Black out, le reazioni del giorno dopo - 01-10-03 - da Il Sannio Quotidiano

 

   

Pubblicato il 30-09-2003

I problemi per la mancanza di elettricità. La Confcommercio: «Chiederemo il risarcimento dei danni subiti dalle imprese»

Nardone: «Puntiamo sui parchi eolici piuttosto che su nuovi impianti inquinanti». Quattro domande al presidente della Provincia

“Chiederemo il risarcimento dei danni eventualmente subìti dalle imprese della distribuzione a causa del black out di domenica scorsa”. A ribadire il concetto già anticipato ieri a “Il Sannio”, è il presidente della Confcommercio provinciale, Giuseppe Donatiello. Il rappresentante degli esercenti sanniti conferma le posizioni dell’associazione provinciale di categoria più rappresentativa del terziario beneventano. “Siamo pronti a censire i danni alle imprese – dichiara Donatiello -. Questa emergenza, che va assumendo tempi e contorni sempre più ampi, vedrà il coinvolgimento e la richiesta di intervento di un unico Centro di Assistenza Tecnico, il ‘Cat Sannio’, unico consorzio attualmente riconosciuto dalla Regione per le richieste di finanziamento e di realizzazione di strutture alternative per casi di emergenza elettrica, e quindi, per la sicurezza stesse delle aziende”.

Dal commercio al servizio idrico, la Gesesa, la società che gestisce il servizio in città e in alcuni centri della provincia, assicura che i disagi di queste ore sono dovuti “solo ed esclusivamente alla mancanza di energia elettrica. Fin dalle 3.30 della notte tra sabato, tutti gli uomini della Gesesa sono stati “allertati” per risolvere i problemi di loro competenza. “Nel capoluogo sannita – assicura l’ufficio stampa della Gesesa - non c’è stato alcun problema idrico, tutto ha funzionato perfettamente”. Ma in alcuni paesi della provincia, le pompe di sollevamento si sono fermate e di conseguenza si sono registrate alcune interruzioni. I problemi più importanti a Telese Terme dove l’Enel non è riuscita ad informare con precisione e tempestività gli operatori sull’evolversi della situazione. “In alcuni casi ci sono stati problemi di comunicazione – aggiungono alla Gesesa -. Molti utenti non sono riusciti a mettersi in contatto con la nostra società che aveva comunicato la sua massima disponibilità a risolvere qualsiasi problema”.

Intanto, all’indomani del black out che ha spento l’intero Sannio, la Direzione Generale dell’ospedale “Rummo” ha fatto giungere i propri ringraziamenti alla Direzione Sanitaria di Presidio, i medici, gli infermieri e il personale che, in occasione del prolungato black-out di domenica, “ hanno garantito – si legge in una nota del direttore generale, Loretta Mussi - la continuità dell’assistenza a tutti i degenti. Grazie alla pronta attivazione dei gruppi elettrogeni di cui è dotato l’ospedale è stata assicurata la continuità nell’erogazione dell’energia elettrica e dell’acqua. I Vigili del Fuoco e la ditta di manutenzione hanno assicurato i quantitativi di nafta in eccesso rispetto al fabbisogno ordinario, con proprie autocisterne – ricorda il direttore generale del “Rummo”. Anche in una situazione di comprensibile tensione emotiva, dovuta all’eccezionalità dell’evento ed alla sua imprevedibile durata – conclude Loretta Mussi - non ci sono state conseguenze negative per i nostri ammalati”.

Sul problema del black out, ieri mattina, dal presidente della Provincia, Carmine Nardone, è giunto l’invito a tenere “i nervi saldi per evitare di dare risposte emotive al problema di approvvigionamento energetico che abbiamo di fronte”. Secondo il presidente della Rocca dei Rettori, si corre il rischio di dare per scontata la necessità di costruire una miriade di nuovi centrali di produzione in mancanza di una programmazione seria. “Siamo d’accordo nel combattere il gigantismo dei sistemi produttivi e di puntare sull’autosufficienza dei sistemi locali – dice Nardone -.

 

Per quanto riguarda il Sannio ricordo che su questo territorio sono già stati realizzati, negli anni scorsi, parchi eolici e che, pertanto, sarebbe opportuno evitare le strumentalizzazioni in ordine alla necessità di costruire nuove centrali magari continuando ad usare combustibili di fonte non rinnovabile che producono ulteriori inquinamenti. Molto più saggio, dunque – conclude Nardone - ci pare invece affermare procedure e protocolli più efficienti ed efficaci per garantire la sicurezza e la funzionalità dei sistemi attualmente attivi, al fine di scongiurare, all’insorgere di una crisi locale, quegli effetti domino che si sono verificati nelle ultime ore”. Insomma, secondo Nardone, meglio utilizzare i parchi eolici che nuove centrali termoelettriche. Ma dalla Provincia gradiremmo un chiarimento, visto che la classe politica locale non sa (o non vuole) affrontare e risolvere la ‘questione eolica’ del Fortore.

 

Al presidente Nardone chiediamo, perciò, di rispondere a queste domande, tanto per chiarirci le idee. a) Lei auspica, per il nostro Sannio, la costruzione di altre centrali eoliche, piuttosto che termoelettriche? b) E’convinto, o no, presidente Nardone, che realizzando altre centrali eoliche si aggiungerebbe scempio allo scempio? c) E’convinto, o no, presidente, che nel Fortore (così come dimostrato in questi ultimi mesi) l’assenza di vento ha reso inutili, oltre che dannosi, gli impianti installati? d) E’ convinto, o no, signor presidente, che il problema delle centrali termoelettriche consiste tutto nella posizione nelle quali vengono installate? E che, magari, lontano da Paduli e dai centri abitati, una centrale del genere potrebbe essere maggiormente tollerata? Ci risponda, per favore, presidente.