Delitto nella notte

 

 

All’improvviso, nel cuore della gelida notte, l’agghiacciante grido di dolore svegliò gli abitanti del Pizzetto. Il vento mugolava rabbioso negli stretti violetti, mentre qualche fiocco di neve raggiungeva, ogni tanto, il suolo sciogliendosi lentamente.

Giuseppe si svegliò col cuore in tumulto, si mise a sedere nel letto guardando in modo interrogativo la moglie terrorizzata. Rimasero entrambi in ascolto. Anche nelle case vicine succedeva qualcosa del genere. Alcuni si avvicinarono alle finestre per ascoltare meglio i rumori che provenivano dall’esterno. Passarono un paio di minuti nel più completo silenzio, poi, mentre già in molti si apprestavano a tornare tra le coltri per vincere il freddo pungente che penetrava in quei poveri tuguri dagli infissi sconnessi, un secondo, prolungato urlo, questa volta di paura, convinse anche i più increduli, che qualcosa di terribilmente grave era accaduto e che un qualche sconosciuto accidente veniva a turbare la tranquilla vita del borgo. L’atroce sospetto divenne certezza quando una voce concitata cominciò a gridare: “Accorrete, accorrete, gente, è morto, è morto, presto, accorrete!”

Giuseppe balzò dal letto, si infilò i pantaloni, si buttò addosso il liso pastrano militare col quale si riparava dal freddo, afferrò un tizzone mezzo spento nel caminetto e che gli serviva per farsi un po’ di luce nelle strade buie, spinse la “menzaporta” e uscì di casa. Udì ancora la voce di prima quasi in cima alla salita per la piazza e si diresse da quella parte. Altre ombre sbucarono dalla Judeca, dalla Porta Piccola; altre scesero dai Mergoli, da via Buonasera. Qualche attimo dopo una piccola folla si era raccolta davanti la casa di Marietta. Una scena raccapricciante si presentò allora agli occhi dei Caccuresi che tremavano per il freddo e per la paura: il chiarore incerto  della lanterna che Battista reggeva con mano tremante, mentre, ancora inebetito, ripeteva meccanicamente “E’ morto, è morto!”, illuminava il corpo senza vita di Luigi Antonio accasciato sul selciato, le spalle appoggiate al muro della casa, le gambe leggermente divaricate, il capo reclinato a sinistra, gli occhi sbarrati dal terrore e dalla sorpresa e un coltello piantato nel cuore. Un rivolo di sangue non ancora rappreso, nonostante il freddo della notte, gli colava dal petto andando ad arrossare le pietre della via.

Sui volti della gente si poteva cogliere l’orrore per quell’omicidio che veniva a turbare la tranquilla vita del paesino. Chi poteva aver concepito e attuato un delitto così crudele? Chi avrebbe potuto avere interesse ad uccidere così barbaramente il povero Luigi Antonio, un giovane che tutti stimavano e proprio alla vigilia della partenza per l’America in cerca di fortuna? Eppure qualcuno lo aveva ammazzato! L’angoscia e lo sgomento opprimevano i presenti.

All’improvviso, forse avvisati da qualcuno, da piazza Umberto scesero i carabinieri. Due di loro rimasero di guardia al morto spintonando e allontanando i presenti, gli altri tre, insieme al maresciallo, bussarono energicamente alla porta di Marietta che, stranamente, nonostante il trambusto che aveva certamente svegliato tutta la famiglia, era rimasta serrata.

L’uscio si aprì e i carabinieri entrarono. Passò qualche minuto, la porta si spalancò e ne uscì una strana processione: Marietta, il padre, Domenico, il fratello, la madre, tutti legati a una catena, seguivano il maresciallo che apriva il corteo, mentre gli altri tre carabinieri li scortavano.  Il maresciallo si avvicinò a Battista e gli intimò di seguirlo in caserma. I due carabinieri lasciati di guardia al cadavere fecero indietreggiare ancora un po’ la folla attonita, mentre si udiva da lontano, verso il Vincolato il pianto straziante dei parenti del morto che accorrevano sul luogo del delitto.  

 

 

 

Il giorno dopo l’intero paese seppe quello che era successo e il movente del delitto. Luigi Antonio aveva sedotto e messo incinta Marietta, ma, costretto dai parenti a rifiutare il matrimonio riparatore e a emigrare in America, doveva imbarcarsi, due giorni dopo, sul piroscafo che lo avrebbe portato a Nuova York. Marietta lo aveva saputo e gli aveva chiesto un ultimo colloquio prima di separarsene per sempre. Lo aveva atteso sull’uscio di casa sua poi, mentre lo baciava appassionatamente, gli aveva piantato nel cuore il coltello che il padre le aveva consegnato intimandole di lavare nel sangue l’onore lordato. E Marietta si era trasformata in una spietata assassina.

 

Giuseppe Marino

                     Home