Tutto nacque nel IV secolo, quando Agostino vescovo d’Ippona dovette
controbattere le eresie di Pelagio, il quale affermava che la salvezza era per
opere, e così si sbilanciò dalla parte opposta, concludendo che ogni cosa era
sottoposta alla volontà di Dio, compresa la decisione di chi doveva ricevere da
Lui la fede che porta alla salvezza, e chi invece ne era interdetto e quindi
condannato all’eterna perdizione.
Il versetto della discordia è Efesini 2:8 «Infatti è per grazia che siete stati salvati,
mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio». L’interpretazione di Agostino prima e di
Calvino poi, è stata quella che la fede fosse un dono di Dio; ma se leggiamo
bene la frase, e capiamo bene qual è il soggetto, non abbiamo problemi a capire
che il dono di Dio è la salvezza per grazia, e che il mezzo per ottenerla è la
fede. Ora, se la fede fosse anch’essa dono di Dio, non potrebbe essere vero che
Dio «vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza
della verità.» (1Timoteo 2:4), poiché vediamo che pochi effettivamente lo
sono.
Forse che Dio mente? «No di certo! Anzi, sia Dio riconosciuto
veritiero e ogni uomo bugiardo» (Romani 3:4)! Dio vuole proprio che tutti gli uomini
giungano al ravvedimento (2Pietro 3:9), e quindi tutti hanno la possibilità, ascoltando il Vangelo della
Grazia, di credere nel Signore Gesù e nel Suo sacrificio sulla croce, e così di
giungere alla salvezza della propria anima.
Per quanto riguarda la statistica, l’espressione “dono di Dio” ricorre
nella Bibbia 7 volte:
- 2 si trovano in Ecclesiaste
(3:13; 5:19), e dicono che il
cibo, le bevande, il benessere di cui uno gode, la possibilità di lavorare, la
ricchezza, sono un “dono di Dio”, cioè provengono da Lui, e quando uno muore le
deve abbandonare.
- 2 si trovano in Atti
8:20 e 2Timoteo
1:6, e parlano
rispettivamente del “dono dello Spirito Santo” che è dato ad ogni credente
successivamente al suo atto di fede e che non può essere comprato col denaro, e
che questo dono va ravvivato (come spiega poi nel versetto successivo, 2Timoteo
1:7), essendo «uno spirito
non di timidezza, ma di forza, d'amore e di autocontrollo».
- infine, gli ultimi 3 parlano effettivamente del dono della “salvezza”, della “vita eterna” e
sono: Giovanni 4:10 Gesù
le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice: "Dammi
da bere", tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato
dell'acqua viva». / Romani
6:23 “perché
il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo
Gesù, nostro Signore.” / Efesini
2:8 “Infatti
è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi;
è il dono di Dio.”.
Nel primo versetto vediamo che il dono è “l’acqua viva” (la vita
eterna), nel secondo è detto ancora più esplicitamente che è “la vita eterna”,
e nel terzo, chiarito l’equivoco del soggetto, ancora “la salvezza” (la vita
eterna). Mai si parla della fede come dono di Dio.
Vorrei esaminare alcuni versetti che possono sembrare ambigui, ma che
secondo me contengono una spiegazione armoniosa con il resto della Parola di
Dio.
1Corinzi 12:8-11 - Infatti, a
uno è data, mediante lo Spirito, parola di sapienza; a un altro parola di
conoscenza, secondo il medesimo Spirito; a un altro, fede, mediante il medesimo
Spirito; a un altro, doni di guarigioni, per mezzo del medesimo Spirito; a un
altro, potenza di operare miracoli; a un altro, profezia; a un altro, il
discernimento degli spiriti; a un altro, diversità di lingue e a un altro,
l'interpretazione delle lingue; ma tutte queste cose le opera quell'unico e
medesimo Spirito, distribuendo i doni a ciascuno in particolare come vuole.
Qui, e ritengo che sia l’unico caso nella Scrittura,
troviamo che si parla della fede con di un “dono”; ma se esaminiamo a fondo la
questione, possiamo vedere che non si parla della fede che porta alla salvezza,
ma di una fede che riceve chi è già credente e che permette di “vedere più in
là” rispetto al normale. Mi spiego meglio: in questo contesto, la “fede” è
messa sullo stesso piano della “parola di sapienza”, della “parole di
conoscenza”, dei “doni di guarigione”, della “potenza di operare miracoli”,
della “profezia”, del “discernimento degli spiriti”, della “diversità di
lingue”, dell’ “interpretazione delle lingue”, tutte qualità ricevute per mezzo
del medesimo spirito, dice l’apostolo Paolo. Se fosse la fede che porta alla
salvezza, da questi versetti si capirebbe che non tutti i credenti la
possiedono; si parla invece di una fede particolare, di una fede “ottimistica”,
che hanno alcuni più di altri nel confidare in ciò che Dio può fare nella vita
di ognuno dei Suoi figli.
Ebrei 12:1-3 - Anche noi,
dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni,
deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con
perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che
crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli
sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono
di Dio. Considerate perciò colui che ha sopportato una simile ostilità contro
la sua persona da parte dei peccatori, affinché non vi stanchiate perdendovi
d'animo.
In Ebrei 12:2
troviamo scritto che Gesù è “colui
che crea la fede e la rende perfetta”. Molti interpretano
quest’affermazione nel senso che Gesù, avendo creato la fede, è poi Lui stesso
che la dà agli uomini. Secondo me, questa conclusione distorce il significato
stesso di fede, e cioè che è “la fiducia
in qualcosa o in qualcuno”, in questo caso in Gesù Cristo (e nella Sua
opera salvifica sulla croce del Calvario) e nel messaggio del Vangelo, che
riassumo volentieri nel versetto di Atti
16:31 «Credi nel Signore Gesù, e
sarai salvato…». Da quanto capisco da questi versetti, intendo che Gesù
è l’origine della fede, poiché senza il Suo sacrificio come “Agnello di Dio senza peccato”, non
avremmo avuto l’oggetto della nostra fede, e la Sua resurrezione, testimonianza
della Giustizia di Dio soddisfatta, l’ha resa perfetta, cioè pienamente
sufficiente (senza aggiunta di opere) per ottenere il perdono dei peccati e la
vita eterna nel Regno di Dio.
Concludo con questa esortazione del Signore Gesù Cristo, che ancora oggi
esprime il Suo desiderio per tutti gli uomini: «Il vostro cuore non sia
turbato; abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me!» (Giovanni
14:1)