Ho appreso questa
mattina la ferale notizia della morte del mio carissimo amico Orlando
Girimonte. Orlando era malato da tempo, ma ho sempre sperato che
riuscisse a vincere il male che lo aveva minato e che, purtroppo, ce lo
ha strappato.
Conoscevo Orlando Girimonte come si può conoscere
qualsiasi paesano in un piccolo paese; una persona che si incontrava per
strada, che ti salutava gentilmente, anche se aveva più anni di te e alla
quale portavi rispetto. Da fanciullo ero rimasto affascinato dalle sue
macchiette, dalla celeberrima Ciccio Formaggio, a Sono un dottore,
a Chi era nel mio letto?, alle farse che ci regalava negli
anni '50 e nei primi anni '60 quando si esibiva con Gli artisti
associati di Peppino Iaconis o con altri gruppi occasionali. Il classico
timbro della sua celebre voce di basso mi era rimasto nelle
orecchie e nel cuore, così come il ricordo della sua interpretazione di
Caifa nei primi Giudei ai quali assistetti da ragazzino, ma la
conoscenza di quest'uomo speciale si fermava qui.
Orlando
Girimonte (primo da sinistra) con un gruppo di amici nel 1950)
Nel 1980 ebbi poi l'incommensurabile piacere di lavorarci
gomito a gomito nella Giunta di sinistra chiamata ad amministrare il
paese, assieme al sindaco del tempo, Totò Lacaria, a Peppino
Loria, a Giovanni Scarcelli e solo allora potei apprezzare le grandi
doti di quest'uomo generoso, disinteressato che aveva come unico
obiettivo quello di fare qualcosa di utile per il suo paese senza
nulla pretendere e senza altri scopi. Ricordo la gioia immensa del
grande Orlando quando, tre giorni dopo l'insediamento della nostra
giunta riuscì a ridare l'acqua al rione Parte assetato da dieci anni
andando a scovare, lungo la rete idrica, una saracinesca bloccata. Da
allora egli fu sempre il braccio operativo della giunta, sempre presente
in Comune e per le strade a risolvere i piccoli, grandi problemi di
quell'esaltante stagione politico - amministrativa. Qualcuno, forse
pensando di denigrarlo, gli affibbiò il soprannome di Zamberletti,
il sottosegretario padre della Protezione civile. Forse
pensava in tal modo di stigmatizzarne l'attivismo, non
immaginando, nemmeno lontanamente, che quel soprannome finì per
costituire la migliore gratifica per il prezioso, intenso lavoro al
servizio della collettività di Orlando Girimonte.
Da allora, per diversi anni, Orlando, vero e proprio pozzo
inesauribile di cultura, tradizione e folklore caccurese, divenne
l'animatore e la vedette delle nostre decine e decine di piacevoli, innocenti,
indimenticabili, defatiganti serate in quel di Zifarelli con gli amici
più cari come gli indimenticabile Renzo Fornaciari e Peppino
Nesci.
Orlando Girimonte oltre che un bravo cantante e un profondo
conoscitore della cultura popolare caccurese, fonte preziosa per le mie
ricerche in materia, era anche un bravo attore ed un valente musicista.
Addio, Orlando, e scusami se, in questi ultimi tempi,
con tutti i miei problemi di famiglia non ho potuto esserti vicino come
avrei voluto. La tua dipartita lascia in tutti noi un vuoto profondo, ma
i valori, l'esempio, i momenti belli che hai saputo e voluto regalarci
quelli li porteremo sempre nel cuore. Il tuo ricordo ci accompagnerà
nel nostro cammino futuro.
Grazie, Orlando, e addio per sempre.
Peppino
Voglio
in questa dolorosa circostanza far pervenire ai figli Pasquale e Luisa,
ai nipoti Peppino, Pasquale ed Enzo Noce, Salvatore Secreto, Lina
Scigliano, Francesco e Orlandino e a tutti gli altri parenti le più
sentite condoglianze.
Peppino Marino
Arrivederci,
Orlando
Caro Peppino, un semplice e affettuosissimo pensiero per l'amico Orlando Girimonte, uomo di poche parole ma di grande umanità...
Lo ricorderò per sempre con quell'eterno mezzo sorriso, a volte sarcastico, sulle sue labbra... Questa mia per ringraziarlo degli insegnamenti di vita che mi ha trasmesso, magari inconsapevolmente.
Un abbraccio a Pasquale e Luisa.
Fausto Pirito
ZIO ORLANDO
La
memoria é come un cagnolino un po' rimbambito a cui lanci un oggetto e
ti riporta indietro tutt’altro. La mia di memoria confonde fatti,
volti, date e luoghi. La memoria é selettiva, ricorda ciò che vuole
“e più non domandare”, perché ti risponde con un’altra domanda
La
ragione chiede lumi, bussa alla porta con i suoi perché, svela le ombre
che accompagnano la vita di ciascuno di noi, sminuzza i percorsi, é
capace di fare un ritratto, preciso nei suoi contorni, ma ignora
l’anima, ti consegna la radografia ma non i palpiti, le emozioni.
No,
la ragione oggi non mi serve granché. La costruzione di un mito fa leva
sull’irrazionale, sull’esaltazione delle virtù, sull’occultamento
dei difetti, delle viltà a cui nessuno sfugge. Ed il giusto
equilibrio non si trova neanche a bocce ferme, quando si é spenta la
vita.
E fin da
bambino, l’essere tuo nipote, era per me fonte d’orgoglio e di
vanto. Si, sono il nipote di mastro Orlando, come lo chiamava Carlo, il
suo amico di sempre.
Protagonista
del tuo tempo, del tuo paese, amatissimo zio Orlando, la sorte mi aveva
fatto dono di far parte della stessa famiglia. E di questo ne andavo
fiero.
Venire
a Caccuri era per me anche e soprattutto, non me ne vogliano gli altri
parenti ed amici che sono anch’essi parte fondamentale dei miei
affetti, ritrovare a zio Orlando, il suo volto, le sue canzoni, la sua
voce, i suoi silenzi, le messe in latino, le processioni, i giudei, il
suo impegno civile, il suo affacciarsi ai Mergoli, la sua capatina alla
forgia.
Le
cene di Capodanno in casa della nonna Luisa, la tavola imbandita ed io
in mezzo, tra Savino, Antonio e zia Memena portando piatti, pietanze ed
il suo sorriso.
E
gli strumenti che, come soldatini ubbidienti, ad un tuo cenno,
cominciavano a scandire le note della tua ‘rrina. Ed io che cercavo di
imitare il tono della tua voce, i tuoi gesti impossibili da imitare.
Ti
trascinavi per la casa come un ispettore delle tasse, piú serio ed
assente di un fantasma, attento alle cose minime, timoroso perfino dei
tuoi passi e del buio. Tu che avevi il terrore di salire sulla ruota
panoramica di una giostra e sei salito su un aereo per assistere al
primo compleanno di mio figlio. Le hostess ancora ricordano le tue
grida.
Ecco,
la notte ed il giorno, la vita privata e la proiezione pubblica,
socialismo e chiesa. In casa il silenzio,nell’agorá, nella piazza,
l’artista, il fabulatore, colui che ti faceva scompisciare, che ti
faceva ridere fino alle lacrime.
E
questa evidente schizofrenia era parte di te, ti si perdonava, si
accettava come fosse una maschera, una interpretazione in più delle tue
celebri macchiette.
É
piú semplice e meno faticoso ricordare l’epilogo e non il principio
di una esistenza, di una storia. Io tengo per me, come in uno scrigno,
tutti i momenti piú belli. É una medicina che mi sento di consigliare
a tutti.
Non
posso accompagnarti nell’ultimo viaggio, ma adesso stringo a me la
chitarra e provo a cantare una tua canzone.
Ciao,
zio. Riposa in pace.
Rino
Girimonte (Salvatore Secreto)
Addio caro Orlando, riposa in pace e vai ad incontrare il tuo amato Antonio e la tua
Memena.
Giovanni Lacaria
A Luisa:
ci uniamo al tuo dolore e ti siamo vicini per la scomparsa di zio Orlando
Lina, Luisa, Totò, Gianni, Mauro, Rosa e Luca
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