"La
vostra stessa presenza qui, oggi, in Santa Maria del Soccorso, un luogo
che già da solo parla di un passato recuperato, è un atto di fede nella
sostanziale e incoercibile vitalità della cultura, è graziaddio
testimonianza di una disposizione di tutt'altra levatura intellettuale e
culturale; è insomma un piccolo - grande connotato di sicura speranza."
Questo, secondo il professore di Letteratura italiana della
Facoltà di lettere della Terza Università di Roma, è il senso del
convegno su "L' Italia Meridionale Bizantina - IX - XI secolo
promosso dalla Fondazione Terzo Millennio lo scorso 12 agosto
all'interno di una splendida Chiesa di Santa Maria del Soccorso
recentemente restaurata per merito, soprattutto, del parroco Don
Girolamo Ronzoni, da anni impegnato in quest'opera meritoria come è stato
più volte sottolineato. Il professore emiliano per nascita, ma che
si sente "calabro - bizantino mazzosangue" per le sue origini
caccuresi, come ha tenuto a precisare, ha polemizzato con quei
ministri della Repubblica e parlamentari che negano o sminuiscono il
valore della cultura e della storia dell'Umanità dei periodi anteriori al Novecento, rivendicando con forza
l'importanza della storia e
della letteratura del passato.
Si è trattato di un convegno forse un po' improvvisato e che
non ha sviscerato a fondo, né approfondito adeguatamente il tema proposto, ma non per questo poco
interessante Ciò anche grazie alle dotte dissertazioni del professore Ragni
che ha tenuto, più volte, a sottolineare come, per il suo curriculum di
professore di Letteratura italiana il cui ambito disciplinare si apre con
le liriche della Scuola Siciliana del XIII secolo per proseguire con un
discreto numero di interventi sulla poesia di Dante per poi approdare
alle opere e agli autori del secondo Ottocento e soprattutto del
Novecento, si sentisse "una specie di abusivo" non essendo uno
storico professionale, e della dottoressa Margherita Corrado,
archeologa, che ha dato vita ad un lungo ed approfondito excursus sui
reperti bizantini recuperati in diversi siti archeologici del nostro
territorio.
Il tema del convegno è stato introdotto dal presidente
della Fondazione Terzo Millennio, Luigi Ventura. E' stata poi la volta di
Marianna Caligiuri, sindaco di Caccuri che portato il saluto della
popolazione caccurese e dell'Amministrazione comunale ai convegnisti ed ai
relatori. Il primo cittadino caccurese ha, inoltre, ringraziato i relatori
che, con la loro opera, hanno contribuito ad elevare il livello culturale
del paese ed il parroco per quanto sta facendo per il più importante
"tempio" caccurese.
Il sindaco Marianna Caligiuri e il professore Ragni
Il
professore Ragni ha evidenziato, per prima cosa, la differenza che
intercorre tra l'eredità culturale e artistica bizantina nel centro -
nord, riferibile al toponimo "Ravenna" e al periodo d'oro
dell'esarcato racchiusa, sostanzialmente nel lungo lasso di tempo compreso
tra il 540 e il 751 dopo Cristo e quella del Meridione dei secoli dal IX
all'XI, quando nelle nostre contrade, teatro di invasioni, scontri e
distruzioni, fonti inevitabili di instabilità, non fu, oggettivamente
possibile il fiorire delle belle arti, così com'era stato per Ravenna,
"sorella minore" di Bisanzio. Ha poi riassunto le vicende
storiche relative alle campagne militari di Belisario e Narsete con
frequenti citazioni dello storico Procopio di Cesarea per passare, in un
secondo momento, all'organizzazione amministrativa tematica bizantina che
offriva non poche occasioni di ascesa sociale ad una popolazione
prettamente rurale, che, seppur fiscalmente esosa, assicurava un'adeguata
disponibilità finanziaria per garantire la sicurezza e la difesa di
tutti. Non sono mancati i riferimenti al fuoco greco, la prima "arma
di distruzione di massa" di cui disponevano i bizantini e che costituiva
uno strumento bellico di eccezionale potenza.
Il presidente Luigi Ventura e la dott.ssa Margherita Corrado
La dottoressa Margherita Corrado ha illustrato, con l'ausilio di numerose
slide, il vasto patrimonio di reperti archeologici rinvenuti nella valle
del Neto, nel territorio di Santa Severina, Caccuri, Roccabernarda, San
Mauro Marchesato e Scandale, nonché quelli venuti alla luce a Melissa,
Cirò, Cirò Marina, Cutro, Melissa e in altri paesi della Calabria. Molti
anche i riferimenti ai luoghi di culto rupestri di Timpa dei Santi,
(Caccuri) e ai monumenti bizantini di Santa Severina (Battistero). Qualche
cenno anche alla suppellettile rinvenuta nella grotta della Serra Grande
che, secondo alcuni archeologi, avrebbe fatto parte del corredo funerario
di una tomba barbarica, probabilmente longobarda e di un piatto
invetriato, rinvenuto nello stesso e di incerta provenienza.
E' stata poi la volta di mons. Carlo Arnone che si è soffermato a lungo
sulla biografia degli undici papi calabresi, prima di chiudere il suo
intervento con alcune notizie storiche sul monastero basiliano di Santa
Maria Trium Puerorum (Tre fanciulli). Nessuno dei relatori ha fatto cenno
alle probabili origini bizantine del nostro paese sorto, secondo molti
storici, a ridosso di un castro bizantino a difesa della valle del Neto
dall'invasione longobarda.
I lavori sono stati chiusi dal
parroco di Caccuri, don Girolamo Ronzoni che ha ringraziato gli
organizzatori del convegno e tutti coloro i quali hanno collaborato alla
rinascita della Chiesa della Riforma che si avvia a tornare agli antichi
splendori.
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