Agli eroi per non dimenticare

                      

   In altre pagine del sito ho avuto già modo di ricordare i caduti caccuresi della Prima e della Seconda guerra mondiale (ma l'omaggio ovviamente va esteso a quelli di tutta la Calabria, di tutta l'Italia e di tutto il mondo), ragazzi giovanissimi mandati al massacro spesso per motivi incomprensibili o, almeno, per controversie che si sarebbero potute risolvere pacificamente senza innescare le più grandi carneficine della storia dell'Umanità. Purtroppo allora non avevamo quella che è considerata una delle migliori costituzioni al mondo nella quale è scritto chiaramente che "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" (art.11).
   I nostri giovani furono quindi eroi per forza di guerre di cui avrebbero fatto certamente volentieri a meno, ma non per paura perché in quei frangenti non si ha tempo per aver paura, ma perché ripugnava loro come ripugna a ogni persona normale, uccidere i propri simili, uomini in carne e ossa che nemmeno conoscevano e con i quali non avevano mai avuto screzi o rivalità. Costretti alla guerra, però, seppero assolvere il loro dovere così come imposto dai loro superiori con onore, valore e ardimento, doti che ottennero poi riconoscimenti vari. 
   In questa pagina, assieme al generale di corpo d'armata Antonio Rizzo, eroe del Piave, alla medaglia d'argento Maurizio Sgrò, al tenente degli arditi Vincenzo Ambrosio, agli sfortunati fratelli Dardani, a Carmine Rugiero, voglio ricordarne degli altri. 

 

                                                                           Francesco Blaconà

    Francesco era nato a Caccuri nel 1880 da Giovanni e da Luisa Quintieri.  Giovanissimo sposò Alfonsina Chiodo e dal matrimonio nacquero i figli Giovanni,  Luisa e Salvatore che combatté anch'egli in Etiopia, nei primi anni '30  e nell'Egeo nel corso del secondo conflitto mondiale.  Chiamato alle armi quando aveva già compiuti i 35 anni, Francesco fu assegnato alla 3^ compagnia del 21° Reggimento fanteria che, nella giornata del 5 agosto del 1917, in località Casa  Bestini,  fu sottoposta ad un intenso tiro di artiglieria da parte degli austriaci. Francesco, colpito dalle schegge di una granata, spirò alle 15,17 dello stesso giorno tra le braccia dei compagni.

       
Cartolina spedita da Francesco Blaconà  al figlioletto per gli auguri natalizi

Poco dopo la morte la famiglia ricevette, per il tramite del podestà del paese, la foto pubblicata  qui sotto,  inviata dal colonnello comandate Francesco Giangreco che si premurava di far sapere che una copia della stessa era stata inserita fra quella degli altri eroi caduti in battaglia. 


    
                                
Francesco Blaconà                                                            Diploma alla memoria di Francesco Blaconà (1880 - 1917)

   Con Regio decreto n. 2006 del 19 gennaio del 1918 gli fu assegnato il Diploma alla memoria a firma del re Vittorio Emanuele III che ne ricordava il sacrificio per la Patria.

 

Altri combattenti caccuresi della Grande guerra furono il prof. Francesco Pasculli, il rev. Sabatino Giuseppe Pitaro, mastro Giuseppe Gigliotti, Maurizio Amato e altri di cui non abbiamo purtroppo notizie.

  Maurizio Amato                
                                                                                                            Maurizio Sgro, medaglia d'argento

  
                                                                                       
Vincenzo Larocca

     Approfitto di questo spazio per un  omaggio a un altro eroe della Grande guerra, anche se non caccurese, ma legato, per ovvi motivi, a Caccuri. Si tratta di mio suocero Vincenzo Larocca, badolatese, classe 1897, chiamato alle armi non ancora diciottenne. Durante un assalto sul Monte Santo, in provincia di Gorizia, mentre centinaia di compagni gli  cadevano attorno sotto il fuoco di sbarramento nemico, fu colpito da una scheggia al polmone, ma riuscì a salvarsi, anche se rimase a lungo in pericolo di vita e invalido per sempre.  Fu uno dei  soli tre superstiti della sua compagnia composta quasi interamente da soldati meridionali.

Vincenzo Larocca

 
                        Onorificenza di Vincenzo Larocca

    Per i suoi meriti, oltre all'onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto, venne decorato con due croci di guerra e tre medaglie commemorative.

Ringrazio il mio carissimo amico d'infanzia e compagno di tante avventure, Franco Blaconà per i materiali e le notizie sul nonno che mi ha fatto gentilmente pervenire.