Mario Quintieri espone a Caccuri
Mario Quintieri (a sinistra),
Marianna Caligiuri e Pietro Durante
Ha aperto i battenti, sabato 8 agosto, nelle aule del Castello di Caccuri, la
mostra dell'artista caccurese Mario Quintieri, dal titolo "Da Caravaggio a
Botero." Si tratta di una mostra atipica, e, proprio per questo, assai
interessante. L'artista, che torna ad esporre dopo molti anni nel paese
natio, presenta, infatti, una serie di pregevoli copie d'autore che
offrono al visitatore la straordinaria opportunità di fruire di grandi
capolavori sparsi in vari musei europei e che, altrimenti, avrebbe potuto
ammirare solo sobbarcandosi una serie di costosi e faticosi viaggi. Per questi
motivi credo si debba essere grati a Mario Quintieri che ha voluto e saputo dar
vita ad una grande iniziativa culturale.
Attraversando
le tre grandi sale ci si imbatte nel Cristo di San Giovanni della Croce il
cui originale è conservato nel monastero dell'Incarnazione ad Avila o nell'Apoteosi
di Omero, entrambe opere di Salvador Dalì, nelle Grandi
bagnanti di Renoir, un grande olio su tela del maestro impressionista
francese, nella Gita a Chagny dello stesso pittore, nel Caffè di notte di
Van Gogh e poi, ancora, nella Cena di Emmaus e nel Ragazzo con
canestro di frutta del Caravaggio, nel Sogno causato dal volo di
un'ape, altra opera di Dalì, il Cacciatore a cavallo di Gino Covili e
in altri capolavori di tanti grandi artisti.
Le grandi bagnanti di Renoir
Apoteosi di
Omero di Dalì
Cristo di San Giovanni della Croce di Dalì
Tra le tante copie, eseguite magistralmente dall'eclettico artista caccurese, è possibile ammirare anche due stupendi quadri originali con i quali Mario Quintieri riesce a stupirci e ammaliarci. Il primo rappresenta uno splendido "Paesaggio del 600", mentre il secondo ci mostra "Van Gogh nello studio." In quest'opera Mario ci dà un saggio delle sue grandi capacità tecniche ed artistiche. A parte la sapiente collocazione, all'interno della bottega dell'artista olandese, colto mentre dipinge un paesaggio estivo, di altri quadri evidentemente realizzati in precedenza, alcuni, come i "Girasoli", appesi alle pareti, altri sparsi alla rinfusa che trasformano l'intera opera in un tripudio di luci e di colori, è davvero impressionante quello sguardo inquieto e tenebroso del padre dell'espressionismo che ci scruta, minaccioso, da qualunque angolazione lo si guardi, per un arco di 180 gradi.
Van
Gogh nello studio di Mario Quintieri
Mario non si limita a "fare delle copie", ma
ricostruisce meticolosamente, attraverso lunghi ed approfonditi studi, le
tecniche pittoriche originali, i materiali usati, l'imprimitura della tela per
dipingere, rigorosamente a mano, senza l'ausilio di tecniche facilitanti, le
opere che vuole "copiare". Per questo adopera materiali particolari,
dalla colla di pesce alla colla di coniglio, dall'olio di lino all'olio di
papavero, al fiele di bue, alla vernice d'ambra, all'acido fenico, ai pennelli
di peli di bue o di martora.
Grazie a questa sua meticolosità, allo studio rigoroso, alle
grandi doti tecniche che si accompagnano, evidentemente, ad un amore profondo
per l'arte e per i grandi pittori del passato e contemporanei, Mario Quintieri
può offrire, anche ai tanti che, come me, non avrebbero mai avuto
l'opportunità di ammirare le opere originali esposte a Londra o a New Jork, a
Madrid o a Berlino, l' impagabile emozione di posare gli occhi su una
copia capolavoro "indistinguibile" dall'originale. Ha certamente
ragione, Marianna Caligiuri, quando afferma che Mario Quintieri è espressione
del talento caccurese la cui maestria nobilita la nostra cittadina."