Ore 17.00
Dibattito: "Idee a
confronto"
Partecipano: On.
Massimo D'ALEMA, Presidente DS
On. Marco FOLLINI, Presidente CCD
Sen. Roberto ANTONIONE,
Coordinatore nazionale FI
On. Clemente MASTELLA,
Segretario nazionale UDEUR-PPE
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TELEVIDEO Rai Gi 05 Set
D'ALEMA:
LEGITTIMA PRESENZA A GIROTONDI
"Sarà
una grande manifestazione ed è ragionevole che il nostro partito
sia presente con una sua delegazione". Lo ha detto il presidente
dei Ds,D'Alema, sul girotondo sulla giustizia del 14 settembre.
Quindi ha definito "legittima" la decisione di Fassino e
Violante di partecipare e ha spiegato la sua assenza: "Ognuno
caratterizza il proprio ruolo personale nel modo che ritiene più
opportuno".
Sul
ddl Cirami: "Il problema non è raffreddare i toni, ma i
provvedimenti che appaiono volti a tutelare interessi di
qualcuno e non a far funzionare meglio la giustizia".
Ma
Mastella ammonisce: no a una coalizione "di piazza". |
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TELEVIDEO Rai
05 09 ore 21 e 12
Mastella, no alla politica
"di piazza"
"Se, come vedo, ci si sposta
sempre più a sinistra, accetto comunque di restare nella
coalizione, ma ho qualche difficoltà con questo tipo di Ulivo".Il
leader dell'Udeur, Mastella,mette in guardia i partiti dal
costruire una coalizione "di piazza". "Se da un lato c'è il
Cavaliere-ha detto Mastella rivolgendosi al presidente dell'Udc,
Follini- dall'altro ci sono i girotondi. Noi, che siamo mezze
ali, ma non mezzi politici, non dobbiamo esaltare gli estremismi
dei due poli". "Ammiro D'Alema -ha concluso- perché è una
persona di buon senso". |
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Molti giornalisti accreditati
seguono la "sette giorni" di Telese.
Qui a lato (a destra)
l'intervistatore è un voce famosa della radio. Gabriele Manzo ex
KissKiss oggi a Radio 102.5 |
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TELESE - Girotondo, no grazie.
Massimo D'Alema sceglie la festa di Mastella per la rentrèe dopo
le vacanze, e dal palco di Telese conferma: con Nanni Moretti,
il 14 settembre, non scenderò in piazza.
La Repubblica |
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D'Alema e Follini - per esempio -
mettono in scena a Telese, alla festa dell'Udeur mastelliano, prove
tecniche di "clima sereno".
Il Nuovo.it |
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TELESE (Benevento) - Si trattiene
Massimo D'Alema quando parla di girotondi e di girotondini, ma
basta la smorfia che gli si stampa sul viso per capire - al di
là delle parole - che non gli piacciono.
Il corriere della Sera |
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Ore 18.30
Dibattito:
"L'informazione in Italia: dal messaggio di Ciampi in poi"
Modera: Dott.
Francesco PIONATI, Vicedirettore TG1
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Partecipano:
On.
Maurizio GASPARRI, Ministro delle Comunicazioni
Sen. Claudio PETRUCCIOLI,
Presidente Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e
la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Dott. Luigi ZANDA, Consigliere di Amministrazione RAI
On. Mario LANDOLFI, AN
Componente Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e
la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
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Partecipano ancora:
Sen. Antonello FALOMI, DS-Ulivo
Componente Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e
la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
On. Giorgio LAINATI, FI
Componente Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e
la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Sen. Egidio Enrico PEDRINI, UDEUR-PPE
Componente Commissione Lavori pubblici e Telecomunicazioni -
Senato della Repubblica
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Altri servizi sulla giornata a Telese: |
Legittimo sospetto al primo
round di Franco
Chirico e Mario Lavia / il Nuovo.it / 5 set 2002
Comincia domani nelle commissioni
l'esame della legge sul "legittimo sospetto". Il Polo imprime
l'avanti tutta, l'Ulivo dice no al'accelerazione. Ma passerà anche
solo una modifica, la strategia del Polo salterà.
D'Alema e Follini - per esempio -
mettono in scena a Telese, alla festa dell'Udeur mastelliano, prove
tecniche di "clima sereno". I presidenti di Ds e Ccd si lanciano
piccolissimi ma percepibili segnali sulla "Cirami", e proprio nel
giorno in cui un falco come Pecorella, presidente della commissione
Giustizia della Camera nonché avvocato di Berlusconi, non esclude la
possibilità di modificare la contestatissima legge. "La legittima
suspicione va introdotta nell'ordinamento - dice Pecorella - e se vi
è necessità di una migliore definizione del testo ciò è possibile''.
E il riferimento è proprio a quella sospensione del processo, la cui
costituzionalità tanto preoccupa il Quirinale.
Insomma, si va profilando uno
scenario ben diverso da quello "vietnamita" vissuto al Senato in
agosto, e non solo perché questa volta a dirigere i lavori c'è il
sobrio Casini ma perché - pare di capire - si è davvero messo in
moto qualcosa di grosso che rotola giù dal Colle più alto, il
Quirinale, preoccupato di un ulteriore irrigidimento fra maggioranza
e opposizione, peraltro in una difficile congiuntura economica che
richederebbe - sarebbe il pensiero di Ciampi - ben altra compattezza
fra le forze parlamentari al di là dei ruoli.
Dunque, qualcosa pare muoversi. Non
può essere un caso se D'Alema si è presentato a Telese con la parola
d'ordine "così com'è la Cirami è inaccettabile". "Così com'è",
appunto, ma se cambiasse... Lo ha detto chiaro e tondo a Follini: "Dò
atto alle forze moderate della maggioranza di essersi fatte sentire
quando è stato il caso di fermare leggi diciamo così stravaganti...
Oggi questo è il banco di prova: siete disposti a cambiare la legge
così come è uscita dal Senato?".
Marco Follini non ha risposto né sì
ne no, ma è già tanto: "Confrontiamoci in Parlamento, quello è il
luogo dove discutere. Abbiamo settimane di discussione davanti a
noi. Non c'è nulla di dogmatico". Tattica? Bon ton? E' presto per
dire se si tratta solo di buone maniere, ma l'impressione è che
nella maggioranza, anche dopo la sortita di Mantovano (An) che ha
chiesto una "moratoria" dopo la Cirami, prenda corpo l'insofferenza
per la politica del rullo compressore imposta da Berlusconi sul tema
caldo della giustizia...
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La Repubblica (6
settembre 2002)
D'Alema, altolà ai girotondi
"Guai a delegittimare i partiti"
TELESE - Girotondo, no grazie.
Massimo D'Alema sceglie la festa di Mastella per la rentrèe dopo le
vacanze, e dal palco di Telese conferma: con Nanni Moretti, il 14
settembre, non scenderò in piazza. Fassino va? Violante pure? Del
tutto "legittimo", ma il presidente della Quercia a piazza del
Popolo continua a preferire Reggio Emilia, meglio il popolo
dell'Unità che quello che si tiene per mano a Roma. Detto in due
parole: loro sono la protesta, noi - ds, centrosinistra, partiti -
siamo la politica. I movimenti? Cosa giusta, utile, positiva, che
"rispetto profondamente", ma insomma non è proprio "con l'asprezza
dei toni che si prepara la rivincita a Berlusconi". Aspro è invece
il botta e risposta a distanza che ingaggia con il leader della Cgil
Sergio Cofferati sul terreno del referendum sul lavoro: un
referendum "prematuro" che potrebbe spaccare l'Ulivo, afferma l'ex
premier. "Non capisco e non condivido - è la risposta di Cofferati -
se le modifiche all'articolo 18 così come sono scritte diventano
legge per me questo basta e avanza per promuovere il referendum, poi
tutti possono fare quello che vogliono, onorevole D'Alema compreso".
E poi i girotondi. Basta con la
"polemica stantia" fra società civile contrapposta ai partiti, al
vertice dei girotondisti "ci sono militanti politici che conosco da
trent'anni, semmai è una sinistra radicale...". Il presidente ds
fornisce un'altra ricetta, la sua esigenza fondamentale è diversa:
rilanciare l'Ulivo che "abbiamo lasciato in sonno", recuperare il
"ritardo" che c'è stato, e che ha quindi innescato la spinta della
piazza. Ma, allora, quell'altro appello alla piazza, lanciato dal
segretario Fassino per il 5 ottobre? Eh no, lì il presidente della
Quercia sarà in prima fila, ma è un'altra storia. C'è una bella
differenza con l'appuntamento di piazza Navona. Sarà una "grande
manifestazione dell'Ulivo con proposte alternative sul complesso dei
problemi, e non su una sola legge. Sulla scuola, la sanità, lo
sviluppo". Solo sulla data, pare di capire, il capo del Botteghino
non è molto convinto. La preoccupazione, peraltro comune ad altri
leader del centrosinistra, è che possa coincidere con il rush finale
in Parlamento sulla Cirami.
Più chiaro di così. Sul
palcoscenico della festa del Campanile irrompe dunque il D'Alema che
giudica devastante "delegittimare i partiti di sinistra, così
perdiamo per 50 anni". Tiene banco alla kermesse dell'Udeur, che
sorprendentemente l'applaude, fa la fila per gli autografi, sotto la
sapiente regia di Mastella che flirta con il presidente della
Quercia: "Se viene sconfitto il riformismo di D'Alema, nell'Ulivo
non ci sto più. Non mi faccio mettere al muro dal tribunale speciale
di Flores D'Arcais. Il '68 è finito. Parisi sbaglia".
Fischi invece per l'ex Marco
Follini, che ai tempi della comune Vela qui a Telese era uno dei
padroni di casa, e per il coordinatore di Forza Italia, Antonione.
Il leader del Ccd rilancia una convenzione per le riforme, D'Alema
la boccia, "generosa e ingenua utopia, ma con la Cirami avete
avvelenato il clima politico". Va tolta di mezzo, prima di parlare
di qualunque sanatoria, e la Casa della libertà non pensi di "farsi
scudo" del Quirinale.
Se proprio non è un addio, dopo la
"frustata" di Telese la strada dei girotondi e quella di D'Alema
sembrano proprio destinate a non incrociarsi. Anche perché ci sono
ferite che bruciano ancora, le accuse che tornano per l'inciucio in
Bicamerale. "L'ho pagata sulla mia pelle. Non ho mai capito perché
tentare un accordo sulle grandi riforme debba essere un tradimento"
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Felice Saulino CORRIERE
DELLA SERA 6 settembre 2002
Il presidente ds alla festa
dell’Udeur: nella manifestazione di ottobre voluta da Fassino non
solo protesta ma proposte
«I girotondi possono
delegittimare l’Ulivo»
D’Alema: così rischiamo di avere 50
anni di Berlusconi. Mastella: non farò l’attore per Moretti
DAL NOSTRO INVIATO
TELESE (Benevento) - Si trattiene
Massimo D'Alema quando parla di girotondi e di girotondini, ma basta
la smorfia che gli si stampa sul viso per capire - al di là delle
parole - che non gli piacciono. Il presidente dei Ds si considera
lontanissimo dagli esponenti della «sinistra radicale», come Nanni
Moretti, «Pancho» Pardi, Paolo Flores d’Arcais che hanno organizzato
la manifestazione del 14 settembre alla quale - come ha rivelato al
Corriere - lui ha deciso di non partecipare.
Il pericolo dei girotondi? In
un'intervista che apparirà oggi sull' Espresso , lo spiega così:
«Temo finiscano per alimentare un clima di delegittimazione dei
partiti della sinistra e dell'Ulivo». A questo punto, «se la
sinistra è delegittimata dal suo stesso popolo», per Berlusconi
«diventa anche troppo comodo poter sostenere che il suo vero
antagonista è la piazza». Conclusione: «In uno scontro così, la
maggioranza del Paese starebbe con il governo e non con il
radicalismo dei movimenti. E ci terremmo Berlusconi per altri 50
anni...».
Ieri sera D'Alema ha illustrato le
sue ragioni davanti alla platea della festa dell'Udeur. In perfetta
sintonia con Clemente Mastella che dice: «Io a fare l'attore del
regista Moretti non ci penso nemmeno... e non vorrei nemmeno finire
davanti al tribunale speciale di Flores d'Arcais. L'opposizione si
fa in Parlamento e devono farla i partiti. Il 14 settembre nemmeno
io sarò a piazza del Popolo».
Il leader di Ceppaloni alza la
palla e il «deputato di Gallipoli» la schiaccia: «Non temo
l'isolamento - dice fra gli applausi - avrei paura
dell'incoerenza...». Adesso D'Alema si trattiene di nuovo:
«Intendiamoci, i girotondi vanno bene, sono manifestazioni di
protesta e come tali un fatto positivo, ma non costituiscono
un'alternativa alla vera opposizione». E se gli altri leader
dell'Ulivo, a cominciare da Fassino hanno deciso di andare a piazza
del Popolo «non è un problema», D'Alema però difende «la libertà» di
non partecipare. Il 14 settembre lo ha destinato a un appuntamento
del suo partito: la festa dell'Unità di Reggio Emilia. I leader che
andranno all'appuntamento di Moretti «non hanno scelto la piazza, ma
semplicemente di andare a una manifestazione». E quella dell'Ulivo
annunciata da Fassino per ottobre? «Non ne abbiamo ancora parlato -
sguscia D'Alema - ma sarà un'altra cosa, una manifestazione
dell'opposizione e spero che serva a dare forza e visibilità al
centrosinistra come alternativa di governo. Spero che parteciperà
tutto l'Ulivo e non sia solo un movimento di protesta ma serva a
illustrare le nostre proposte su temi come scuola, conti pubblici e
giustizia».
Ma il tema caldo è la giustizia.
Qui l'attacco alla maggioranza è durissimo: «In una situazione così
grave del Paese il capo del governo si presenta a settembre e ci
dice che la priorità non è la crisi economica, ma la legge per
spostare i processi». E ancora: «Io ho sempre avuto toni tranquilli,
non sono un esagitato, ma non venite a dirci che dopo la Cirami
basta. Questo lo considero il segno del fatto che anche una parte
della maggioranza, a cominciare da An, sente il peso della vergogna
per aver inchiodato il Paese a discutere delle leggine per sistemare
Previti e Berlusconi».
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