L'Italia Meridionale Bizantina

              Convegno della Fondazione Terzo Millennio 12 agosto 2009


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La vostra stessa presenza qui, oggi, in Santa Maria del Soccorso, un luogo che già da solo parla di un passato recuperato, è un atto di fede nella sostanziale e incoercibile vitalità della cultura,  è graziaddio testimonianza di una disposizione di tutt'altra levatura intellettuale e culturale; è insomma un piccolo - grande connotato di sicura speranza." Questo, secondo il professore di Letteratura italiana della Facoltà di lettere della Terza Università di Roma, è il senso del convegno su "L' Italia Meridionale Bizantina - IX - XI secolo promosso dalla Fondazione Terzo Millennio  lo scorso 12 agosto all'interno di una splendida Chiesa di Santa Maria del Soccorso recentemente restaurata per merito, soprattutto,  del parroco Don Girolamo Ronzoni, da anni impegnato in quest'opera meritoria come è stato più volte sottolineato. Il professore emiliano per nascita,  ma che si sente "calabro - bizantino mazzosangue" per le sue origini caccuresi, come ha tenuto a precisare, ha polemizzato  con quei ministri della Repubblica e parlamentari che negano o sminuiscono il valore della cultura e della storia dell'Umanità dei periodi  anteriori al Novecento, rivendicando con forza l'importanza della storia e della letteratura del passato.
   Si è trattato di un convegno forse un po' improvvisato e che non ha sviscerato  a fondo, né approfondito adeguatamente il tema proposto, ma non per questo poco interessante Ciò anche grazie alle dotte dissertazioni del professore Ragni che ha tenuto, più volte, a sottolineare come, per il suo curriculum di professore di Letteratura italiana il cui ambito disciplinare si apre con le liriche della Scuola Siciliana del XIII secolo per proseguire con un discreto numero di interventi sulla poesia di Dante per poi
approdare alle opere e agli autori del secondo Ottocento e soprattutto del Novecento, si sentisse "una specie di abusivo" non essendo uno storico professionale,  e della dottoressa Margherita Corrado, archeologa, che ha dato vita ad un lungo ed approfondito excursus sui reperti bizantini recuperati in diversi siti archeologici del nostro territorio.
    Il tema del convegno è stato introdotto dal presidente della Fondazione Terzo Millennio, Luigi Ventura. E' stata poi la volta di Marianna Caligiuri, sindaco di Caccuri che portato il saluto della popolazione caccurese e dell'Amministrazione comunale ai convegnisti ed ai relatori. Il primo cittadino caccurese ha, inoltre, ringraziato i relatori che, con la loro opera, hanno contribuito ad elevare il livello culturale del paese ed il parroco per quanto sta facendo per il più importante "tempio" caccurese.


            Il sindaco Marianna Caligiuri e il professore Ragni

Il professore Ragni ha evidenziato, per prima cosa, la differenza che intercorre tra l'eredità culturale e artistica bizantina nel centro - nord, riferibile al toponimo "Ravenna" e al periodo d'oro dell'esarcato racchiusa, sostanzialmente nel lungo lasso di tempo compreso tra il 540 e il 751 dopo Cristo e quella del Meridione dei secoli dal IX all'XI, quando nelle nostre contrade, teatro di invasioni, scontri e distruzioni, fonti inevitabili di instabilità, non fu, oggettivamente possibile il fiorire delle belle arti, così com'era stato per Ravenna, "sorella minore" di Bisanzio. Ha poi riassunto le vicende storiche relative alle campagne militari di Belisario e Narsete con frequenti citazioni dello storico Procopio di Cesarea per passare, in un secondo momento, all'organizzazione amministrativa tematica bizantina che offriva non poche occasioni di ascesa sociale ad una popolazione prettamente rurale, che, seppur fiscalmente esosa, assicurava un'adeguata disponibilità finanziaria per garantire la sicurezza e la difesa di tutti. Non sono mancati i riferimenti al fuoco greco, la prima "arma di distruzione di massa" di cui disponevano i bizantini e che costituiva uno strumento bellico di eccezionale potenza.

                                   
                                       Il presidente Luigi Ventura e la dott.ssa Margherita Corrado

    La dottoressa Margherita Corrado ha illustrato, con l'ausilio di numerose slide, il vasto patrimonio di reperti archeologici rinvenuti nella valle del Neto, nel territorio di Santa Severina, Caccuri, Roccabernarda, San Mauro Marchesato e Scandale, nonché quelli venuti alla luce a Melissa, Cirò, Cirò Marina, Cutro, Melissa e in altri paesi della Calabria. Molti anche i riferimenti ai luoghi di culto rupestri di Timpa dei Santi, (Caccuri) e ai monumenti bizantini di Santa Severina (Battistero). Qualche cenno anche alla suppellettile rinvenuta nella grotta della Serra Grande che, secondo alcuni archeologi, avrebbe fatto parte del corredo funerario di una tomba barbarica, probabilmente longobarda e di un piatto invetriato, rinvenuto nello stesso e di incerta provenienza. 

                                             

  E' stata poi la volta di mons. Carlo Arnone che si è soffermato a lungo sulla biografia degli undici papi calabresi, prima di chiudere il suo intervento con alcune notizie storiche sul monastero basiliano di Santa Maria Trium Puerorum (Tre fanciulli). Nessuno dei relatori ha fatto cenno alle probabili origini bizantine del nostro paese sorto, secondo molti storici, a ridosso di un castro bizantino a difesa della valle del Neto dall'invasione longobarda.
       I lavori sono stati chiusi dal parroco di Caccuri, don Girolamo Ronzoni che ha ringraziato gli organizzatori del convegno e tutti coloro i quali hanno collaborato alla rinascita della Chiesa della Riforma che si avvia a tornare agli antichi splendori.