Elettrosmog, antenne per cellulari - 17-08-03 - da www.aduc.it

 

 

Sullo stesso argomento:  servizio di Giovanni Forgione

ANTENNE PER CELLULARI

Primo Mastrantoni

www.aduc.it


Quando si parla di elettrosmog il pensiero va immediatamente alle antenne per la telefonia mobile, che suscitano una forte opposizione nella popolazione a causa delle onde emesse dai "tralicci" collocati sulle terrazze dei palazzi.


Questi apparati si compongono di antenne che trasmettono il segnale al telefono cellulare e di antenne che ricevono il segnale trasmesso dal cellulare stesso. L'aumento vertiginoso dei possessori di telefonini (la penetrazione e' ormai di 84 cellulari su 100 persone), determina un aumento delle stazioni fisse, soprattutto nelle citta', il che desta preoccupazione per la salute pubblica.


La diffusione delle antenne e' amplissima, si stima che sul nostro territorio ci siano oltre 50mila antenne, alle quali occorre aggiungere quelle per il sistema Umts. Come riconoscere le antenne per i cellulari? Quelli piu' comuni sono parallelepipedi alti 2 metri e larghi 30 centimetri, hanno una potenza da 10 a 100 volte inferiori a quelle degli impianti radiotelevisivi, trasmettono su un angolo verticale di 5-10 gradi e orizzontale di 50-60 gradi. La cosa che pochi sanno e' che chi ha gli impianti sulla testa, cioe' sul tetto di casa propria, non corre alcun rischio cosi' come le persone distanti un centinaio di metri.


Anche il telefonino e' un ricetrasmettitore, che tramite l'antenna irradia onde la cui potenza decresce all'aumentare della distanza dall'antenna stessa. In questo caso pero' la fonte si trova vicino alla testa dell'utente. Gli studi hanno dimostrato che esposizioni ad elevate intensita' di campo elettromagnetico possono generare nell'uomo un effetto termico, cioe' il riscaldamento del corpo, o di sue parti esposte alle radiazioni che segue all'assorbimento dell'energia elettromagnetica. Per questo motivo un decreto del Ministero delle poste e delle telecomunicazioni, del 20 giugno 1995, n. 458, riporta la seguente avvertenza:


"Gli utenti sono avvisati che, per un uso soddisfacente dell'apparato e per la sicurezza personale, si raccomanda che nessuna parte del corpo deve trovarsi ad una distanza inferiore a 20 cm dall'antenna durante il funzionamento dell'apparato."


Di seguito una sintesi di uno studio del WWF, che mostra come l'uso dell'auricolare riduca dal 70% al 90% circa l'esposizione alle radiazioni.
 


 

 

ELETTRODOMESTICI
Pensare alla telefonia cellulare come unica fonte di elettrosmog e' ovviamente riduttivo. Letteralmente si puo' dire che le onde elettromagnetiche ci avvolgono, perche' generate da apparecchi elettrici.

 

Forni a microonde, personal computer, asciugacapelli, rasoi elettrici, frigoriferi, radiosveglie, televisione, spazzolino elettrico, lavastoviglie, lavatrice, ferro da stiro, aspirapolvere, lampada, trapano, ecc., generano onde elettromagnetiche. L'intensita' di queste onde si esaurisce a distanza di pochi centimetri, come e' visibile dalla tabella.
 

 

campo magnetico espresso in micro Tesla alla distanza di:

 

3 cm

30 cm

100 cm

ASCIUGACAPELLI

6 - 2000

< 0,01 - 1

< 0,01 - 0,3

RASOIO ELETTRICO

15 - 1500

0,08 - 7

< 0,01 - 0,3

LAVATRICE

0,8 - 50

0,15 - 3

0,01 - 0,15

LAVASTOVIGLIE

3,5 - 20

0,6 - 3

0,07 - 0,3

FORNO A MICRONDE

75 - 200

4 - 8

0,25 - 0,6

FORNO ELETTRICO

1 - 50

0,15 - 0,5

0,04 - 0,091

FRIGORIFERO

0,5 - 1,7

0,01 - 0,25

< 0,01

FERRO DA STIRO

8 - 30

0,12 - 0,3

0,01 - 0,025

ASPIRAPOLVERE

200 - 800

2 - 20

0,13 - 2

TELEVISORE

25 - 50

0,04 - 2

< 0,01 - 0,15

LAMPADA DA TAVOLO

40 - 400

0,5 - 2

0,02 - 0,25

TRAPANO

400 - 800

2 - 3,5

0,08 - 0,2

 

 

RIPETITORI RADIOTELEVISIVI
Particolarmente insidiose sono le antenne radiotelevisive, i cosiddetti ripetitori, perche' devono "coprire" aree piuttosto vaste per arrivare nelle abitazioni distanti anche decine di km. Per questo hanno potenze d'emissione piuttosto elevate.

ELETTRODOTTI
Ovviamente un campo elettromagnetico viene prodotto dagli elettrodotti la cui tensione puo' raggiungere valori elevati, fino a 380.000 Volt (380 kV).
L'azione di questi campi si esplica su distanze di decine di metri. Il campo elettrico e' schermato da edifici e alberature mentre non lo e' il campo magnetico. Qui di seguito la tabella indica il valore del campo elettrico e magnetico in relazione alla distanza da un elettrodotto.



 

Elettrodotti

Campo elettrico e magnetico alla distanza di

380 kV

24m

28m

41m

59m

84m

134m

190m

Campo Elettrico (V/m)

1150

830

399

176

78

29

14

Campo Magnetico (micro Tesla)

5

3.8

2

1

0.5

0.2

0.1

 

 

ELF E ALTE FREQUENZE. I LIMITI. UNITA' DI MISURA
In sintesi l'elettrosmog (inquinamento elettromagnetico) e' costituito da due componenti: una a bassa frequenza (ELF, extremely low frequencies) emessa da elettrodotti, linee ed apparecchiature elettriche ed una ad alta frequenza (RF, radio frequency e microonde) generata da antenne trasmittenti quali le stazioni radiobase per la telefonia cellulare, i ponti ripetitori radiotelevisivi e telefonici, gli apparati di radiotrasmissione in genere, inclusi i telefonini e i forni a microonde.

 

Le radiazioni a bassa e alta frequenza si dicono non ionizzanti (NIR) per distinguerle da quelle ionizzanti (IR), cioe' i raggi gamma, X e ultravioletti.


I limiti di esposizione totale, previsti dalla normativa nazionale, per le basse frequenze (ELF) sono di 100 micro Tesla, il valore di attenzione e' di 10 micro Tesla e l'obiettivo qualita' e' di 3 micro Tesla. I limiti per le alte frequenze (radio frequenze e microonde), sono di 6 V/m per le zone intensamente frequentate (es. citta) e di 20 V/m per le zone non intensamente frequentate (es. campagna).

 

La Raccomandazione comunitaria fissa il valore limite per le basse frequenze in 100 micro Tesla e per le alte frequenze il limite e' di 41,2 V/m, per le frequenze tipiche della telefonia cellulare a 900 Mhz, e di 58,3 V/m per quelle a 1800 Mhz. Tuttavia per quanto riguarda i cellulari veri e propri, non si utilizzano le misure in Volt/m ma si valuta il Sar (tasso di penetrazione dei tessuti), per il quale non vi sono riferimenti normativi in merito.


Secondo una indagine dell'Apat (Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici), contenuta nell'Annuario dei dati ambientali, il 7% degli impianti radiotelevisivi e lo 0,3% delle stazioni radiobase per la telefonia mobile superano il limite di 6 V/m e il 2% della lunghezza complessiva delle linee elettriche supera i 100 microtesla.


Il Testla (T) e' un' unita' di misura del flusso di induzione elettromagnetica prodotto dalla corrente (A).
Il Volt/metro (V/m) e' l'unita' di misura del campo elettrico prodotto dalla tensione (V).

GLI EFFETTI DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI
L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha predisposto un progetto per lo studio dei campi elettromagnetici, con il compito di studiare scientificamente tali campi e i loro effetti sulla salute umana. Recentemente l'OMS ha diffuso un documento sull'argomento dove non esclude il rischio da elettrosmog: la gran parte degli studi presi in esame ammette un possibile incremento del rischio di leucemia infantile, associato all'esposizione a campi elettrici e magnetici.


Nel giugno 2001, un gruppo di lavoro della IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro), formato da scienziati esperti nel settore, ha esaminato gli studi relativi alla cancerogenicita' dei campi elettrici e magnetici statici ed ELF. Usando la classificazione standardizzata della IARC, che soppesa i dati di studi sull'uomo, sull'animale e di laboratorio, i campi magnetici ELF sono stati classificati come possibilmente cancerogeni per l'uomo, sulla base degli studi epidemiologici relativi alla leucemia infantile. Le evidenze scientifiche relative a tutti gli altri tipi di tumori nei bambini e negli adulti, nonche' quelle relative ad altri tipi di esposizione sono state considerate non classificabili, perche' le informazioni scientifiche erano insufficienti o incoerenti.


"Possibilmente cancerogeno per l'uomo" e' una classificazione usata per connotare un agente per il quale vi sia una limitata evidenza di cancerogenicita' nell'uomo ed un'evidenza meno che sufficiente negli animali da laboratorio.


La classificazione e' la piu' debole tra le tre ("possibilmente cancerogeno per l'uomo", "probabilmente cancerogeno per l'uomo" e "cancerogeno per l'uomo") usate dalla IARC per classificare i potenziali cancerogeni in base all'evidenza scientifica. Sono qui riportati alcuni esempi di comuni agenti classificati dalla IARC.

1. Agente cancerogeno per l'uomo

(normalmente in base ad una forte evidenza di cancerogenicita' nell'uomo):
Asbesto (amianto)
Iprite
Tabacco
Radiazione gamma

2. Probabilmente cancerogeno per l'uomo

(normalmente in base ad una forte evidenza di cancerogenicita' negli animali):
Gas di scarico dei motori diesel
Lampade solari
Radiazione UV
Formaldeide

3. Possibilmente cancerogeno per l'uomo

(normalmente sulla base di una evidenza nell'uomo che e' considerata credibile, ma per la quale non si possono escludere altre cause):
Caffe'
Gas di scarico dei motori a benzina
Fumi di saldatura
Campi magnetici ELF


COSA FARE
Ridurre la propria esposizione ai campi elettromagnetici, limitando l'uso dei dispositivi elettrici ed aumentando la distanza da sorgenti che possono produrre campi relativamente elevati. Per l'uso del cellulare occorre servirsi dell'auricolare, limitare il tempo di conversazione, alternare l'orecchio, metterlo a distanza quando si riceve o si effettua una chiamata, non riporlo nel taschino, vicino al cuore, o nella tasca dei pantaloni, prossimo ai testicoli; non sostare davanti ad un forno a microonde e attendere qualche secondo prima di aprirlo. Per le basse frequenze basta allontanarsi di qualche decina di centimetri dagli elettrodomestici, due metri dalla tv, usare radiosveglie a pile, limitare l'uso del rasoio elettrico e dell'asciugacapelli (meglio quello fisso con tubo allungabile) e in ogni modo spegnere gli apparecchi elettrici se non si usano.


 

NORMATIVA


NORMATIVA EUROPEA
Raccomandazione 1999/512/CE del 12 luglio 1999 (G. U. C. E. n. L199 del 30/07/1999) del Consiglio, relativa alla limitazione dell'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici da 0 Hz a 300GHz.

NORMATIVA NAZIONALE
Legge 22 febbraio 2001, n.36
Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici.

Radiofrequenza
" Decreto legge 1 maggio 1997, n.115 (Gazz. Uff., 2 maggio, n. 100), convertito in legge 1.7.1997, n.18 (Gazz. Uff., 1° luglio 1997, n. 151). Disposizioni urgenti per il recepimento della direttiva 96/2/CE sulle comunicazioni mobili e personali.
" Ministero dell'Ambiente del 10.9. Decreto del 1998, n.381 Regolamento recante norme per la determinazione dei tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana
(Il testo comprende anche le linee guida applicative pubblicate in GU 257/1998)
(G.U. n. 257 del 3 novembre 1998)
" Legge 20 marzo 2001, n.66 ( G.U. del 24 marzo 2001, n. 70) Disposizioni urgenti per il differimento di termini in materia di trasmissioni radiotelevisive analogiche e digitali, nonche' per il risanamento di impianti radiotelevisivi
" Decreto legislativo 4 settembre 2002, n.198
Disposizioni volte ad accelerare la realizzazione delle infrastrutture di telecomunicazioni strategiche per la modernizzazione e lo sviluppo del Paese, a norma dell'articolo 1, comma 2, della legge 21 dicembre 2001, n. 443. (G.U. n. 215 del 13-9-2002)
" Decreto Ministeriale 29 gennaio 2003
Istituzione del catasto delle reti radiomobili di comunicazione pubblica e degli archivi telematici in attuazione dell'art. 12, comma 3, del decreto legislativo 4 settembre 2002, n. 198. (G.U. n. 57, 10 marzo 2003, Serie Generale)

Elettrodotti
- Regio decreto 11 dicembre 1933, n.1775 - Titolo III
Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e impianti elettrici
- D.P.R 18 marzo 1965, n.342 - Art.9 (G.U. 26 aprile, n. 104)
Norme integrative della legge 6 dicembre 1962, n. 1643 e norme relative al coordinamento e all'esercizio delle attivita' elettriche esercitate da enti ed imprese diversi dall'Ente Nazionale per l'Energia Elettrica
- Legge 28 giugno 1986, n.339 (G.U. 10 luglio, n. 158)
Nuove norme per la disciplina della costruzione e dell'esercizio di linee elettriche aeree esterne
- D.M. 21 marzo 1988, n.449
Approvazione delle norme tecniche per la progettazione, l'esecuzione e l'esercizio delle linee aeree esterne
(recepisce la Norma CEI 11 - 4; il testo e' coordinato ed integrato con le successive disposizioni legislative al 29/04/02)
- Decreto Ministero dei Lavori Pubblici 16 gennaio 1991
Aggiornamento delle norme tecniche per la disciplina della costruzione e dell'esercizio di linee elettriche, aeree esterne
Modifica il DM 449/1998 - (G.U. 16 febbraio 1991, n. 40)
- D.P.C.M del 23.4.1992
Limiti massimi di esposizione ai campi elettrico e magnetico generati alla frequenza industriale nominale (50 Hz) negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno. (G.U. n. 104 del 06/05/19)
- Accordo interministeriale 14 settembre 1995
Accordo procedimentale interministeriale in ordine alla valutazione dei progetti di risanamento ambientale dell'inquinamento elettromagnetico di cui all'art. 7 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 23 aprile 1992. (G.U. 18 marzo 1996, n. 65)
- D.P.C.M del 28 settembre 1995
Norme tecniche procedurali di attuazione del D.P.C.M 23/04/1992 relativamente agli elettrodotti. (G.U. n. 232 del 4 ottobre 1995)
- Parere del Consiglio Superiori dei Lavori Pubblici IV^ Sezione 17.12.1998, n 457
"Norme applicabili alla costruzione di linee elettriche aeree esterne. Pareri del Consiglio Superiore LL.PP. 4^ Sezione, n. 261 del 25.6.1998, n. 285 del 16.7.1998 e n. 174 del 23.4.1998"

Compatibilità Elettromagnetica
" Decreto Ministero delle Comunicazioni 27/09/1999
Riconoscimento di organismi competenti in materia di compatibilita' elettromagnetica
" Decreto 18 maggio 1999 (Ecosonline)
Norme armonizzate in materia di compatibilità elettromagnetica
(pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 129 del 4 giugno 1999)

Primo Mastrantoni