Da Griet per Griet

Fiocco rosa

Nessuno mi voleva. Mia madre dice che non sa come è rimasta incinta, era la prima volta e non pensava che le cose funzionassero così. Sorrido e mi si allarga il cuore quando mi racconta questa cosa con la sua aria innocente e la abbraccerei forte. Ormai la rabbia se ne è andata e accogliendo la sua ingenuità accolgo un po' anche la mia. Nessuno mi voleva e nessuno si è mai preoccupato di nasconderlo. Me lo dicevano in faccia che se non ci fossi stata io le cose sarebbero andate diversamente, che quello che era successo era una vergogna, una cosa che non si poteva perdonare. Ero molto bella appena nata ma il mio sguardo era già strano, guardavo le persone come a cercare qualcosa, qualcosa che già allora mancava. Non sono stata allattata; mia madre perdeva latte da tutte le parti ma io piangevo sempre e lei diceva che era il suo latte a farmi male e mi ha sempre negato il suo seno. E io piangevo giorno e notte. Allora qualcuno disse che facevo i capricci e non mi si doveva coccolare. Dovevo rimanere nella mia culla così avrei smesso di piangere. E io piangevo giorno e notte. Nessuno mi poteva toccare. Tutto quello che veniva a contatto con me era sterilizzato. Io stessa venivo lavata appena qualcuno mi toccava. E io piangevo sempre.

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Vieni tra le mie braccia mia piccola Griet e appoggia la testa sul mio seno. Appoggia il tuo piccolo ventre teso sul mio e abbandona le tue braccia e le tue gambe. Dormi piccolo tesoro, dormi e non temere. Abbandonati al calore del mio corpo e lasciati riempire da ondate d'amore. Non sei sola dolce amore,  io sarò sempre qui con te, qualunque cosa succeda, qualunque cosa tu faccia, io sarò qui ad accoglierti, a contenerti. Bevi dal mio seno fino a che la tua piccola bocca, bocciolo di rosa, non trabocchi del mio latte e saziati. Lasciati cullare da una dolce ninna nanna. Ti voglio bene piccola Griet, ti voglio bene e non ti lascerò. Ti voglio bene bellissima bambina mia. Bacio i tuoi grandi occhi e la tua piccola bocca, le tue lunghe braccia e le tue dolci manine. Dormi piccolo tesoro, il mondo ti ha accolta con gioia e non ti abbandonerà.

 

Occhiali da sole

A un anno mi sono ammalata. Una strana cosa rendeva orrendi i miei occhi e nessuno sapeva cosa farci. Mia madre non lo poteva sopportare. Mi portò da tutti i dottori dove riuscì ad arrivare ma le risposte non cambiavano. Non ero bella ma ero molto intelligente, questo si affrettava sempre a precisare mia madre. Una bambina molto precoce. Giocavo quasi sempre sola; giocare in un prato, col sole, la palla era troppo complicato per me. Per cui meglio i miei giochi. E poi ero così timida. E dovevo sempre spiegare finchè mi sono stancata di spiegare, meglio stare da sola. Mio padre mi faceva un sacco di foto, aveva il pallino delle foto. Ogni volta che tornava dal fotografo con il rullino sviluppato era come affrontare un esame che non riuscivo mai a superare perchè ero invariabilmente brutta. In nessuna di queste foto sorrido. Spesso mi chiedo se allora non sorridessi mai.

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Fammi un posto nel tuo grande letto piccola Griet e abbracciamoci strette. Non aver paura, nessun mostro uscirà da sotto il letto per terrorizzarti e apri i tuoi occhi e lasciali finalmente riposare al buio. I tuoi capelli mi solleticano il naso, si, e mi fanno ridere. Sì, possiamo ridere Griet e farci il solletico sotto le coperte e raccontarci storie di regni lontani dove principi e principesse si amano per sempre. E accarezzarci e abbracciarci forte rimanendo li, a guardare, fuori dalla finestra la luna e le stelle. Le stelle Griet, quante stelle ci sono nel cielo! Ogni stella un mondo, un universo da scoprire, una possibilità anche per noi. Chissà chi ci guarda da lassù. Chissà che un giorno qualcuno entri da questa finestra e ci inondi d'amore e ci porti via con lui, lontano, lontano, lontano, in un mondo perfetto, dove non esistono le malattie e tutti sono bellissimi. Accoccolati mia piccola Griet, stupenda bambina mia, lasciati baciare, lasciati accarezzare e dormi qui tra le mie braccia.

 

Ancora

E' successo ancora. Per l'ennesima volta, ancora una volta, lo ha rifatto. Alle 21.00 è suonato il telefono, strano, lei non chiama mai. Sono sempre io che la chiamo. E' malata lei. Lo ha deciso 50 anni fa che era malata e non ci ha più rinunciato. In fondo era il modo più semplice per tenersi tutti vicini. Poi, in una famiglia dove c'è un malato grave si sta tutti uniti. Lo si fa per lui. Cos'abbia nessuno lo capisce bene ma questo è il suo ruolo e, tanto di cappello, lei lo ha sempre interpretato più che egregiamente. Strano, questa sera chiama. Forse il nonno non sta bene.. Dimmi, c'è qualcosa che non va? Urla. Non parla. Urla. Dove sono le chiavi della Matiz? La Matiz è mia. Le chiavi le ho io, come è logico che sia. E io domani come faccio ad andare al cimitero? Ci sono gli autobus. Tuo padre non c'è! Ahhhhhh, ........ mio padre non c'è..........ahhhhhhhhh......... tu le chiavi le devi lasciare qui perchè alla mattina tuo padre usa la sua macchina! ahhhhhhhhhh............quindi, come sempre è solo una questione di partita doppia? Adesso urlo io. Non mi chiami mai e mi chiami per dirmi questo. Mi devi dire solo questo? Riaggancia. E' arrabbiata perchè domani mio padre non ci sarà. E' arrabbiata perchè mio padre, una volta l'anno va sulla tomba dei suoi genitori. E allora urla con me. La bambina viziata si è arrabbiata. Io non le farò da mamma. Forse potrà succedere ancora ma non stavolta.

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Oh Griet, lo so che è duro vivere con una mamma così, una mamma che non è una mamma. Una mamma che non esiste. Una mamma che è solo una bambina capricciosa da accudire che tutti hanno deciso che non doveva crescere. Lo so che ti manca una mamma vera. Lo conosco quel buco che ti prende lo stomaco. Lo conosco quel vuoto che ti fa sentire sola. Quel vuoto, dentro cui, pensi, potresti morire, di fame d'amore. Ci hai provato tante volte a colmarlo quel vuoto. Pensavi che prima o poi qualcuno lo avrebbe riempito. Sei stata fortunata perchè tante e tante persone ti hanno voluto bene. A loro modo ma lo hanno fatto. La tua famiglia ti vuole bene e quel grande cuore che tuo figlio ha disegnato stamattina per te insieme a un mare in cui nuotano delfini al tramonto ti dice che anche tu ne hai dato e ne dai tanto. Ma quel buco è sempre li. Pronto a riaprirsi e a risucchiarti dentro. Quante volte tornando a casa stanca avresti voluto 2 braccia dentro cui perderti. 2 braccia che sapevi non sarebbero mancate mai. Qualcuno che ti dicesse non ti preoccupare, non succederà niente. Non è stato così e probabilmente non sarà mai così. Ma ci sono io dentro di te. L'energia della Pachamama, la prima, l'unica, la mamma di tutte le mamme. Se tu mi accoglierai, se tu mi ascolterai, allora non ci sarà più nessun abbraccio da aspettare perchè ogni abbraccio sarà l'abbraccio della tua mamma. E io ci sarò sempre e non ti tradirò mai. Perchè io sono parte di te. Io sono te.