Iniziativa
della Fondazione E. Berlinguer di Crotone Ricordiamo Maria Teresa Ligotti |
"Maria Teresa andava utilizzata meglio dal Partito, per le sue competenze, la sua serietà nell'impegno politico e istituzionale, la sua sua coerenza. Ma forse è stata penalizzata proprio per la coerenza. La coerenza non sempre paga, a volte è motivo di emarginazione." Con queste parole Mario Oliverio, presidente della Provincia di Cosenza ha chiuso il suo intervento in memoria di Maria Teresa Ligotti, consigliere regionale negli anni '80 deceduta lo scorso 6 dicembre a Roma e commemorata nel corso di una cerimonia organizzata dalla Fondazione Berlinguer sabato 18 gennaio in un'aula consiliare del Comune di Crotone gremita in ogni ordine di posto. Al tavolo degli oratori il presidente della Fondazione Giuseppe Corigliano, Francesco Samà, ex deputato del PCI e amico da sempre di Maria Teresa, il sindaco di Crotone Peppino Vallone che ha ricordato la dirigente comunista per quel poco che l'ha conosciuta e l'amica di sempre Pina Alosa, compagna di studi e di università, oltre che di partito della defunta, come ha ricordato nel suo commosso intervento che ha fatto seguito a quello di Pepè Corigliano e di Vallone.
Ho conosciuto Maria Teresa Ligotti verso la metà degli anni '70 quando, giovane dirigente del PCI, entrai a far parte del Comitato Federale prima e del Direttivo provinciale poi. Da allora rimasi colpito da questa donna rigorosa nel suo lavoro politico, competente, estremamente disponibile all'ascolto e sempre pronta a dare una mano per la soluzione dei notevoli problemi politici prima, amministrativi poi quando, nel 1980, conquistammo e amninistrammo per dieci anni il Comune di Caccuri. Maria Teresa all'epoca era il nostro anello di congiunzione tra il Comune e la Regione, così come Mario Sperlì lo era con la Provincia di Catanzaro.
Fu anche grazie a lei, al suo
impegno, ai suoi consigli, al suo supporto competente, qualificato,
appassionato di quella passione che animava amministratori,
parlamentari e dirigenti delle organizzazione di massa comunisti, che
riuscimmo a realizzare tante opere e fornire tanti servizi ai
cittadini. Ma Maria Teresa l' "aristocratica" come la definì
affettuosamente il senatore Pasquale Poerio e come l'ha definita anche
il fratello Luigi, aveva anche la grandissima dote di fare tutto ciò
in modo naturale, con discrezione e pudore, senza aspettarsi niente in
cambio, né onori, nè riconoscimenti politici, lieta di poter essere
utile al suo partito e alle popolazioni locali, dimostrando di
essere davvero un'aristocratica nel senso di "migliore",
secondo l'etimologia greca. E discreta, sobria, umile,
Maria Teresa ha voluto esserlo anche nella morte, disponendo che i suoi
funerali fossero strettamente privati e che l'annuncio della sua
scomparsa fosse dato solo molto tempo dopo, a esequie avvenute.
|