Talk show
 

                                                                      

       Accidenti all’estate che si porta via tutti quei bellissimi e interessantissimi talk show (traduco per gli ignoranti: parrasuni) dei nostri pomeriggi televisivi. Quanto ci mancavano! A momenti andavo in crisi di astinenza. Che bello ora che col ritorno dell’autunno sono tornati sulle reti pubbliche, private e a mezzadria,  anche questi programmi vivaci, allegri, intelligenti, interessanti. Finalmente potremo tornare a soddisfare la nostra morbosa curiosità, risentire ancora l’odore del sangue, conoscere tutti i minuti dettagli degli omicidi, degli stupri, degli squartamenti, degli incaprettamenti con i quali giornalisti e conduttori ci deliziano ad ogni ora del giorno e della notte.
      Per queste nuove edizioni ogni conduttore ha rimpinguato la task force di esperti, criminologi, psicologi, veggenti, preti, fattucchiere, cuochi, astrologhi, tuttologi, sfaccendati e svampite pronti a esaminare ogni minimo particolare dei fatti di sangue,  anche quelli meno noti,  più reconditi, più insignificanti. Ogni conduttore poi è coadiuvato da nugoli di inviati speciali sguinzagliati nei paesi teatro degli squartamenti, nelle case delle vittime e in quelle degli assassini, delle nonne, delle zie, dei compagni di scuola, all’uscita dei supermercati, nei bar, negli oratori per raccogliere i commenti del prete che battezzò l’assassino, della balia che gli dava la poppata e gli faceva fare il ruttino, del salumiere dove andava a comperare la mortadella che gli piaceva tanto, degli amici al bar con i quali giocava a scopone e beveva un ventino, insomma per ascoltare la gente e raccogliere quanti più elementi possibili per ricostruire la personalità del criminale, i suoi tic, le sue paranoie, ma anche per chiedere alla madre della  vittima cosa ha provato quando ha saputo dell’orrenda morte della figlia o del figlio. Dopodiché la conduttrice o il conduttore fa il giro degli esperti in studio per conoscere il loro autorevole pensiero sul fatto di cronaca, sui risvolti dell’insano gesto, sui motivi imperscrutabili che potrebbero averlo determinato.    
     Così si scopre che l’assassino la sera prima aveva cenato con peperoni fritti e insalata di pomodoro condita con aglio e origano. Ciò è sufficiente al cuoco in studio per individuare la possibile causa del misfatto nel pessimo umore dell’assassino al mattino, dopo una notte insonne passata a cercare inutilmente di digerire la frittura e a reprimere i rutti provocati dell’aglio e dall’origano nell’insalata. “ Condire l’ insalata di pomodoro con l’aglio e l’origano è da criminali, conclude lo chef, è una cosa che fanno solo i calabresi che, infatti, come ha dimostrato Lombroso, hanno l’innata tendenza a delinquere.”  Allora il prete stigmatizza l’ immoralità del soggetto che la sera, invece di mantenersi leggero, si ingozza di frittura e insalata cedendo peccaminosamente ai piaceri della gola fino a trasformarsi in feroce assassino per il quale, comunque, invoca il perdono divino. Ma l’astrologa, invece,  non ha dubbi nell’individuare la causa del delitto nell’influsso malefico della luna di traverso che incrocia l’orbita di Marte, il dio della guerra adirato con Mercurio che gli ha rifilato un bidone.
     A questo punto, mentre i collegamenti con le decine di inviati si infittiscono e si accavallano con gli inviati che ci raccontano gli ultimissimi sviluppi di tre anni prima, in studio esplode il chiacchiericcio degli esperti che si azzuffano, si accapigliano, se ne dicono di tutti i colori cercando ognuno di  far prevalere il suo inutile punto di vista e le sue cervellotiche considerazioni. Il criminologo sviscera tutti gli aspetti della personalità dell’assassino, un individuo che nella vita ha dovuto subire molte privazioni, ma al quale non è mancato niente, represso da genitori, insegnanti, superiori, ma anche viziato dai nonni e coccolato, introverso, ma anche capace di socializzare con amici e compagni che alla fine non capisci se si sta parlando dell’assassino o del PD di Veltroni.  Ma  la prima serata già incombe con i suoi inesorabili e terrificanti palinsesti per cui la conduttrice  deve dare la linea ai suoi colleghi già contornati dagli stessi ospiti di prima sgattaiolati dallo studio mentre lei sta ancora salutando i telespettatori e già assisi nello studio accanto pronti a cambiare rapidamente, senza imbarazzo e senza vergogna, argomento, grazie alla loro preparazione in “tuttologia”. Allora la sacerdotessa televisiva ci dà appuntamento al pomeriggio successivo per esaminare  con nuovi ospiti (reclutati fra quella ventina, sempre gli stessi, che ruotano per decine di talk show - parrasuni), gli ultimissimi sviluppi del caso conosciuti già cinque anni prima. E noi non vediamo l’ora che arrivi il pomeriggio successivo mordicchiandoci le unghie per l’impazienza e attrezzandoci di tutto punto con bibite, noccioline e biscottini da sgranocchiare per piazzarci comodamente davanti alla tv e inebriarci ancora di sangue fresco e rappreso e di discettazioni criminologiche.