Marmellata di giuggiole
 

     Alzi la mano chi non è mai "andato in brodo di giuggiole" oppure non ha mai sentito questa espressione di origine toscana che equivale all"andare in sollucchero", godersela beatamente, morire di gioia. Eppure molta  gente non conosce ancora la giuggiola, questo frutto meraviglioso che ha una sacco di proprietà terapeutiche.  I frutti del giuggiolo (Ziziphus jujuba)  sono infatti epatoprotettori, abbassano il livello di colesterolo nel sangue, sono antipiretici, antinfiammatori e, grazie alla presneza di zuccheri e mucilllaggini, sono anche emollienti ed espettoranti. Trasformati in decotto combattono le infezioni della bocca e dell'apparato respiratorio.
    Questa meravigliosa pianta (attenti però quando vi ci avvicinate perché ha spine molto acuminate) cresce un po' dappertutto essendo, fra l'altro, molto resistente alle basse temperature, ma è molto diffusa nel reggino dov'è conosciuta col nome di
zinzamo. La città italiana, comunque considerata "la capitale delle giuggiole" è Arquà Petrarca. Habitat ideale per gli "zinzami" è comunque anche il nostro paese, infatti a Caccuri cresce magnificamente e una volta messa a dimora una pianta poi bisogna sudare sette camicie per impedire che tutto il terreno si riempia di altre piantine.
    Dicevamo del brodo di giuggiole, un liquore eccezionale non molto difficile da prepare, ma con le giuggiole si prepara molto più semplicemente anche una squisita marmellata che vale davvero la pena assaggiare. Io me la preparo ogni anno con i frutti racolti nel mio orto di Zifarelli con poche semplici operazioni che descrivo di seguito.

                                                                                Preparazione

Raccogliere le giuggiole, lavarle e denocciolarle accuratamente riponendole in un contenitore. Passarle velocemente in un frullatore e riporle di nuovo in un contenitore versandovi sopra una quantità di zucchero pari circa ai 3/4 del loro peso e lasciare riposare per un paio d'ore.

   

Mettere il recipiente sul fuoco aggiungendo un bicchiere d'acqua e, a piacere, la scorza grattugiata e il succo di un limone (io non la metto) e fare cuocere la marmellata a fuoco dolce mescolando continuamente fin quando la marmellata non si addensa.

Quindi metterla ancora calda in vasetti di vetro chiusi ermeticamente, riporli capovolti in un cantuccio e lasciarli raffreddare.

    

Spalmare la marmellata sul pane o sulle fette biscottate e buon appetito.