E li chiamano "zingari"... - 09-08-03 - Giovanni Forgione |
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Le convinzioni, le nostre, spesso fanno più male dell'ignoranza. La nostra vita, accumulando esperienze, costruisce un "monumento sacro" fatto di certezze forti e, difficilmente, un interlocutore può scalfire questo totem di cemento armato.
Il preambolo, può apparire con contenuti scontati. Questo mio intervento, invece, vuole "graffiare" e demolire (se ci riesce) quelle convinzioni che nella nostra mente non temono rivalità. In breve, vi racconto la storiella che si riferisce ad un fatto realmente accadutomi stamattina 9 agosto 2003.
Definire "imbecille" un simile essere umano è come fargli un complimento. La mia macchina era in moto, davanti alle strisce pedonali, in attesa, non stavo parlando con nessuno e quindi, non ostruivo il traffico per motivi personali.
Vengo al dunque.
Alla parola "zingaro" ancora oggi la maggior parte della popolazione associa una serie di comportamenti incivili che "disturberebbero" lo sviluppo del grado di civiltà nella nostra cittadina.
E' ora di finirla con queste esasperazioni di stupidità.
La maggior parte di extracomunitari residenti a Telese ha molto da insegnarci nel campo sociale e civile. Telese vede residenti di ogni nazione e di ogni continente (escluse l'asia e l'australia). L'ottusità borghese di qualche cittadino, ancora "eleva" la propria casta tentando di scavalcare chi, più sfortunato, è stato costretto a lasciare il luogo natìo.
Probabilmente, l'autista che stava ammazzando il cane è di buon cuore, ha sbagliato e la pensa come me; il suo gesto però è giustificato da una parte di telesini "razzisti" che ancora parla con disprezzo di "zingari" e di marocchini senza rendersi conto delle proprie (limitate) condizioni intellettive.
In conclusione, per fare una battuta e per sdrammatizzare, " L'ultimo cane degli zingari, (che attraversava sulle strisce pedonali) era più civile ed umano di un automobilista con la patente piena di punti".
Abito in Via Leopardi, a contatto con il Seneta; proprio il "torrente" mi divide da una comunità di "zingari" residenti dietro la Chiesa Parrocchiale. Quotidianamente, da due anni, osservo dal balcone, contemporaneamente, la civiltà della vita agreste dei "signori De Rosa" e l'inciviltà di chi ha la responsabilità di pulire il torrente ridotto a cloaca.
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