A proposito di "rrine" e di strenne |
La strenia
In questo periodo dell'anno torniamo inevitabilmente a parlare di
"Rrina" ovvero di un canto augurale eseguito di porta in
porta da tempi immemorabili. Spesso, per fortuna, diamo vita
ad iniziative tendenti a rinverdire questa tradizione che,
comunque finiscono, nonostante le migliori intenzioni, per
snaturarla in parte. 'A rrina, oggi, infatti, non viene più
cantata di porta in porta (se non molto raramente) per guadagnarsi
il dono ossia la strenna, dalla quale deriva il
sostantivo dialettale, ma viene eseguita spesso in corteo per le
strade del paese, nuova usanza comunque lodevole. Ma da dove ha
origine il sostantivo italiano strenna?
L'usanza di cantare 'a rrina per le case del paese potrebbe invece
avere avuto origine da uno scopo "meno nobile e più
pragmatico" ovvero dal desiderio di guadagnarsi qualcosa
da mangiare in cambio dell'augurio e della serenata. Quella di
guadagnarsi la pagnotta attraverso il canto, nonostante si dica
comunemente che "carmina non dant panem" è, infatti,
un'arte antica. C'è sempre stato qualcuno nella storia, ancor prima
che venisse inventato il diritto d'autore, che ha sempre cercato di
sbarcare il lunario cantando, ora le lodi sperticate del potente o
del tiranno di turno, ora facendo appello al sentimento, ora usando
il canto come formidabile arma di ricatto (vedi il grande
Velociu).
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