La costruzione di fronte al Duomo è abusiva e va abbattuta. - 30-08-03 - Partito Rif. Com. BN

 

 

PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA

Federazione di Benevento

Circolo di Benevento

 

 

 

 

 

Lo scheletro del  Palazzo dei privati in Piazza Duomo è abusivo e deve essere abbattuto.

Inutili i tentativi di accordi politici al ribasso. Bisogna approvare un nuovo Piano Particolareggiato.

 

 

Con la nota pubblicata dalla stampa locale il 22 agosto scorso, il segretario cittadino dell’UDEUR, dott. Luigi Abbate, è intervenuto sulla vicenda di Piazza Duomo. Dopo aver biasimato “la voglia di inciucio e di chiacchiere da comari” che traspare dal dibattito politico beneventano, invece di riferirsi, come sarebbe stato comprensibile, ai velenosi commenti di alcuni personaggi sulle vicende dello IACP o del Fatebenefratelli, lancia un appello al centro-destra affinché si risolvano i problemi che impediscono l’edificazione in Piazza Duomo. Abbate nel tentativo dichiarato di “evitare che il governo del territorio sia fatto dalla autorità giudiziaria che ha già determinato il blocco del cantiere del palazzo dei privati”, invita le forze politiche ad adoperarsi per non perdere il finanziamento concesso dalla Regione Campania per la costruzione in quella Piazza  di altri 9.600 metri cubi di opera pubblica museale.

 

Noi ricordavamo che l’UDEUR, soprattutto attraverso il gruppo consiliare a Palazzo Mosti,  si era dichiarata contraria allo stravolgimento dei Piani Urbanistici per quella importante parte del centro storico e quindi alla completa cementificazione di quella Piazza, e per questo la posizione di Abbate ci ha colto di sorpresa. Neppure riusciamo a capire quali fatti nuovi abbiano determinato questa “apertura” soprattutto verso le ragioni di Alleanza Nazionale. Quest’ultima, infatti, attraverso il capogruppo al Comune di Benevento, Paolucci, ha immediatamente accolto l’invito dell’UDEUR, sottolineando che l’azione della magistratura rischia di vanificare gli interventi che il suo partito è stato capace di imporre per quell’area.

 

Rifondazione Comunista ha sempre coerentemente sostenuto che gli atti  adottati dal Comune di Benevento, ad iniziare dalla famigerata delibera 170 del 23 marzo del 1999, sono illegittimi se non, addirittura, illeciti. Quegli atti sono stati adottati al fine di vanificare i piani urbanistici che prevedevano la  piazza,  per poi costruire un palazzo privato affiancato da una presunta opera pubblica dinanzi alla cattedrale. Oggi la illegittimità di quella delibera è sta accertata da due consulenti del Tribunale di Benevento e i reati di violazioni edilizie ed abuso di ufficio sono stati contestati dal sostituto procuratore della Repubblica, il dott. De Falco, a 29 tra assessori, tecnici e componenti le commissioni edilizie del Comune di Benevento.

 

Circa un mese fa, inoltre, lo stesso capogruppo di AN, l’avvocato Paolucci, aveva definito, “risibile” quella inchiesta, affermando addirittura che la perizia del consulente del giudice fosse meritevole di denuncia  alla Corte dei Conti perché erano stati utilizzati soldi pubblici per sostenere accuse infondate.

 

Alleanza Nazionale non ha rispetto per il ruolo e il lavoro della Magistratura, perché  è  troppa  la preoccupazione degli uomini di Viespoli di difendere, in tutti i modi e a tutti i costi, una operazione presentata come grande impresa culturale e che invece si rivela a tutti come un arrogante tentativo di imporre una soluzione nell’interesse dei privati a danno degli interessi pubblici. La delibera 170/99 è acclaratamente illegittima e quindi sono illegittimi tutti gli atti conseguenti, compresi la concessione edilizia rilasciata al Consorzio Cepid per la costruzione del Palazzo in Piazza Duomo e tutti gli atti relativi al concorso di progettazione “farsa” per il presunto Museo.

 

Il dottor Abbate è sicuramente a conoscenza del fatto che il cantiere in Piazza Duomo non è al momento bloccato dal magistrato e neppure vi è sospensione dei lavori da parte del Comune di Benevento: sono i proprietari del Consorzio ad aver deciso di non continuare a costruire per motivi che sono ancora tutti da chiarire ufficialmente. Ed è proprio l’arbitrio del Consorzio Cepid a mettere seriamente in pericolo il finanziamento di un miliardo delle vecchie lire assegnato dalla Regione Campania agli inizi del 2001. Il Comune di Benevento, per ricevere il contributo, avrebbe dovuto presentare subito il progetto esecutivo della struttura museale ed avviare i lavori. Ad oggi, invece il Comune non ha neppure presentato il progetto redatto dagli architetti vincitori del Concorso di progettazione, dichiarando ufficialmente di non aver ricevuto l’assenso da parte dei proprietari del Consorzio Cepid. Questo episodio chiarisce il potere che essi hanno in mano, poiché continuano ad imporre all’Ente pubblico di non approvare un progetto che è costato già alla collettività centinaia di milioni, facendo perdere anche i finanziamenti pubblici.

 

Di certo quei proprietari non hanno ceduto al Comune le aree sulle quali era prevista la costruzione della struttura museale. Questo è un altro fatto molto grave. Il Comune di Benevento ha autorizzato la costruzione del palazzo privato su un suolo che in parte è dello stesso Ente pubblico, mentre i privati, al contrario, non hanno mai ceduto al Comune le aree sulle quali realizzare l’opera pubblica.

 

Il Comune si è “fidato” di un generico impegno a cedere (ma senza indicazione dei tempi e delle precise condizioni) da parte dell’assemblea dei soci di quel consorzio, assemblea cui erano presenti solo 3 soci su 16. Essi, rappresentando una risicata maggioranza di quote millesimali, si sono impegnati a cedere al Comune le proprietà di una parte dei consorziati per realizzare una piazza, in cambio della autorizzazione a costruire un Palazzo privato sui suoli di alcuni di loro e dello stesso ente pubblico. E’ questo insostenibile groviglio di atti illegittimi e di accordi contestati a determinare il blocco dei lavori e la perdita dei finanziamenti, non certo l’opposizione di chi si batte per la riqualificazione vera del centro storico né l’azione della magistratura, che punta a ristabilire la legalità violata.

 

Bisogna doverosamente sottolineare, infine, che nessun accordo politico potrebbe sanare le illegittimità e irregolarità pregresse e in corso di accertamento. La politica e la magistratura hanno due ambiti di azione diversi e non sovrapponibili. Ricordiamo questo fondamentale principio dello stato di diritto, soprattutto noi che ci opponiamo alla privatizzazione della cosa pubblica operata dal cavalier Silvio Berlusconi. Lo scheletro di cemento armato realizzato  di fronte al Duomo è semplicemente abusivo, e pertanto va abbattuto. La delibera 170 e  tutti gli atti conseguenti sono illegittimi, e quindi devono essere annullati, per poi ridefinire il nuovo Piano Urbanistico per quella importante area che, lo ricordiamo, rappresenta il cuore della città. Il finanziamento della Regione, che certamente non deve andare perduto, può essere utilizzato per altri scopi, come, per fare solo qualche esempio, la sistemazione dell’area archeologica della vecchia Basilica di San Bartolomeo e il recupero del rione Triggio.

 

Benevento, 30 agosto 2003

 

 

Rita Marinaro, segr. PRC Benevento

Gianluca Aceto, segr. Prov. PRC