Partiamo dalla fine, l'ultima immagine da cui riavvolgere il nastro.

Un tappeto di bicchieri di plastica smosso dal vento, ai piedi del sonic stage, e il silenzio di un

mattino cominciato tardissimo, solleticato dal rollio del loro agitarsi.

È il day after, il Six Day ha appena chiuso i battenti, ma nel vento caldo risuona ancora l'eco di quattro giornate vissute tutte d'un fiato. Basta chiudere gli occhi, abbandonarsi alla danza dei rifiuti non ancora raccolti, e rituffarsi nel sogno delle notti soniche.

Le centinaia di ospiti, giunti da tutte le parti d'Italia, i concerti, per ognuno ci sarebbe da spendere fiumi di inchiostro, lo faranno altri, noi continuiamo a cullarci nel ricordo attutito delle vibrazioni sonore,

assaporandole in religioso silenzio.

E ancora le mostre, dalle foto ai fumetti, dai cortometraggi agli inaspettati a graditissimi work in progress degli amici bolognesi amanti delle strisce.

E i dibattiti, in una stanza affollata e accaldata, due interessanti confronti per affermare che un'altra musica è possibile, anzi è.

Anche dove mai te l'aspetti, anche a dispetto di chi pensa che sia tutta una questione di soldi, marketing, e stronzate varie.

SixDay 2003 è stato tutto questo è molto altro, scriverne a caldo fa quasi male, è come pretendere di ingabbiare un ricordo intenso e vivido in stringhe di parole che mai potranno rendergli giustizia.

Lasciamo il compito di farlo a chi ha più competenze e strumenti di noi, saranno loro a giudicare la qualità del nostro lavoro.

Ci concentriamo quindi sulle sensazioni, sulle mille immagini che ci accompagneranno per i prossimi mesi, l'energia di cui abbiamo bisogno per ricominciare a sognare, progettare, e infine rivivere il prossimo SixDay. Un'energia che, sia ben chiaro, da soli non riusciremmo mai ad accumulare. Ed è questo il motivo per cui queste poche e confuse righe sono prima di tutto un ringraziamento rivolto a tutti quelli che hanno creduto alla nostra follia.

E che anche quest'anno, sempre più numerosi, hanno affollato e colorato il nostro paesino, ridando senso e vitalità a stradine e piazzette che per troppi anni avevano perso la loro funzioni di luoghi di incontro, scambio e contaminazione. Ci piacerebbe ringraziare ogni singolo visitatore personalmente, ma per farlo rischieremmo di scrivere fino alla prossima edizione del SixDay.

Ci congediamo allora con un lungo e caloroso abbraccio, che preservi la magia ed il calore di quello che

è stato, e che rivolgiamo a tutti indistintamente. Un abbraccio che va, ancora più forte, a chi non c'è più, ma continua ad essere con noi, spingendoci a dare sempre di più, perché il suo ricordo possa vivere e crescere assieme ad un evento che, anche per merito suo, si è trasformato da folle progetto

in folle realtà.

INVITIAMO TUTTI A INVIARCI COMMENTI,FOTO E FILMATI DELL'EDIZIONE 2003!

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c/o ACHILLE IANNUCCI

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