Candlemass hanno spesso usato metafore cristiane o temi biblici in alcune delle loro canzoni. Fondamentalmente si tratta di un atteggiamento opposto a quello di band come Venom, Hellhammer, Celtic Frost o Darkthrone. Come concili queste due differenti visioni?
Ciò che importa è cosa io - in quanto ispirato da questi gruppi e in quanto autore della musica dei Faustcoven - legga in questi generi. E non è il tema della salvezza o della speranza che mi trasmettono i Saint Vitus o i Candlemass. E' l'orrore e la disperazione, un destino imperscrutabile ed inevitabile. Sarebbe più interessante chiedere ai gruppi doom cristiani come facciano a rendere omaggio al loro dio attraverso la tristezza e la disperazione. E' davvero così terribile essere nelle grazie di colui che - dicono - governa il mondo? Pensa a titoli come "Dying Inside" (dei Saint Vitus - nda) e "Solitude" (dal repertorio dei Candlmass - nda): l'esistenza di chi è stato salvato dovrebbe essere un po' più gioiosa, non credi? Direi che questo costituisce per loro un dilemma morale, più che costituire per me un problema a livello compositivo. Non è mia intenzione di combinare le liriche dei Trouble con quelle dei Darkthrone, ma solo le sensazioni che il doom e il black mi trasmettono, filtrate attraverso il mio messaggio e il mio punto di vista. E' come se io derubassi una cattedrale dei suoi gargoyle per costruire una stanza degli orrori. In ogni caso mi colpiscono di più i testi dei Pentagram (dichiaratamente orrorifici e oscuri - nda) rispetto a quelli dei Trouble, che difatti me li rendono i meno amati tra i gruppi del doom classico.

Sembra che tu sia stato ispirato anche da certo heavy rock dei '70 e in particolare dai Black Sabbath, uno dei primissimi gruppi oscuri del metal...
Amo la crudezza e il feeling dell'hard rock e del metal dei '70. Quando ascolti i Deep Purple dal vivo, ti rendi conto del grado di preparazione di musicisti che danno l'anima e che sono ben lontani dall'inutile tecnicismo del moderno prog metal. Più tardi questo tipo di intensità sarebbe stato quasi esclusivamente rinvenibile nei gruppi più grezzi e primitivi. Fino a cinque anni fa non riuscivo ad ascoltare questa roba. La ritenevo troppo "leggera", ma adesso sono arrivato alla conclusione che per molti aspetti (e innanzitutto per quel che riguarda il drumming) è di gran lunga più pensate della maggior parte del metal moderno. E devo dire che i Black Sabbath sono una mia grossa influenza per quel che concerne i riff. Scoprire i Pentagram è stata un'altra grande rivelazione: sono sinistri e rock allo stesso tempo, senza perdere la loro patina d'oscurità. Il loro "Relentless" è probabilmente il Sacro Graal (se l'analogia è appropriata, hehe) che aspiro a raggiungere, ma partendo da una prospettiva black metal. Questo disco segna il momento di maggiore vicinanza tra doom e black senza che l'uno si trasformi nell'altro, e sfido chiunque a trovare una black song più malvagia di "The Ghoul".

Sul tuo sito la musica dei Faustcoven viene descritta come "true norwegian black metal". Secondo alcuni si tratta di una espressione poco rappresentativa del tuo stile. Cosa rispondi? 
A dire il vero, non avevo preso in considerazione questa cosa. Il sito è stato creato da un buon amico e grande artista che non penso sia a così stretto contatto con la scena black di oggi. E' più un appassionato di metal tradizionale, e quell'espressione non ha per lui le stesse implicazioni che può avere per altri. Credo che tu abbia ragione, ma per me non si tratta di nulla di importante.

Puntiamo l'attenzione su "The Halo Of Burning Wings", il debutto ufficiale su Barbarian Wrath dopo due registrazioni demo. Sei soddisfatto del tuo operato e di quello dell'etichetta?
Non sono soddisfatto di come è stato registrato, ad essere onesto. Ho dovuto registrare le parti di batteria in quattro diverse sessioni; e a causa di limitazioni in studio, ho mixato la batteria sul momento, senza avere la possibilità di ritoccare i suoni in un secondo tempo. Perciò il suono della batteria non è così buono come dovrebbe, e cambia da brano a brano. Per il resto, sono abbastanza soddisfatto. Avrei potuto aggiungere una cover e una traccia più veloce e rockeggiante, che secondo me avrebbe reso il disco più fluido. Ma tutto sommato sono felice della registrazione. Mi sono trovato bene con l'etichetta, e l'ideologia dietro ad essa è quella che fa al caso mio.

Alcuni brani sono nuovi, altri provengono dai precedenti demo; sei comunque riuscito a dare all'album una propria identità...
Scrivo musica da molto tempo, perciò ho sviluppato un modo ben preciso di lavorare alla musica dei Faustcoven. Idealmente voglio scrivere brani completi in modo molto veloce, invece di stare a collegare serie di riff di varia provenienza temporale. Credo di sapere perfettamente cosa voglio coi Faustcoven, per cui la differenza temporale riguardo al songwriting ha poca influenza sulla coesione dell'album.

I tuoi testi hanno a che fare con tematiche horror, per la maggior parte ispirate a vecchi b-movies. Un modo per manifestare il tuo amore per quel tipo di film oppure c'è anche un messaggio ben preciso dietro alle liriche?
C'è un messaggio. Il tema centrale è il mio rifiuto per la religione, anche se le liriche sono molto diverse da quelle di molte band che trattano le stesse tematiche. Coloro che cercano un aiuto dal cielo nelle mie liriche, stiano sicuri che non ne riceveranno. Qualcuno potrebbe forse associare un messaggio di carattere morale alle morti violente contenute in questi film, vedendo nella morte la giusta conseguenza del peccato. Solo che nel mio caso la morte è la giusta conseguenza di una fede senza senso. Mi piace anche il cinema d'altro genere, ma sento che questo tipo di film rappresenta perfettamente ciò che voglio convogliare nella mia musica, perciò pago loro un tributo attraverso i testi. Quella certa lentezza e l'aggrapparsi alle atmosfere che li contraddistinguono sono andati persi nell'horror moderno, e sento come se si potesse tracciare un parallelismo tra vecchi horror movies e gruppi metal oldshcool, e tra il nuovo horror e il nuovo metal. Il metal moderno - e in particolare il nuovo death e black - trova la sua controparte cinematografica in horror come "Scream", "I Know what You Did Last Summer" e il remake di "Texas Chainsaw Massacre", a base di colpi di scena, sequenze veloci e una grossa produzione alle spalle. Il black e il doom del passato sono invece i vari "Nosferatu", "Rosemary's Baby" e "Night of the Living Dead". Certo, si tratta di roba datata e che farà ridere molti, ma è cento volte più sinistra e disturbante per chi se ne intende.

Dicci di più della title-track: è uno strumentale d'atmosfera, quasi una colonna sonora... ma sul booklet hai stampato un testo come se si trattasse di un canzone vera e propria...
Sì. E' come il frammento di un'opera d'arte, se vogliamo. Per prima cosa è venuto il titolo, da qui ho sviluppato l'idea per la copertina dando specifiche indicazioni all'artista che la ha realizzata. Poi ho deciso di scrivere un breve testo ispirato ad entrambe le cose, e che dunque non è mai stato pensato come il testo di una canzone. Per finire ho scritto il pezzo strumentale ispirato a queste poche parole. Non era stato programmato, ma ho pensato che sarebbe stata la degna conclusione dell'album, e sono contento di averlo incluso nel disco, nonostante la sua apparente stranezza.

Quali brani ritieni più rappresentativi in "The Halo Of Burning Wings"?
Sicuramente i brani "Castle of the Tyrant" e "Return to the Castle". Scrivendo "Castle...", si può dire che ho definito l'identità precisa dei Faustcoven. Se ricordo bene è stata la prima canzone che ho scritto per i Faustcoven, e quando ebbi finito, fu come avere costruito le fondamenta del progetto. Con "Return..." ho provato ad espandere il paesaggio partendo dalla medesima storia, ed è stato come ricreare il "Castello", ma facendolo più grande. Penso di esserci riuscito, e questa è forse il mio brano preferito tra tutti. Comunque, la storia non finisce lì: ci sarà un seguito intitolato "Throne of Bones". Mi piace scrivere in questo modo, costruendo una storia senza però partire da un concept premeditato. Dal punto di vista tematico direi che tutto ciò è vicino al cuore dei Faustcoven.

Non ci sono tue foto nel cd o nel sito web dei Faustcoven, ed inoltre non fai uso di alias ad effetto. Vuoi forse prendere le distanze dalla scena? Cosa ti piace e cosa no del black metal di oggi?
Sì e no. Non è un cosciente distacco dalla scena, si tratta più che altro di dire "'fanculo, faccio le cose a modo mio". Mi sento distante da essa in ogni caso, dato che i miei interessi in ambito metal vanno oltre il black. Conosco un po' di gente che suona in vari gruppi, ed è gente in gamba, ma non sento il bisogno di far parte di alcun club. Non è esattamente una scelta, è così e basta.
Ciò che non mi piace della scena odierna è che in essa prevale il conformismo. Il rispetto è quasi automaticamente garantito a coloro che seguono una certa formula. Loghi, foto, copertine, produzioni traballanti e la stessa attitudine del tipo "fuck humanity" accomunano i loro dischi. Segui queste direttive e una parte dell'underground ti supporterà in ogni caso. Ma sai cosa c'é? C'è che parliamo di un genere musicale, non di un club alla moda o di un movimento filosofico. Da una parte penso che pagare un tributo ai maestri sia grande, ma bisogna anche trovare la propria strada, e per me è un mistero il perché si debbano copiare aspetti di uno o più gruppi che nulla hanno a che fare con la musica. Ciò che mi piace della scena è il fatto che sia anti-commerciale, che funzioni fuori dai circuiti delle major e che sia indipendentemente dalle regole di mercato. Ci sono un sacco di band, ed anche se molte non sono di grande caratura, è possibile selezionarne alcune davvero ottime. Grazie al passaparola degli appassionati si ha la possibilità di scoprire questi gruppi e tra essi scovare quelli che ci piacciono. E' una scena in cui l'ascoltatore opera una ricerca e una selezione, senza accettare di essere servito o di avere data in pasto musica prefabbricata.

Ma come giudichi la scena norvegese in particolare? E qual è la più importante eredità lasciataci dai gruppi black norvegesi della prima ora?
Per quel che riguarda il "norwegian style", tutto è stato fatto e detto in 3 anni, e anche se da allora sono usciti alcuni ottimi dischi, non è mai stata la stessa cosa. Credo che per molti l'ambizione fosse maggiore del talento, mentre altri hanno sacrificato l'attitudine pur di ottenere dei riconoscimenti. Nei primi anni il genere ha preso una direzione, e la manciata di grandi dischi di quell'epoca ne costituiscono l'eredità più importante. Da allora, sfortunatamente, è stata una corsa ad annacquare il genere, aggiungendo più synth e più corpse-paint. Ma ci sono anche delle buone band norvegesi, sebbene si tratti di realtà solide, piuttosto che di gruppi che facciano gridare al miracolo. Ma è si è detto abbastanza su questo argomento, e non sento il bisogno di aggiungere altro.

Quali sono i gruppi black e doom di oggi che rispetti? E a parte i compagni di etichetta Anael e i Countess (che hanno entrambi un similare approccio old-school al black metal), conosci altre band con lo stesso feeling o che consideri vicine alla tua visione del metal?
Certo, mi piacciono alcuni gruppi contemporanei. I Reverend Bizzare, innanzitutto; i giapponesi Sabbat, e molti dei gruppi della Barbarian Wrath. E ancora i Ghoul Cult, i Goat Horns e gli Audiopain. Ma sono più interessato all'old-school metal piuttosto che al black o al doom in generale (come puoi capire dagli ultimi tre gruppi menzionati).
Quanto ad altri gruppi vicini agli ideali dei Faustcoven, non ne conosco nessuno. Gli Anael sembrano avere il medesimo background, e in effetti le nostre liste di influenze erano praticamente identiche; e forse sono gli unici nel roster della Barbarian Wrath che hanno una visione comune alla mia. Nonostante questo non credo che Faustcoven e Anael si assomiglino. Poi ci sono gli Hail, che hanno un approccio diverso ma hanno registrato un disco magistrale come "Inheritance of Evilness", il cui risultato finale è simile alle atmosfere che voglio per il mio progetto. Al di là di questi nomi, il vuoto totale.

Abbiamo letto che in programma c'è uno split Faustcoven/Koldbrann, così come molti EP... 
Piuttosto potrebbe trattarsi di uno split coi Misvita. Ho registrato il mio brano tanto tempo fa, mentre i Koldbrann sono stati troppo lenti per i gusti della label, a cui ho demandato il compito di organizzare lo split come meglio credesse. Gli EP invece saranno un mio tentativo di realizzare dei side-project che non sono dei veri side-project: spero di realizzare tre EP differenti atti a rappresentare altrettanti lati diversi del sound Faustcoven, che saranno approfonditi al 100% su ciascun disco.

Cosa puoi anticipare riguardo al nuovo full-length "Rising - From Below The Earth"?
Sarà più pesante nei suoni e nei riff, con un migliore suono di batteria e molti più cambi di tempo; ma la visione d'insieme sarà la stessa: l'unione di doom e black in qualcosa che riesce a trattenere la pesantezza del doom e la grezza sporcizia del black metal. Hellfire and funeral bells! Questo potrebbe funzionare bene come titolo di una canzone, hehe. Potrei scrivere più materiale di quanto me ne serva, registrarlo e dar vita al migliore follow-up possibile, sia in termini di dinamiche che di materiale.

Su entrambi i demo hai registrato cover di classici brani firmati Pentagram, Darkthrone e Venom, mentre su "The Halo Of Burning Wings" non c'è traccia alcuna di cover. Perché? E quali brani ti piacerebbe re-interpretare in futuro?
Ho deciso di non includere alcuna cover per una sola mancanza di tempo. C'è voluto molto per registrare con il batterista, pur non essendo stata colpa sua, dato che eravamo entrambi molto impegnati. Così ho deciso di lasciare perdere, anche considerato che avevo materiale a sufficienza. Non ho rimpianti, anche perché programmavo di rifare "Destroyer" dei Twisted Sister, un mid-tempo fracassante come la maggior parte del mio materiale. A posteriori penso che sarebbe stato meglio scegliere un brano più veloce ed energetico. A mio modo di vedere, bisogna scegliere una cover che non solo si adatti alla band, ma che sia in grado di fornire qualche variazione nell'economia dell'album permettendo al gruppo di dare il proprio tocco personale al brano. Ma quella cover non avrebbe apportato alcun cambiamento rispetto al resto del disco. Per la mia prossima release ho già in mente alcune cover. Sto prendendo in considerazione l'idea di rifare qualche brano del NWOBHM meno canonico, e ci sono un paio di pezzi davvero "evil" su cui voglio affondare le zanne.

Cosa hai ascoltato ultimamente di interessante?
Un sacco di roba diversa: Deep Purple - Live in Paris 1975, Manilla Road - The Deluge, Hail - Inheritance of Evilness, Mercyful Fate - Return of the Vampire, Motörhead - Everything Louder than Everyone Else, Tom Waits - Frankie's Wild Years, Pentagram - Relentless. Potrei continuare, ma se dovessi scegliere un solo gruppo che mi ha davvero impressionato, opterei probabilmente per i Manilla Road. Ed inoltre ho ascoltato a lungo un gruppo thrash norvegese chiamato Audiopain. I loro demo sono grandiosi.

www.faustcoven.conspiracy.at

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