Valentano

Sul versante occidentale dei Monti Volsini si snoda l'abi­tato di Valentano in una invi­diabile posizione panoramica che spazia dalla conca del lago di Bolsena, alle cime dell'Amiata e dei monti Cimini, fino agli Appennini. Il territorio di Valentano confina con la stupenda selva del Lamone, molto interessante per i suoi aspetti naturalistici e per le tracce di insediamenti umani di varie epoche. Si accede al borgo antico di Valentano ancora guarnito da tracce della cinta muraria e da torri, attraverso porta Magenta, fatta costruire nel 1417 dal pontefice Martino V, poi crollata e ricostruita nel 1779.

La Rocca Farnese, otta­gonale, dominata dalla torre cilindrica, sovrasta con la sua mole imponente l'abitato. La Rocca ha subito nel corso degli anni numerosi restauri e vi è chi sostiene che nella rea­lizzazione del chiostro vi sia stato l'intervento di Antonio da Sangallo, altri affermano che l'opera sia da attribuire ad Andrea Sansovino. La Collegiata, ove sono col­locate le campane provenienti dalla distrutta Castro, conser­va al suo interno due pregevoli tele, opera della scuola del Maretta. Sull'origine di Valentano non si hanno notizie precise, alcuni storici sostengono che furono gli abitanti dell'etrusca Verentum a fondarlo, altri riten­gono che sia stato edificato nel 1053 per volere del Pontefice Leone IX. Sottomesso a Viterbo nel 1193, subì successivamente il predominio di Orvieto. Dopo un breve periodo di autonomia fu incamerato nel Patrimonio della S.Sede. Nel 1328 fu completamente raso al suolo dalle milizie di Ludovico il Bavaro e poi tenacemente ricostruita dai suoi abitanti. Nel 1357 papa Innocenze VI cedette Valentano ai Farnese, pertanto il centro seguì le sorti del Ducato di Castro. Nel 1765 nacque a Valentano l'in­signe matematico Paolo Ruffini. L'economia del centro si fonda sulla coltivazione di cereali, e uva da vino mentre è in declino l'attività di estrazio­ne del lapillo rosso dalle numerose cave disseminate intorno al paese.

 Il 15 agosto si svolge a Valentano una interessante manifestazione "la tiratura del solco dritto", che ha origini molto antiche. Nella piana di Valentano viene tracciato, in linea retta, un solco lungo più di cinque chilometri che taglia tutta la pianura e la tradizione vuole che quanto è più dritto il solco tanto più abbondante sarà il raccolto dell'anno suc­cessivo. Si tratta di un rituale propi­ziatorio in cui la comunità affi­da al "signore della festa", il compito di scegliere i più abili "bifolchi" per guidare l'aratro, che in passato veniva tirato da un "parecchio" di buoi, e per individuare il tracciato segnan­dolo con i "bastoni di miffa". La cerimonia comprende anche la consumazione collet­tiva del vino e dei tradizionali biscotti intrecciati. La sera della vigilia di ferragosto si svolge una solenne processio­ne in onore della Madonna Assunta illuminata dai ceri posti sulle finestre lungo il percorso.

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