Un Asilo alla memoria

 

Inaugurato il nuovo Asilo nido comunale di via Fermi

dedicato a Carla Levati Ardenghi

 

Donna, moglie e madre. Carla Levati Ardenghi è stata tutto questo, ma in modo speciale. La sua vita si è spenta dopo soli 28 anni, eppure ci ha rivelato la grandezza e l’unicità di una persona straordinaria nella sua “normalità”.

Carla Levati nasce a Seriate il 5 maggio 1964. Ancora giovane rimane orfana e viene allevata insieme alla sorella Paola dalla zia paterna, Maria. A diciotto anni Carla sposa Valerio Ardenghi e il matrimonio viene ben presto allietato dalla nascita di Riccardo. Nel 1988 scopre di avere un melanoma all’utero: viene operata, sono mesi di ansie e timori, ma poi torna il sereno e quattro anni dopo è in attesa del secondo figlio. Una gravidanza desiderata e accolta con grande gioia da tutta la famiglia. È luglio. Passano pochi mesi. Nel dicembre del 1992, il terribile male che sembrava sconfitto torna in tutta la sua gravità: Carla viene ricoverata prima ad Alzano Lombardo e poi agli Ospedali Riuniti di Bergamo. La diagnosi è infausta, ma lei ha già preso la sua decisione, condivisa dal marito: non si curerà per non compromettere la vita del suo bambino. Stefano nasce il 25 gennaio 1993. Carla purtroppo muore otto ore dopo il parto. E anche Stefano non ce la fa: il suo piccolo cuoricino si ferma dopo soli dieci giorni di vita. La mamma lo attende in cielo.

Nel 1994 Carla Levati Ardenghi viene insignita della Medaglia d’oro al valor civile con la seguente motivazione: “Colpita da un male incurabile all’inizio di una gravidanza, rinunciava ad ogni intervento chirurgico o terapia per non arrecare alcun danno al bambino, mossa da un impulso d’amore spinto sino all’estremo sacrificio”.

 

 

Il 28 febbraio 2004, l’Amministrazione comunale di Seriate inaugura il nuovo asilo nido comunale di via Fermi e lo intitola alla memoria di Carla Levati. Una cerimonia semplice, intensa, molto partecipata, che si è conclusa con la benedizione di mons. Ferdinando Cortinovis.

 

Abbiamo raccolto ricordi e testimonianze su Carla e sulla sua scelta…

Don Bruno Bellini, allora parroco di Torre de’ Roveri

“Un sacrificio inutile quello di Carla? No, perché un raggio di luce nella nebbia non è mai inutile, è sempre un segno di speranza… nella vita bisogna sempre cercare la luce. Quando gli astronomi scoprono brillare nel cielo una nuova stella c’è sempre la gioia dell’evento, anche se poi la stella scompare e non la si vede più. Lo stesso si può dire di Stefano, che ha comunque lasciato un segno importante della sua presenza. La vicenda di Carla ha riproposto nell’inverno della nostra cultura il significato del valore della vita umana e il suo sacrificio ha risvegliato il senso della vita e della maternità”.

Annalisa, un’amica di Carla

“Le sono stata vicina durante la malattia: posso dirvi che, nonostante la sofferenza, la speranza era grande in lei. Mi confidava che i momenti più belli della giornata, nonostante i dolori e a volte lo sconforto, erano quelli in cui poteva sentire il battito del cuoricino del suo bambino. Mi diceva che in quei momenti non sentiva più il dolore, ma una gioia grande che solo una madre può capire”.

Don Tullio Pasini, nel dicembre 1992 cappellano all’Ospedale di Alzano Lombardo

“L’incontro con Carla non fu casuale, perché in quel giorno notizie sul suo stato di salute erano circolate un po’ ovunque in ospedale con il passaparola del personale. Ne fui informato e salii subito in reparto. Ricordo proprio tutto come se fosse oggi.

Carla occupava una delle prime stanze riservate alle mamme nel corridoio a sinistra. Non bussai perché la porta era aperta: la trovai da sola. La salutai e dopo i convenevoli di rito mi misi ad ascoltare e osservare. In quel momento era lei la mia grande maestra ed io, di fronte a lei, non ero che un piccolo scolaro. Carla la scoprii come donna forte, risoluta, decisa e determinata, pienamente consapevole del male che non le dava tregua, ma soprattutto cosciente del mistero della vita che portava nel grembo e di cui si sentiva pienamente responsabile. Era sorretta da una fede profonda. La invitai a guardare in alto per decifrare il disegno molto misterioso di Dio e per affidarsi al suo volere. Lei rispose: “Sì, spero proprio di riprendermi in salute, ma quanto al mio bambino lo voglio assolutamente vivo”. Ricordo ancora questo avverbio: “assolutamente”, per tutta la forza interiore con cui lo pronunciò. Pregammo insieme e dopo la benedizione la salutai, dandole appuntamento al giorno successivo. Ma non ci incontrammo più perché, data la gravità del caso, Carla fu trasferita ai Riuniti di Bergamo.

Personalmente la ricorderò sempre come mamma coraggiosa e forte, decisa e amorevole. Con gioia e commozione condivido l’iniziativa di dedicare alla memoria di Carla l’asilo nido comunale di Seriate. E sono certo che Carla, nel suo sentire materno oggi senza confini, continuerà a proteggere e abbracciare tutti i bimbi che vi verranno ospitati”.

 

Padre Stefano Dubini, nel gennaio 1993 cappellano agli Ospedali Riuniti di Bergamo

“Ho conosciuto Carla nei suoi ultimi giorni di vita: anche se era molto debole e sofferente, mi ha fatto capire la sua volontà con chiara consapevolezza e lucidità. Era pienamente convinta della sua scelta e di quello che faceva, sempre confidando di potercela fare, perché la speranza c’era sempre”.

Silvana Santisi Saita, assessore alle politiche sociali del Comune di Seriate

“Abbiamo scelto di intitolare l’asilo nido comunale a Carla Levati Ardenghi perché da sempre abbiamo avuto un’attenzione particolare verso quei cittadini seriatesi che hanno compiuto gesti significativi e di valore. Carla Levati ha sacrificato la sua vita per la vita del figlio: senza dubbio un grande dono d’amore, una decisione eroica che l’ha portata fino alla morte per esaltare la vita. Questa donna eccezionale ci ha lasciato una splendida testimonianza e per questo vogliamo ricordarla. Carla ha voluto difendere la sua creatura e per tutti i bambini del nido sarà una mamma speciale, un angelo custode che dal cielo li amerà e li proteggerà”.

A cura di Claudia Saita