I colori che vedo
nel decennale della scomparsa di Peppino Nesc

   

   Con una intera giornata di arte e dibattiti la Proco ha ricordato, ieri, la figura e l'arte di Peppino Nesci, il pittore caccurese spentosi improvvisamente nel giugno di dieci anni fa.
    Le celebrazioni hanno avuto un prologo nella mattinata con una estemporanea di pittura per le vie del paese alla quale hanno aderito undici artisti che hanno dipinto alcuni tra gli scorci pił suggestivi di Caccuri.

                             

   Tra le opere, tutte interessanti, segnaliamo il Castello di Caccuri di Franca Vrenna, in arte Nghengą, realizzato con pezzetti di ferro arrugginiti, il Castello con grotte di Teresa Grotteria, un Panorama di Caccuri dal lato nord di Giacinto Bomparola. Molto interessante anche un paesaggio dell'architetto romano Paolo Bertoli e un Castello di Carmine Maffei con una originale interpretazione cromatica.

          
                                     Teresa Grotteria                                                                                  Franca Vrenna (Nghengą)

 

    
                                   Gabriella Frustaci

     Le opere rimarranno esposte nelle sale del castello di Caccuri fino alla metą di luglio, quando si terrą un' asta delle stesse il cui ricavato verrą utilizzato per restaurare un altare della Chiesa di Santa Maria del Soccorso.

 

     Nel pomeriggio, sempre nelle sale del castello, Peppino Marino e Peppino Milič, dopo l'introduzione del presidente della Pro Loco Gianni Porcelli, il saluto del sindaco Marianna Caligiuri e del presidente provinciale dell' UNPLI di Crotone, hanno ricordato la figura e l'arte di Peppino Nesci, un pittore dotato di una forza interiore notevolissima, incapace di tenersi dentro quest'energia incontenibile che gli faceva sfornare quadri a ripetizione.

    

         Nesci aveva una grandissima capacitą di mescolare rapidamente i colori traendone effetti cromatici che avevano qualcosa di magico e dipingeva, in pochi minuti, scorci della campagna caccurese, figure e personaggi di un lontano passato trasfigurandoli con la sua arte sublime. Ma Peppino era anche un uomo generoso, come ha fatto rilevare Peppino MIlič., generoso non solo perché regalava i suoi quadri agli amici senza averne mai venduto uno in vita sua, ma anche perché ci faceva generosamente assistere al suo lavoro rendendoci partecipi della sua arte e delle sue emozioni.