D'Alema alle Terme nella festa UDEUR - 05-09-02 - Foto di Giuseppe Grimaldi

   

 

Ore 17.00 Dibattito: "Idee a confronto"

 

Partecipano: On. Massimo D'ALEMA, Presidente DS
On. Marco FOLLINI, Presidente CCD
Sen. Roberto ANTONIONE,

Coordinatore nazionale FI
On. Clemente MASTELLA,

Segretario nazionale UDEUR-PPE


 

 

 

TELEVIDEO  Rai    Gi 05 Set

 

D'ALEMA: LEGITTIMA PRESENZA A GIROTONDI

"Sarà una grande manifestazione ed è ragionevole che il nostro partito sia presente con una sua delegazione". Lo ha detto il presidente dei Ds,D'Alema, sul girotondo sulla giustizia del 14 settembre. Quindi ha definito "legittima" la decisione di Fassino e Violante di partecipare e ha spiegato la sua assenza: "Ognuno caratterizza il proprio ruolo personale nel modo che ritiene più opportuno".

Sul ddl Cirami: "Il problema non è raffreddare i toni, ma i provvedimenti che appaiono volti a tutelare interessi di qualcuno e non a far funzionare meglio la giustizia".

Ma Mastella ammonisce: no a una coalizione "di piazza".

 
TELEVIDEO  Rai  05 09 ore 21 e 12

Mastella, no alla politica "di piazza"

"Se, come vedo, ci si sposta sempre più a sinistra, accetto comunque di restare nella coalizione, ma ho qualche difficoltà con questo tipo di Ulivo".Il leader dell'Udeur, Mastella,mette in guardia i partiti dal costruire una coalizione "di piazza". "Se da un lato c'è il Cavaliere-ha detto Mastella rivolgendosi al presidente dell'Udc, Follini- dall'altro ci sono i girotondi. Noi, che siamo mezze ali, ma non mezzi politici, non dobbiamo esaltare gli estremismi dei due poli". "Ammiro D'Alema -ha concluso- perché è una persona di buon senso".

 
Molti giornalisti accreditati seguono la "sette giorni" di Telese.

Qui a lato (a destra) l'intervistatore è un voce famosa della radio. Gabriele Manzo ex KissKiss oggi a Radio 102.5

 
TELESE - Girotondo, no grazie. Massimo D'Alema sceglie la festa di Mastella per la rentrèe dopo le vacanze, e dal palco di Telese conferma: con Nanni Moretti, il 14 settembre, non scenderò in piazza.

La Repubblica

 
D'Alema e Follini - per esempio - mettono in scena a Telese, alla festa dell'Udeur mastelliano, prove tecniche di "clima sereno".

Il Nuovo.it

 
TELESE (Benevento) - Si trattiene Massimo D'Alema quando parla di girotondi e di girotondini, ma basta la smorfia che gli si stampa sul viso per capire - al di là delle parole - che non gli piacciono.

Il corriere della Sera

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ore 18.30 Dibattito: "L'informazione in Italia: dal messaggio di Ciampi in poi"

Modera: Dott. Francesco PIONATI, Vicedirettore TG1

 

 

 

 

Partecipano:

On. Maurizio GASPARRI, Ministro delle Comunicazioni
Sen. Claudio PETRUCCIOLI,
Presidente Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Dott. Luigi ZANDA, Consigliere di Amministrazione RAI
On. Mario LANDOLFI, AN
Componente Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
 

 

Partecipano ancora:

Sen. Antonello FALOMI, DS-Ulivo
Componente Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
On. Giorgio LAINATI, FI
Componente Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Sen. Egidio Enrico PEDRINI, UDEUR-PPE
Componente Commissione Lavori pubblici e Telecomunicazioni - Senato della Repubblica

 

 

   Altri servizi sulla giornata a Telese:

 

Legittimo sospetto al primo round  di Franco Chirico e Mario Lavia / il Nuovo.it / 5 set 2002

Comincia domani nelle commissioni l'esame della legge sul "legittimo sospetto". Il Polo imprime l'avanti tutta, l'Ulivo dice no al'accelerazione. Ma passerà anche solo una modifica, la strategia del Polo salterà.

D'Alema e Follini - per esempio - mettono in scena a Telese, alla festa dell'Udeur mastelliano, prove tecniche di "clima sereno". I presidenti di Ds e Ccd si lanciano piccolissimi ma percepibili segnali sulla "Cirami", e proprio nel giorno in cui un falco come Pecorella, presidente della commissione Giustizia della Camera nonché avvocato di Berlusconi, non esclude la possibilità di modificare la contestatissima legge. "La legittima suspicione va introdotta nell'ordinamento - dice Pecorella - e se vi è necessità di una migliore definizione del testo ciò è possibile''. E il riferimento è proprio a quella sospensione del processo, la cui costituzionalità tanto preoccupa il Quirinale.

Insomma, si va profilando uno scenario ben diverso da quello "vietnamita" vissuto al Senato in agosto, e non solo perché questa volta a dirigere i lavori c'è il sobrio Casini ma perché - pare di capire - si è davvero messo in moto qualcosa di grosso che rotola giù dal Colle più alto, il Quirinale, preoccupato di un ulteriore irrigidimento fra maggioranza e opposizione, peraltro in una difficile congiuntura economica che richederebbe - sarebbe il pensiero di Ciampi - ben altra compattezza fra le forze parlamentari al di là dei ruoli.

Dunque, qualcosa pare muoversi. Non può essere un caso se D'Alema si è presentato a Telese con la parola d'ordine "così com'è la Cirami è inaccettabile". "Così com'è", appunto, ma se cambiasse... Lo ha detto chiaro e tondo a Follini: "Dò atto alle forze moderate della maggioranza di essersi fatte sentire quando è stato il caso di fermare leggi diciamo così stravaganti... Oggi questo è il banco di prova: siete disposti a cambiare la legge così come è uscita dal Senato?".

Marco Follini non ha risposto né sì ne no, ma è già tanto: "Confrontiamoci in Parlamento, quello è il luogo dove discutere. Abbiamo settimane di discussione davanti a noi. Non c'è nulla di dogmatico". Tattica? Bon ton? E' presto per dire se si tratta solo di buone maniere, ma l'impressione è che nella maggioranza, anche dopo la sortita di Mantovano (An) che ha chiesto una "moratoria" dopo la Cirami, prenda corpo l'insofferenza per la politica del rullo compressore imposta da Berlusconi sul tema caldo della giustizia...

 

 

La Repubblica  (6 settembre 2002)

D'Alema, altolà ai girotondi "Guai a delegittimare i partiti"

TELESE - Girotondo, no grazie. Massimo D'Alema sceglie la festa di Mastella per la rentrèe dopo le vacanze, e dal palco di Telese conferma: con Nanni Moretti, il 14 settembre, non scenderò in piazza. Fassino va? Violante pure? Del tutto "legittimo", ma il presidente della Quercia a piazza del Popolo continua a preferire Reggio Emilia, meglio il popolo dell'Unità che quello che si tiene per mano a Roma. Detto in due parole: loro sono la protesta, noi - ds, centrosinistra, partiti - siamo la politica. I movimenti? Cosa giusta, utile, positiva, che "rispetto profondamente", ma insomma non è proprio "con l'asprezza dei toni che si prepara la rivincita a Berlusconi". Aspro è invece il botta e risposta a distanza che ingaggia con il leader della Cgil Sergio Cofferati sul terreno del referendum sul lavoro: un referendum "prematuro" che potrebbe spaccare l'Ulivo, afferma l'ex premier. "Non capisco e non condivido - è la risposta di Cofferati - se le modifiche all'articolo 18 così come sono scritte diventano legge per me questo basta e avanza per promuovere il referendum, poi tutti possono fare quello che vogliono, onorevole D'Alema compreso".

E poi i girotondi. Basta con la "polemica stantia" fra società civile contrapposta ai partiti, al vertice dei girotondisti "ci sono militanti politici che conosco da trent'anni, semmai è una sinistra radicale...". Il presidente ds fornisce un'altra ricetta, la sua esigenza fondamentale è diversa: rilanciare l'Ulivo che "abbiamo lasciato in sonno", recuperare il "ritardo" che c'è stato, e che ha quindi innescato la spinta della piazza. Ma, allora, quell'altro appello alla piazza, lanciato dal segretario Fassino per il 5 ottobre? Eh no, lì il presidente della Quercia sarà in prima fila, ma è un'altra storia. C'è una bella differenza con l'appuntamento di piazza Navona. Sarà una "grande manifestazione dell'Ulivo con proposte alternative sul complesso dei problemi, e non su una sola legge. Sulla scuola, la sanità, lo sviluppo". Solo sulla data, pare di capire, il capo del Botteghino non è molto convinto. La preoccupazione, peraltro comune ad altri leader del centrosinistra, è che possa coincidere con il rush finale in Parlamento sulla Cirami.

Più chiaro di così. Sul palcoscenico della festa del Campanile irrompe dunque il D'Alema che giudica devastante "delegittimare i partiti di sinistra, così perdiamo per 50 anni". Tiene banco alla kermesse dell'Udeur, che sorprendentemente l'applaude, fa la fila per gli autografi, sotto la sapiente regia di Mastella che flirta con il presidente della Quercia: "Se viene sconfitto il riformismo di D'Alema, nell'Ulivo non ci sto più. Non mi faccio mettere al muro dal tribunale speciale di Flores D'Arcais. Il '68 è finito. Parisi sbaglia".

Fischi invece per l'ex Marco Follini, che ai tempi della comune Vela qui a Telese era uno dei padroni di casa, e per il coordinatore di Forza Italia, Antonione. Il leader del Ccd rilancia una convenzione per le riforme, D'Alema la boccia, "generosa e ingenua utopia, ma con la Cirami avete avvelenato il clima politico". Va tolta di mezzo, prima di parlare di qualunque sanatoria, e la Casa della libertà non pensi di "farsi scudo" del Quirinale.

Se proprio non è un addio, dopo la "frustata" di Telese la strada dei girotondi e quella di D'Alema sembrano proprio destinate a non incrociarsi. Anche perché ci sono ferite che bruciano ancora, le accuse che tornano per l'inciucio in Bicamerale. "L'ho pagata sulla mia pelle. Non ho mai capito perché tentare un accordo sulle grandi riforme debba essere un tradimento" .

 

 

Felice Saulino  CORRIERE DELLA SERA  6 settembre 2002

Il presidente ds alla festa dell’Udeur: nella manifestazione di ottobre voluta da Fassino non solo protesta ma proposte

«I girotondi possono delegittimare l’Ulivo»

D’Alema: così rischiamo di avere 50 anni di Berlusconi. Mastella: non farò l’attore per Moretti

DAL NOSTRO INVIATO

TELESE (Benevento) - Si trattiene Massimo D'Alema quando parla di girotondi e di girotondini, ma basta la smorfia che gli si stampa sul viso per capire - al di là delle parole - che non gli piacciono. Il presidente dei Ds si considera lontanissimo dagli esponenti della «sinistra radicale», come Nanni Moretti, «Pancho» Pardi, Paolo Flores d’Arcais che hanno organizzato la manifestazione del 14 settembre alla quale - come ha rivelato al Corriere - lui ha deciso di non partecipare.

Il pericolo dei girotondi? In un'intervista che apparirà oggi sull' Espresso , lo spiega così: «Temo finiscano per alimentare un clima di delegittimazione dei partiti della sinistra e dell'Ulivo». A questo punto, «se la sinistra è delegittimata dal suo stesso popolo», per Berlusconi «diventa anche troppo comodo poter sostenere che il suo vero antagonista è la piazza». Conclusione: «In uno scontro così, la maggioranza del Paese starebbe con il governo e non con il radicalismo dei movimenti. E ci terremmo Berlusconi per altri 50 anni...».

Ieri sera D'Alema ha illustrato le sue ragioni davanti alla platea della festa dell'Udeur. In perfetta sintonia con Clemente Mastella che dice: «Io a fare l'attore del regista Moretti non ci penso nemmeno... e non vorrei nemmeno finire davanti al tribunale speciale di Flores d'Arcais. L'opposizione si fa in Parlamento e devono farla i partiti. Il 14 settembre nemmeno io sarò a piazza del Popolo».

Il leader di Ceppaloni alza la palla e il «deputato di Gallipoli» la schiaccia: «Non temo l'isolamento - dice fra gli applausi - avrei paura dell'incoerenza...». Adesso D'Alema si trattiene di nuovo: «Intendiamoci, i girotondi vanno bene, sono manifestazioni di protesta e come tali un fatto positivo, ma non costituiscono un'alternativa alla vera opposizione». E se gli altri leader dell'Ulivo, a cominciare da Fassino hanno deciso di andare a piazza del Popolo «non è un problema», D'Alema però difende «la libertà» di non partecipare. Il 14 settembre lo ha destinato a un appuntamento del suo partito: la festa dell'Unità di Reggio Emilia. I leader che andranno all'appuntamento di Moretti «non hanno scelto la piazza, ma semplicemente di andare a una manifestazione». E quella dell'Ulivo annunciata da Fassino per ottobre? «Non ne abbiamo ancora parlato - sguscia D'Alema - ma sarà un'altra cosa, una manifestazione dell'opposizione e spero che serva a dare forza e visibilità al centrosinistra come alternativa di governo. Spero che parteciperà tutto l'Ulivo e non sia solo un movimento di protesta ma serva a illustrare le nostre proposte su temi come scuola, conti pubblici e giustizia».

Ma il tema caldo è la giustizia. Qui l'attacco alla maggioranza è durissimo: «In una situazione così grave del Paese il capo del governo si presenta a settembre e ci dice che la priorità non è la crisi economica, ma la legge per spostare i processi». E ancora: «Io ho sempre avuto toni tranquilli, non sono un esagitato, ma non venite a dirci che dopo la Cirami basta. Questo lo considero il segno del fatto che anche una parte della maggioranza, a cominciare da An, sente il peso della vergogna per aver inchiodato il Paese a discutere delle leggine per sistemare Previti e Berlusconi».