Crisi idrica per il fiume Calore - 01-09-03 - da Sanniopress

 

 

Chiesta la dichiarazione di crisi idrica per il fiume Calore

La crisi è dovuta principalmente ai rilevantissimi prelievi idrici effettuati alle sorgenti

I presidenti della provincia di Benevento on.le Carmine Nardone e dell’Ambito Territoriale Ottimale n.1 “Calore Irpino” dott. Raffaello De Stefano si sono incontrati oggi pomeriggio alla Rocca dei Rettori, sede della provincia, Benevento per esaminare la questione della gravissima crisi di fluenza che manifesta il fiume Calore, che attraversa le province irpina e sannita, dopo un periodo di prolungata siccità.

I presidenti Nardone e De Stefano hanno preso atto che il corso d’acqua non porta nemmeno il minimo flusso vitale ed hanno parlato di “stato di emergenza”: essi pertanto hanno invocato l’adozione di immediate iniziative da parte dell’Autorità di Bacino dei Fiumi Liri, Garigliano e Volturno e della Regione Campania.

Nardone e De Stefano hanno ricordato che l’attuale situazione è determinata sì dalle particolari condizioni climatiche, ma è principalmente dovuta ai rilevantissimi prelievi idrici effettuati alle sorgenti del Calore con i conseguenti trasferimenti delle risorse idriche verso altre Regioni: in pratica si tratta degli oltre 3.500 litri al secondo che vengono “dirottati” da ormai quasi cinquanta anni verso l’Acquedotto Pugliese.

Provincia e ATO n. 1, preso atto che una loro precedente iniziativa del luglio scorso non ha sortito gli effetti sperati presso All’Autorità di Bacino e la stessa Regione Campania, hanno chiesto la convocazione di un’immediata Conferenza di servizio affinché: 1) l’Autorità di Bacino dei Fiumi Liri, Garigliano e Volturno certifichi la mancanza del minimo flusso vitale del fiume Calore e 2) la Regione Campania provveda a negoziare d’urgenza la modifica delle concessioni per i prelievi alle sorgenti.

Secondo le vigenti disposizioni di legge (l’art.3, comma 3° della legge n°36/94 e dall’art.22, punto 2 del Decreto Legislativo 11.5.1999 n°152 e successive modiche) deve essere garantita la portata del deflusso minimo vitale: pertanto, secondo i presidenti Nardone e De Stefano è improcrastinabile percorrere la strada obbligata della dichiarazione di mancanza del minimo vitale in alveo del Calore al fine di superare una condizione che desta gravissimo allarme per la salute pubblica e l’equilibrio dell’ecostistema: gli elevati prelievi, hanno fatto notare Nardone e De Stefano, sono peraltro incompatibili con il Piano di Ambito delle risorse idriche che ha provveduto a rimodulare quelle del passato in base alle quali erano state autorizzati i “dirottamenti”. Oggi le necessità idriche delle province di Avellino e Benevento, territori di competenza dell’ATO n. 1, sono molto superiori che in passato ed occorre tenerne conto.